Procuratore (in giudizio)

Difensore tecnico che sta in giudizio in luogo della parte (ministero) o accanto alla parte (assistenza), con la quale si trova in un rapporto che può farsi rientrare nel mandato con rappresentanza. Lo scopo del legislatore da un lato è quello di garantire alla parte un adeguato sostegno difensivo tramite l'ausilio di persone dotate di cognizioni tecnico-giuridiche, dall'altro quello di assicurare lo svolgimento ordinato e sereno del processo, cercando di evitare, tramite "un mediatore", l'animosità della parte in quanto diretta protagonista della lite.
La l. 24 febbraio 1997, n. 27 ha soppresso l'Albo dei procuratori legali nel senso che oggi il praticante, con il superamento dell'esame di abilitazione professionale, assume direttamente il titolo di avvocato. Ciò comporta che resta la funzione di procuratore (c.d. ministero di difensore) nel senso della rappresentanza della parte per lo svolgimento in sua vece degli atti processuali; e la funzione di avvocato (c.d. assistenza di difensore) per lo svolgimento (orale o scritto) delle argomentazioni a difesa. Di conseguenza, mentre non esiste più il limite territoriale di difendere entro il distretto presso cui si è iscritti (come era per i procuratori), l'avvocato che difende fuori distretto dovrà comunque eleggere domicilio presso un collega con studio nell'ambito territoriale dell'ufficio giudiziario davanti al quale pende il giudizio (altrimenti, comunicazioni e notifiche si faranno presso la cancelleria). Vi è inoltre la figura del patrocinatore il quale pur non essendo ancora avvocato, è abilitato in virtù di determinati titoli (laurea in giurisprudenza e pratica legale per almeno un anno) e previo giuramento, ad esercitare attività di difesa nei giudizi che si svolgono innanzi ai giudici di pace.