Cass. civ. n. 19393/2018
In tema di IRPEF, l'art. 48, comma 2, lett. g-bis), del D.P.R. n. 917 del 1986 (nella numerazione anteriore a quella introdotta dal D.Lgs. n. 344 del 2003), relativa ai criteri di tassazione delle cd. "stock option", prevede la regola generale dell'assoggettamento del valore conseguito dal lavoratore mediante l'esercizio del diritto di opzione al regime ordinario previsto per i redditi da lavoro dipendente, salva l'esclusione dal reddito imponibile, nel caso in cui al lavoratore medesimo l'opzione sia stata riconosciuta al valore corrente delle azioni al momento dell'offerta, perseguendo il legislatore l'obiettivo di evitare che, con l'attribuzione del diritto di opzione a prezzi inferiori al valore di mercato delle azioni, siano corrisposti al dipendente compensi non soggetti a tassazione.
Cass. civ. n. 15879/2018
La violazione delle norme costituzionali non può essere prospettata direttamente come motivo di ricorso per cassazione ex art.
360, comma 1, n. 3, c.p.c., in quanto il contrasto tra la decisione impugnata e i parametri costituzionali, realizzandosi sempre per il tramite dell'applicazione di una norma di legge, deve essere portato ad emersione mediante l'eccezione di illegittimità costituzionale della norma applicata.
Comm. Trib. I grado Bolzano n. 91/2018
L’esistenza di rapporti di lavoro dipendente può prescindere dal dato formale costituito dal tenore letterale dei contratti stipulati dalle parti.
Rappresentano presunzioni gravi, precise e concordanti, fra le altre, la quantificazione del compenso ad ore con conseguente vincolo di presenza, l'abilitazione all'utilizzo del sistema informatico della società, l'e-mail indicata con indirizzo identico a quello utilizzato dal personale dipendente e con indicazione della qualifica di addetto al controllo di gestione, nonché l’inquadramento nell’organigramma della società con la predetta qualifica, alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato, come dimostrato dallo scambio di e -mail e di altra corrispondenza reperite in sede di verifica.
Comm. Trib. Reg. Lazio n. 1064/2018
Il lavoratore dipendente sostituito per il quale il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, ha omesso il versamento delle ritenute IRPEF operate sul suo reddito di lavoro dipendente non può essere destinatario, neppure quale obbligato solidale, del ruolo contenuto nella cartella di pagamento recante gli importi non versati a titolo di IRPEF dallo stesso datore di lavoro.
Comm. Trib. Reg. Sardegna n. 375/2017
Ai fini della distinzione del rapporto di lavoro subordinato da quello autonomo, elementi rilevanti sono l'assoggettamento del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, che deve estrinsecarsi nella emanazione di ordini specifici, oltre che nell'esercizio di un’assidua attività di vigilanza e controllo nella esecuzione delle prestazioni lavorative, e il suo inserimento nell’organizzazione aziendale, da valutarsi con riferimento alla specificità dell’incarico conferitogli e alle modalità della sua attuazione. Altri elementi, quali l’assenza di rischio, la continuità della prestazione, l’osservanza di un orario, la localizzazione della prestazione, assumono natura meramente sussidiaria e non decisiva. In particolare, per quanto riguarda la sussistenza del rischio, questa viene in rilievo, ai fini della distinzione tra lavoro autonomo e subordinato, quando si prospetti l’ipotesi che il prestatore di opera possa in realtà rivestire la qualità di imprenditore e, come tale, prestare un’attività autonoma all’interno o comunque a favore dell’impresa committente, ma non quando si tratti di prestazione di attività di carattere professionale, perché, in tale ipotesi, non si pone un problema di distribuzione del rischio tra il committente e il professionista, il quale non ha un proprio rischio di impresa, ma è soggetto alla sola eventualità dell’inadempimento o dell’insolvenza della controparte.
Nei casi in cui la qualificazione del rapporto si riveli di difficile e non sicuro apprezzamento, deve farsi riferimento alla volontà espressa dalle parti nel contratto.
Cass. civ. n. 8020/2017
In tema d'IRPEF, l'indennità sostitutiva del riposo settimanale, equiparabile all'indennità per ferie non godute, è soggetta a tassazione a norma degli artt. 46 e 48 (ora 49 e 51) del D.P.R. n. 917 del 1986, sia perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo, sia perché un eventuale suo concorrente profilo risarcitorio non ne escluderebbe la riconducibilità all'ampia nozione di retribuzione imponibile delineata dai citati articoli, costituendo essa comunque un'attribuzione patrimoniale riconosciuta a favore del lavoratore in dipendenza del rapporto di lavoro e non essendo ricompresa nell'elencazione tassativa delle erogazioni escluse dalla contribuzione.
Cass. civ. n. 586/2017
In materia di determinazione della base imponibile dell'IRPEF, ai sensi dell'art. 51 del D.P.R. n. 917 del 1986, rientrano nel reddito da lavoro dipendente le erogazioni corrisposte sotto forma di sconto tariffario del servizio elettrico applicate ai dipendenti ENEL, sebbene non più in servizio, poiché integranti un vantaggio accessorio attribuito dal datore di lavoro ad alcune categorie di lavoratori, in aggiunta alla normale retribuzione ed in base agli accordi raggiunti in sede di contrattazione collettiva, sul presupposto e riconoscimento appunto del rapporto di lavoro, al quale va equiparato ex art. 49, comma 2, lett. a), del medesimo D.P.R. anche il rapporto pensionistico.
Cass. civ. n. 27646/2008
In tema di accertamento delle imposte sui redditi, l'abuso del diritto, inteso come ricorso a forme o strumenti giuridici che, seppure legali, consentono di eludere il Fisco - mediante operazioni non simulate ma effettuate, essenzialmente, allo scopo di trarne un vantaggio fiscale - impone di cogliere la vera natura della prestazione e di assoggettarla ad imposizione per il suo effettivo contenuto; ne consegue che l'attribuzione all'amministratore delegato, da parte di una società per azioni, di somme rilevanti (nella specie, 50 milioni di lire per anno e per tre anni) da destinare a spese pubblicitarie in favore della società e con esonero di rendiconto, ove non sia addotta la prova documentale circa la relativa spendita, configura, secondo il predetto principio, la materiale disponibilità in capo al soggetto d'imposta di un reddito di lavoro autonomo, assoggettabile ad imposta ai sensi dell'art. 49 del D.P.R. n.917 del 1986, a titolo di "fringe benefit", aggiuntivo rispetto al compenso di amministratore dichiarato dal contribuente. (cassa e decide nel merito, Comm. Trib. Reg. Bologna, 30 gennaio 2003).
Cass. civ. n. 9111/2002
In tema di imposte sui redditi, in base al dettato dell'art. 6, comma secondo, del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, le somme percepite dal contribuente a titolo risarcitorio costituiscono reddito imponibile solo e nei limiti in cui abbiano la funzione di reintegrare un danno concretatosi nella mancata percezione di redditi. Pertanto, l'indennità corrisposta (in sede transattiva) dal datore di lavoro, a titolo di risarcimento del danno, per la reintegrazione delle energie psicofisiche (in base a valutazione giudiziale di merito insindacabile da parte della Corte di cassazione) spese dal lavoratore oltre l'orario massimo di lavoro da lui esigibile, non è assoggettabile a tributo. (Rigetta, Comm. Trib. Reg. Liguria, 26 novembre 1997).
Cass. civ. n. 14307/1999
Debbono ritenersi esenti dalla imposta sul reddito delle persone fisiche, ai sensi dell'art. 34, primo comma del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, nel testo risultante dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 387 del 11 luglio 1989, le pensioni privilegiate ordinarie, aventi natura sostitutiva, attribuite ai militari in servizio di leva anche in forma sostitutiva, per fatti invalidanti connessi alla prestazione di tale servizio. (rigetta, Comm. Trib. Reg. Torino, 2 dicembre 1996).
Cass. civ. n. 519/1999
La mancanza della data della decisione del Consiglio Nazionale forense non comporta - in difetto di previsione espressa - la nullità della stessa, stante il principio di tassatività delle nullità, secondo cui l'inosservanza delle disposizioni stabilite per gli atti del procedimento è causa di nullità soltanto nei casi previsti dalla legge. (Nella specie la S.C. ha considerato anche che la data della pronuncia, per gli effetti che ne derivavano, poteva essere ricavata da quella della notifica) (rigetta, Consiglio Nazionale forense Roma, 29 settembre 1998).
Corte cost. n. 403/1998
E' manifestamente infondata, con riferimento agli artt.
3,
23,
53 e
77 Cost., la questione di legittimità costituzionale degli artt. 11, 15, 16, 46, 47 e 48 D.P.R. 29 settembre 1973, n. 597 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul reddito delle persone fisiche), laddove prevedono che l'indennità integrativa speciale concorre alla formazione del reddito ed è quindi assoggettata all'I.R.PE.F., in quanto - posto che sono già state dichiarate non fondate varie questioni di costituzionalità di contenuto sostanzialmente identico a quella attuale; che è stato pure riconosciuto, anche in presenza di un significativo tasso di inflazione, come il fenomeno della svalutazione della moneta non possa rendere illegittimo il prelievo fiscale (alla luce dell'art.
53 Cost.) per il solo fatto di accrescere oggettivamente l'incidenza di un determinato tributo; e che è stato evidenziato come l'indennità integrativa speciale, sorta inizialmente come elemento aggiuntivo e separato con finalità di mantenimento del potere di acquisto delle retribuzioni (e delle pensioni) dei pubblici dipendenti erose dall'inflazione, sia andata progressivamente evolvendosi nel senso di diventare una componente vera e propria della retribuzione stessa - tale mutamento, recepito anche in numerosi recenti provvedimenti legislativi, dimostra che l'esclusione dall'obbligo tributario, comprensibile in origine, risulterebbe oggi del tutto ingiustificata.
Cass. civ. n. 10646/1997
Le pensioni privilegiate ordinarie di riversibilità a favore degli aventi diritto dal dipendente statale deceduto a seguito di infermità o lesioni dipendenti da fatti di servizio sono soggette per l'intero ammontare all'I.R.P.E.F., ai sensi dell'art. 46, secondo comma, del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 597 (e a partire dal primo gennaio 1988 ai sensi dell'art. 46, secondo comma, del D.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917), non essendo applicabile a dette pensioni l'esenzione dall'imposta sul reddito prevista dall'art. 34 del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 601 per le pensioni di guerra, le quali consistono in un ammontare determinato normalmente solo in funzione dell'entità del danno. Tale mancata previsione d'esenzione è da ritenersi conforme ai principi costituzionali, giacché le pensioni privilegiate ordinarie di riversibilità, costituendo proiezione di un precedente trattamento economico goduto, ne condividono la natura reddituale. (rigetta, App. Genova, 17 luglio 1995).
Cass. civ. n. 6613/1994
Le pensioni privilegiate ordinarie a seguito di infermità o lesioni per fatto di servizio sono soggette, per l'intero ammontare, all'I.R.P.E.F., ai sensi dello art. 46, secondo comma, del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 597 (e a partire dal primo gennaio 1988 ai sensi dell'art. 46, secondo comma, del D.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917), atteso che esse hanno natura reddituale e non esclusivamente risarcitoria come le pensioni di guerra e non possono, quindi, essere a queste assimilate ai fini dell'esenzione dall'imposta sul reddito prevista dall'art. 34 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, restando, altresì, irrilevante a tal fine - avendo soltanto una funzione classificatoria per categorie dei redditi, che vengono poi individuati analiticamente da altre norme - la disposizione dell'art. 6, secondo comma, del D.P.R. n. 917 del 1986, che include nella stessa categoria dei redditi sostituiti o perduti i proventi conseguiti in loro sostituzione "esclusi quelli dipendenti da invalidità o da morte". (rigetta, Comm. Trib. Centrale, 13 marzo 1991).