Affinchè si possa accedere al bonus, è necessario, innanzitutto, che lo status di coppia sia verificato al momento dell'avvio dei lavori e che esso persista durante tutto il periodo in cui vengono affrontate le spese che si vogliono detrarre.
Vediamo, quindi, più specificamente cosa prevede il bonus per le coppie di fatto.
Il Bonus Ristrutturazioni può essere richiesto anche da soggetti che non possiedono direttamente l’immobile interessato dai lavori. Possono, infatti, accedere alle agevolazioni le seguenti categorie di soggetti:
- proprietari o nudi proprietari;
- titolari di un diritto reale come usufrutto, uso, abitazione o superficie;
- comodatari e locatari;
- soci di cooperative, sia divise che indivise;
- imprenditori individuali per immobili non inclusi tra i beni strumentali o merce;
- contribuenti che generano redditi in forma associata, come società semplici o società in nome collettivo, alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.
Anche i familiari conviventi del proprietario o del titolare dell’immobile da ristrutturare possono usufruire delle agevolazioni. Tra questi, rientrano:
- coniuge;
- parenti entro il terzo grado;
- affini entro il secondo grado.
Tornando alla questione iniziale, vediamo adesso se il convivente di una coppia di fatto può beneficiare del Bonus Ristrutturazioni. La risposta sembra essere affermativa. Infatti, secondo quanto riportato sulla rivista online dell’Agenzia delle Entrate, Fiscooggi, il convivente può beneficiare delle agevolazioni in commento, in presenza però di determinati requisiti.
Ebbene, anche i familiari conviventi del proprietario o del titolare dell’immobile possono usufruire delle agevolazioni relative alle spese per interventi effettuati nell’abitazione dove la coppia convive, anche se questa è diversa dalla loro abitazione principale.
Tuttavia, è essenziale che la convivenza sia stabile, come indicato dalla L. 76/2016 (c.d. Legge Cirinnà) e che si possa parlare di “famiglia anagrafica”, come previsto dal D.P.R. n. 223/1989, il quale fa riferimento a un gruppo di individui legati da vincoli affettivi di matrimonio, parentela, affinità, adozione o tutela, i cui membri devono coabitare e avere dimora abituale nello stesso Comune.
Tale status può essere comprovato tramite:
- i dati anagrafici;
- un'eventuale autocertificazione.
L’estensione, anche ai conviventi di fatto, della possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali - previste dal bonus ristrutturazioni - si pone in linea con la tendenza, ormai sempre più forte, di parificare, per quanto consentito dalla legge, la posizione dei conviventi con quella dei coniugi. Infatti il nostro ordinamento, quando si rivolge alla famiglia, fa riferimento alla famiglia in senso tradizionale, ovvero quella fondata sul matrimonio, come prevede l’art. 29 Cost.. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, la posizione giuridica dei conviventi more uxorio è sempre più vicina a quella di un coniuge. Non da ultimo, una importante pronuncia della Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disciplina in materia di impresa familiare, proprio a causa di una disparità di trattamento a danno dei conviventi. Per una più compiuta disamina della questione, si rimanda al seguente articolo.
Per poter accedere al bonus ristrutturazioni, è fondamentale che il pagamento delle fatture avvenga tramite bonifico bancario o bonifico postale parlante, nel quale devono essere riportati:
- la seguente causale del versamento, ovvero “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986”;
- il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- la partita Iva o il codice fiscale del destinatario del pagamento.
Inoltre, se i lavori sono eseguiti in piccoli condomini privi di amministratore, il pagamento deve essere effettuato con bonifico e al posto del codice fiscale del condominio va indicato quello del condomino che ha diritto alla detrazione.
Un ultimo aspetto importante: dal 2023 non è più possibile usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito. Pertanto, le spese sostenute devono essere inserite direttamente nella dichiarazione dei redditi, utilizzando il Modello 730 o il Modello Redditi Pf, a partire dalla scadenza successiva. Per esempio, per le spese sostenute nel 2024, si potrà richiedere la detrazione con i modelli presentati nel 2025.