In tutti questi casi, può rendersi necessario ricorrere a familiari e amici per un prestito di denaro. Facendo così, stipulerete effettivamente un contratto.
Sì, vi sembrerà strano, ma in realtà nella vita quotidiana stipuliamo continuamente contratti. Anche il semplice acquistare un pacchetto di gomme in tabaccheria non è altro che una compravendita. E questo perché non per tutti i contratti occorre la forma scritta, che è necessaria, ad esempio, nel caso si acquisti un bene immobile.
Quando ricevete un prestito da un amico o da un parente, quindi, secondo la legge state stipulando un contratto di mutuo.
Ai sensi dell'art. 1813 del Codice Civile, "il mutuo è il contratto col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità."
Per mutuo, quindi, non si intende solo il classico contratto stipulato con la banca per l'acquisto di un immobile, ma qualsiasi prestito di denaro o di altre cose fungibili. Per cosa fungibile, si intende la cosa che può essere scambiata o sostituita facilmente con altra dello stesso genere, in considerazione delle proprie qualità intrinseche, come la circostanza di poter essere misurata, pesata, enumerata.
Il denaro ricevuto andrà poi restituito alla scadenza, ai sensi dell'art. 1817 del Codice Civile, che stabilisce che, nel caso nel contratto di mutuo non sia fissato un termine per la restituzione, questo è individuato dal giudice.
E per quanto riguarda gli interessi? Occorre restituire anche quelli?
È l'art. 1815 del Codice Civile a stabilire che, salvo diversa volontà delle parti, il mutuatario (ossia colui che riceve il prestito) deve corrispondere gli interessi al mutuante (ossia colui che presta il denaro).
Il mutuo, quindi, è un contratto per sua natura a titolo oneroso, ma è possibile stipularlo a titolo gratuito, e di certo tale ipotesi può configurarsi quando il denaro viene prestato tra amici o familiari.
In questi casi, le parti dovranno redigere apposita scrittura privata, indicando che il prestito non è produttivo di interessi.
Senza tale specificazione, rischiate di dover pagare anche gli interessi. Naturalmente, il tasso di tali interessi non può eccedere il limite oltre il quale gli interessi, ai sensi dell'art. 2 della legge n. 108/96, sono considerati usurai. Una prova del prestito tra amici o familiari, come può esserlo appunto la scrittura privata, è sempre opportuna quando si tratta di cifre più elevate, anche onde evitare problemi con il fisco. In questi casi, per tutelarsi, è necessario assicurarsi che la scrittura privata sia dotata di data certa.
Per avere una data certa, occorre o registrare la scrittura privata presso l'Agenzia delle Entrate, oppure inviarla a se stessi a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, che ne attesti quindi la data, o tramite PEC.
Inoltre, nel caso di prestito di somme tramite bonifico, se non si vuole che questo produca interessi, è necessario inserire la dicitura "bonifico infruttifero" o "prestito infruttifero" nella causale del pagamento.
Queste sono tutte le indicazioni che vi occorrono se volete chiedere in prestito una somma di denaro ad amici o parenti e, in particolare, se desiderate che tale prestito non sia produttivo di interessi.