A circa tre anni dalla morte di Diego Armando Maradona, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dei suoi eredi contro la presunta evasione fiscale del campione di circa 37 milioni di euro. Ora la palla passa alla Commissione Tributaria della regione Campania, che potrà esprimersi solo sui conteggi fiscali e sulle spese legali.
Maradona e il fisco, la vicenda
La scottante vicenda riguarda i compensi versati dalla società calcistica del Napoli a Maradona negli anni 80. Tali somme riguardavano i diritti di immagine del campione argentino, i quali erano stati trasferiti su conti esteri in Liechtenstein. Secondo l’accusa tale condotta costituiva evasione fiscale, con una somma evasa di circa 40 miliardi di lire, diventati poi 37 milioni di euro, più della metà dei quali erano interessi di mora.
Una vicenda spinosa andata avanti per anni. Solo nel 2021 la Cassazione stabilì che il calciatore argentino avrebbe potuto beneficiare del condono e che i giudici di merito avrebbero dovuto valutare la sua posizione tributaria solo per il debito eventualmente residuo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Ciò è stato poi confermato anche lo scorso dicembre dalla Cassazione.
L’avvocato Angelo Pisani, storico legale del calciatore, è ora sereno e spiega: “la vicenda può ritenersi chiusa, Maradona non deve più nulla al fisco italiano, ogni operazione anche matematica oltre che logica porta a zero”. E ancora, sulla vicenda, Pisani tuona: ”Chi risarcirà ora tutti i danni personali, patrimoniali e all’immagine, oltre alla storia e ai valori dello sport subiti per trent’anni da Maradona?”.
Lesione al diritto di immagine e risarcimento
Il danno all’immagine è quello che va a ledere la reputazione e l’identità personale di un individuo, comprendendo l’insieme di attributi che identificano una persona nel contesto sociale e lavorativo. In pratica il danno sussiste quando viene lesa la reputazione di una persona, il suo decoro, il suo onore e vengono alimentati pregiudizi nei suoi confronti.
Il diritto all’immagine rientra nella categoria dei diritti della persona e vede il suo fondamento giuridico negli artt. 2 e 3 della Costituzione. Inoltre è sottoposto alla tutela giuridica dell’art. 2043 c.c.. Tale norma prevede il risarcimento del danno a carico del soggetto che con fatto doloso o colposo abbia cagionato ad altri un danno ingiusto.
Più precisamente, il diritto all’immagine è disciplinato dall’art. 10 c.c., il quale stabilisce che: “Qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dai casi in cui l’esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorità, su richiesta dell’interessato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni”.
La protezione dell’immagine spetta in primis alla persona interessata, tuttavia il diritto di agire in giudizio spetta anche ai familiari/parenti più prossimi (coniuge, genitori e figli) nell’ottica del principio della solidarietà familiare.
Il danno d’immagine, trattandosi di un bene “intangibile” non è facile da quantificare in termini di risarcimento del danno. In ogni caso, la vittima potrà richiedere il risarcimento del danno patrimoniale, per il pregiudizio economico subito a seguito della lesione della propria immagine, nonché del danno non patrimoniale per l’offesa al proprio onore e reputazione.