AUTORE:
Martina Villano
ANNO ACCADEMICO: 2019
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Salerno
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro mira ad esaminare analiticamente l’evoluzione della normativa dell’insolvenza e delle procedure concorsuali nell’ordinamento italiano, alla luce dell’innovativo D.Lgs. 12/01/2019 n. 14 Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, il quale è andato a sostituire tout court la normativa previgente, sostituendo definitivamente la figura del fallimento con la liquidazione giudiziale.
La prima parte dell’elaborato focalizza l’attenzione sulla ricostruzione storica dell’istituto, partendo dalla sua genesi, il R.D. del 19 marzo 1942, n. 267. (c.d Legge fallimentare), il quale per lungo tempo ha rappresentato l’unico punto di riferimento in tema. Tuttavia, tale normativa è nata in un contesto storico, politico e sociale del tutto estraneo a quello contemporaneo, causando, così, molteplici problemi sia dottrinali sia applicativi che necessitavano una risoluzione. Sono state analizzate, pertanto, le spinte verso una vera e propria riforma della disciplina, a partire dall’ordinamento italiano, il quale più volte, nel susseguirsi degli anni, ha tentato una prima riorganizzazione della normativa tramite i seguenti decreti: D.L. 9 gennaio 2006, n. 5, D.L. n. 83/2012 (cd. Decreto Sviluppo), D.L. n. 69/2013 (cd. Decreto Fare), D.L. n. 83/2015, D.Lgs. n. 116/2016 ed infine il D.L. 193/2016. Questi decreti hanno portato sì nuova linfa, riformando molti settori della legge, ma allo stesso tempo hanno comportato un aumento del divario tra le disposizioni riformate e quelle rimaste invariate.
Per completare la ricostruzione storica, in seguito sono stati approfonditi i lavori della Commissione Rordorf, ritenuti determinanti in quanto hanno svolto un ruolo fondamentale nella formulazione della disciplina prevista dal D.Lgs. 12/01/2019 n. 14 Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Notevoli cambiamenti, dunque, sono stati apportati grazie alle ultime novità, a partire dalla modifica della terminologia – per cui si è provveduto alla sostituzione del termine “fallimento”, in conformità ad una tendenza già manifestata nei principali ordinamenti europei – fino alla costituzione di una nuova procedura extragiudiziale di allerta e di composizione assistita della crisi, del tutto estranea ai precedenti regimi.
Si è poi ritenuto opportuno richiamare, in tale contesto, le innumerevoli sollecitazioni provenienti dall’Unione Europea, la quale, prima con la Raccomandazione n. 2014/135/UE e in seguito con il Regolamento UE 2015/848, ha spronato gli stati membri, tra cui appunto l’Italia, ad uniformarsi ai principi contenuti in tali atti. Suddetti richiami, a parere della scrivente, sono stati necessari per comprendere la portata della normativa e i suoi effetti sulla nuova disciplina italiana, la quale, appunto, prendendo spunto dalle spinte europee, trae le basi per la riforma organica. Riforma che, in qualche modo, costituisce una giusta ed auspicata risposta agli input e alle indicazioni lanciate dall’Unione stessa. Pertanto, nella parte centrale del presente elaborato, è stata trattata la riorganizzazione della materia fallimentare, incentrando l’analisi principalmente su una riflessione comparatistica tra la previgente disciplina e il Codice della Crisi e dell’Insolvenza Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Quindi, sono state messe in luce le analogie e le differenze tra le due normative, sottolineando i punti di forza e le innovazioni introdotte dalla riforma.
A conclusione di tale lavoro, dopo aver esaminato attentamente i profili sostanziali e applicativi della liquidazione giudiziale e, inoltre, la nuova procedura extragiudiziale di allerta e di composizione assistita della crisi, prendendo spunto da alcuni dubbi emersi in dottrina, sono state svolte delle riflessioni riguardanti le possibili difficoltà nella concreta applicazione dell’istituto all’interno del nostro ordinamento.
La prima parte dell’elaborato focalizza l’attenzione sulla ricostruzione storica dell’istituto, partendo dalla sua genesi, il R.D. del 19 marzo 1942, n. 267. (c.d Legge fallimentare), il quale per lungo tempo ha rappresentato l’unico punto di riferimento in tema. Tuttavia, tale normativa è nata in un contesto storico, politico e sociale del tutto estraneo a quello contemporaneo, causando, così, molteplici problemi sia dottrinali sia applicativi che necessitavano una risoluzione. Sono state analizzate, pertanto, le spinte verso una vera e propria riforma della disciplina, a partire dall’ordinamento italiano, il quale più volte, nel susseguirsi degli anni, ha tentato una prima riorganizzazione della normativa tramite i seguenti decreti: D.L. 9 gennaio 2006, n. 5, D.L. n. 83/2012 (cd. Decreto Sviluppo), D.L. n. 69/2013 (cd. Decreto Fare), D.L. n. 83/2015, D.Lgs. n. 116/2016 ed infine il D.L. 193/2016. Questi decreti hanno portato sì nuova linfa, riformando molti settori della legge, ma allo stesso tempo hanno comportato un aumento del divario tra le disposizioni riformate e quelle rimaste invariate.
Per completare la ricostruzione storica, in seguito sono stati approfonditi i lavori della Commissione Rordorf, ritenuti determinanti in quanto hanno svolto un ruolo fondamentale nella formulazione della disciplina prevista dal D.Lgs. 12/01/2019 n. 14 Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Notevoli cambiamenti, dunque, sono stati apportati grazie alle ultime novità, a partire dalla modifica della terminologia – per cui si è provveduto alla sostituzione del termine “fallimento”, in conformità ad una tendenza già manifestata nei principali ordinamenti europei – fino alla costituzione di una nuova procedura extragiudiziale di allerta e di composizione assistita della crisi, del tutto estranea ai precedenti regimi.
Si è poi ritenuto opportuno richiamare, in tale contesto, le innumerevoli sollecitazioni provenienti dall’Unione Europea, la quale, prima con la Raccomandazione n. 2014/135/UE e in seguito con il Regolamento UE 2015/848, ha spronato gli stati membri, tra cui appunto l’Italia, ad uniformarsi ai principi contenuti in tali atti. Suddetti richiami, a parere della scrivente, sono stati necessari per comprendere la portata della normativa e i suoi effetti sulla nuova disciplina italiana, la quale, appunto, prendendo spunto dalle spinte europee, trae le basi per la riforma organica. Riforma che, in qualche modo, costituisce una giusta ed auspicata risposta agli input e alle indicazioni lanciate dall’Unione stessa. Pertanto, nella parte centrale del presente elaborato, è stata trattata la riorganizzazione della materia fallimentare, incentrando l’analisi principalmente su una riflessione comparatistica tra la previgente disciplina e il Codice della Crisi e dell’Insolvenza Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Quindi, sono state messe in luce le analogie e le differenze tra le due normative, sottolineando i punti di forza e le innovazioni introdotte dalla riforma.
A conclusione di tale lavoro, dopo aver esaminato attentamente i profili sostanziali e applicativi della liquidazione giudiziale e, inoltre, la nuova procedura extragiudiziale di allerta e di composizione assistita della crisi, prendendo spunto da alcuni dubbi emersi in dottrina, sono state svolte delle riflessioni riguardanti le possibili difficoltà nella concreta applicazione dell’istituto all’interno del nostro ordinamento.