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Crisi d'impresa e sovraindebitamento -

La consecuzione anomala di procedure concorsuali

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Uno degli istituti che all’interno della materia concorsuale ha comportato, e comporta tutt’ora, maggiori difficoltà interpretative e applicative riguarda la possibilità di applicare il c.d. principio di consecuzione tra procedure concorsuali a seguito delle varie riforme che sono intervenute nella legge fallimentare. Tali riforme, infatti, ne hanno dapprima modificato i presupposti e, successivamente, anche le finalità, delineando un sistema rivolto maggiormente alla soluzione concordata della crisi d’impresa, riconoscendo all’imprenditore la possibilità di comporre la crisi con tutte le modalità consentite dall’ordinamento.
Difatti, se dapprima un orientamento giurisprudenziale aveva riconosciuto il principio di consecuzione tra procedure in modo da consentire che gli effetti di una procedura si saldassero con quelli della procedura successiva, considerando la sentenza dichiarativa di fallimento quale atto terminale non già di due o più procedure connesse, ma di una singola procedura originata dall’unica crisi dell’impresa, a partire dalle modifiche apportate alla originaria normativa fallimentare del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267, la possibilità di riconoscere a tale successione di diverse procedure alternative al fallimento, che fossero sfociate in definitiva in un fallimento, la consecuzione degli effetti della procedura originaria quale circostanza evoluta della medesima crisi originaria, è stata fortemente criticata.

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