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Articolo 64 bis Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza

(D.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14)

[Aggiornato al 28/09/2024]

Piano di ristrutturazione soggetto a omologazione

Dispositivo dell'art. 64 bis Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza

1. (1)Con il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione l'imprenditore commerciale che non dimostra il possesso congiunto dei requisiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d) e che si trova in stato di crisi o di insolvenza può prevedere il soddisfacimento dei creditori, previa suddivisione degli stessi in classi secondo posizione giuridica e interessi economici omogenei, distribuendo il valore generato dal piano anche in deroga agli articoli 2740 e 2741 del codice civile e alle disposizioni che regolano la graduazione delle cause legittime di prelazione, purché la proposta sia approvata dall'unanimità delle classi. In ogni caso i crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751 bis, n. 1, del codice civile, sono soddisfatti in denaro integralmente entro trenta giorni dall'omologazione.

1-bis. Prima della presentazione della domanda di omologazione del piano il debitore può proporre il pagamento parziale o dilazionato dei tributi e dei relativi accessori amministrati dalle agenzie fiscali nonché dei contributi amministrati dagli enti gestori di forme di previdenza, assistenza e assicurazioni obbligatorie e dei relativi accessori. Alla proposta è allegata la relazione del professionista indipendente incaricato ai sensi del comma 3, che attesta, oltre alla veridicità dei dati aziendali, la sussistenza di un trattamento non deteriore di tali crediti rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale. La proposta è depositata presso gli uffici indicati dall'articolo 88, comma 5 e si applicano le disposizioni di cui all'articolo 88, commi 5, terzo e quarto periodo, 6 e 7. L'eventuale adesione dei creditori deve intervenire entro novanta giorni dal deposito della proposta. Nel caso in cui la proposta venga modificata, il termine è aumentato di sessanta giorni decorrenti dal deposito della modifica della proposta e se la modifica si sostanzia in una nuova proposta, il termine di cui al periodo precedente è aumentato a novanta giorni(2).

2. La domanda è presentata nelle forme dell'articolo 40, anche con accesso ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a). Con il ricorso il debitore deposita la proposta e il piano, con la documentazione di cui all'articolo 39, commi 1 e 2. Alla domanda si applicano i commi 4 e 5 dell'articolo 46.

3. Un professionista indipendente attesta la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano.

4. A seguito della presentazione del ricorso, il tribunale pronuncia decreto con il quale:

  1. a) valutata la ritualità della proposta e verificata la correttezza dei criteri di formazione delle classi, nomina un giudice delegato al procedimento e nomina oppure conferma il commissario giudiziale;
  2. b) adotta i provvedimenti di cui all'articolo 47, comma 2, lettere c) e d)(2).

5. Dalla data della presentazione della domanda e fino all'omologazione, l'imprenditore conserva la gestione ordinaria e straordinaria dell'impresa, sotto il controllo del commissario giudiziale secondo quanto previsto nel comma 6. L'imprenditore gestisce l'impresa nel prevalente interesse dei creditori.

6. L'imprenditore informa preventivamente il commissario, per iscritto, del compimento di atti di straordinaria amministrazione nonché dell'esecuzione di pagamenti che non sono coerenti rispetto al piano di ristrutturazione. Il commissario giudiziale, quando ritiene che l'atto può arrecare pregiudizio ai creditori o non è coerente rispetto al piano, lo segnala per iscritto all'imprenditore e all'organo di controllo. Se, nonostante la segnalazione, l'atto viene compiuto, il commissario giudiziale ne informa immediatamente il tribunale ai fini di cui all'articolo 106.

7. Alle operazioni di voto si applicano gli articoli 107, 108, 109, commi 2, 4, 6 e 7, 110 e 111. In ciascuna classe la proposta è approvata se è raggiunta la maggioranza dei crediti ammessi al voto oppure, in mancanza, se hanno votato favorevolmente i due terzi dei crediti dei creditori votanti, purché abbiano votato i creditori titolari di almeno la metà del totale dei crediti della medesima classe. I creditori muniti di diritto di prelazione non votano se soddisfatti in denaro, integralmente, entro centottanta giorni dall'omologazione, e purché la garanzia reale che assiste il credito ipotecario o pignoratizio resti ferma fino alla liquidazione, funzionale al loro pagamento, dei beni e diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. Nel caso di crediti assistiti dal privilegio di cui all'articolo 2751-bis, n. 1, del codice civile, il termine di cui al periodo precedente è di trenta giorni. Se non ricorrono le condizioni di cui ai periodi precedenti, i creditori muniti di diritto di prelazione votano e, per la parte incapiente, sono inseriti in una classe distinta.

8. Il tribunale omologa con sentenza il piano di ristrutturazione nel caso di approvazione da parte di tutte le classi. Se con l'opposizione un creditore dissenziente eccepisce il difetto di convenienza della proposta, il tribunale omologa il piano di ristrutturazione quando dalla proposta il suo credito risulta soddisfatto in misura non inferiore rispetto a quanto potrebbe ricevere nel caso di apertura della liquidazione giudiziale alla data della domanda di omologazione(2).

9. Anche ai fini di cui all'articolo 64 ter, al piano di ristrutturazione soggetto a omologazione si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 48, commi 1, 2 e 3, 87, commi 1 e 2, 89, 91, 92, 93, 94 bis, 95, 97, 98, 99, 101 e 102, nonché le disposizioni di cui alle sezioni IV e VI, del capo III del titolo IV, ad eccezione delle disposizioni di cui agli articoli 112 e 114 bis e di cui al capo I del titolo VI del presente codice. Ai giudizi di reclamo e di cassazione si applicano gli articoli 51, 52 e 53. Dalla presentazione della domanda unitamente alla proposta, al piano e alla documentazione prevista dall'articolo 39, comma 3, si applicano le disposizioni degli articoli 145 e da 154 a 162(2).

9-bis. Quando il piano prevede, anche prima dell'omologazione, il trasferimento a qualunque titolo dell'azienda o di uno o più rami su richiesta dell'imprenditore il tribunale, verificata la funzionalità degli atti rispetto alla continuità aziendale e alla migliore soddisfazione dei creditori, può autorizzare l'imprenditore a trasferire in qualunque forma l'azienda o uno o più suoi rami senza gli effetti di cui all'articolo 2560, secondo comma, del codice civile, dettando le misure ritenute opportune, tenuto conto delle istanze delle parti interessate al fine di tutelare gli interessi coinvolti; resta fermo l'articolo 2112 del codice civile. Il tribunale verifica altresì il rispetto del principio di competitività nella selezione dell'acquirente(2).

Note

(1) Articolo introdotto dal D. Lgs. 17 giugno 2022, n. 83.
(2) Il D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136 ha disposto (con l'art. 17, comma 1, lettera a)) l'introduzione del comma 1-bis all'art. 64-bis; (con l'art. 17, comma 1, lettera b)) la modifica dell'art. 64-bis, comma 4, lettera a); (con l'art. 17, comma 1, lettera c)) la modifica dell'art. 64-bis, comma 8; (con l'art. 17, comma 1, lettera d)) la modifica dell'art. 64-bis, comma 9; (con l'art. 17, comma 1, lettera e)) l'introduzione del comma 9-bis all'art. 64-bis.

Spiegazione dell'art. 64 bis Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza

La norma disciplina il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione (c.d. "PRO"). Si tratta di un procedimento non previsto dalla legge fallimentare e dalla originaria versione del Codice, bensì introdotto in sede di trasposizione della Direttiva c.d. Insolvency (D.Lgs. 83/2022).

Ai sensi della norma in commento, il debitore in stato di crisi (non il consumatore in stato di sovraindebitamento), può proporre ai propri creditori, suddivisi per classi, un piano che preveda il soddisfacimento di questi ultimi in deroga agli ordinari criteri di distribuzione dell'attivo nelle procedure concorsuali; in deroga, cioè, al principio che impone il rispetto delle cause legittime di prelazione. Il piano, se omologato dal Tribunale, è vincolante per tutti i creditori, anche per coloro che non vi abbiano votato a favore.
Queste peculiarità rendono lo strumento senz'altro più incisivo rispetto agli accordi di ristrutturazione, dal momento che gli accordi tendenzialmente non sono in grado di vincolare i creditori dissenzienti (salvo gli ADR ad efficacia estesa, laddove però il debitore deve assicurare ai dissenzienti un trattamento non deteriore rispetto alla liquidazione giudiziale). Allo stesso tempo, il PRO si mostra conveniente anche rispetto al concordato preventivo, dato che la proposta concordataria deve assicurare il rispetto delle cause legittime di prelazione (almeno per quanto concerne il valore di liquidazione).

Sotto il profilo procedurale, invece, la procedura è grosso modo accostabile al concordato preventivo, per l'evidente distinzione tra fase di apertura, votazione ed omologazione (nonchè per la nomina del commissario giudiziale).

Ai fini dell'omologazione, il piano deve essere approvato da ciascuna classe (l'approvazione interviene in una classe se vota a favore il 50%+1 dei crediti che ne fanno parte oppure il 75% dei crediti che hanno preso parte al voto, a patto che almeno la metà dei crediti ci abbia partecipato).
I creditori dissenzianti, in ogni caso possono svolgere opposizione in sede di omologazione: in tal caso il Tribunale non potrà procedere all'omologazione laddove accerti che per tali creditori sia previsto un livello di soddisfacimento inferiore rispetto ad un'ipotetica alternativa liquidatoria.

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