AUTORE:
Stefania Maria Cannavò
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Tesi di Master
ATENEO: Università degli Studi di Catania
FACOLTÀ: Scienze Politiche
ABSTRACT
Il presente lavoro si pone come obiettivo l’analisi dell’istituto della responsabilità della Pubblica Amministrazione. L’argomento in questione è sempre stato oggetto di attenzione e dibattiti sia a livello dottrinale che giurisprudenziale. È comune l’idea, errata, che la Pubblica Amministrazione possa non incorrere in responsabilità per i danni cagionati dall’esercizio della propria funzione, ma questa tesi ha origini ben lontane. Infatti, la circostanza che la Pubblica Amministrazione fosse chiamata a rispondere dei danni cagionati ai cittadini non è sempre stata così ovvia come lo è al giorno d’oggi. In passato, si riteneva che in capo ad essa sussistesse un’immunità, giustificata proprio dalla funzione pubblica a cui è adibita. Col tempo questa argomentazione viene abbandonata e si afferma sempre più l’idea che anche un ente pubblico possa incorrere in responsabilità. Ma ciò ha portato alla nascita di dibattiti su vari aspetti della responsabilità da attribuire alla pubblica amministrazione, dalla giurisdizione, alla natura, alla forma, che verranno analizzati nel corpo della tesi.
Strutturalmente, l’elaborato è articolato in due capitoli.
Nel primo capitolo, verranno esaminati gli aspetti generali della responsabilità della pubblica amministrazione. A partire dalle fonti normative su cui poggia tale responsabilità e che per lo più si rinvengono nella nostra carta costituzionale, si passa poi ad affrontare il problema della risarcibilità degli interessi legittimi. A lungo, infatti, si è ritenuto che solo la lesione della situazione giuridica del diritto soggettivo potesse essere oggetto di risarcimento, ma grazie ad un importante sentenza delle Sezioni Unite alla fine degli anni novanta si aprì la strada alla risarcibilità degli interessi legittimi, purchè meritevoli di tutela. Altra questione che verrà affrontata nel primo capitolo riguarda la natura della responsabilità della pubblica amministrazione. Il nostro ordinamento prevede diverse forme di responsabilità e si è a lungo discusso se essa rientrasse nell’alveo della responsabilità extracontrattuale, contrattuale o addirittura precontrattuale.
Nel secondo capitolo, invece, verrà affrontato il tema della responsabilità dalla pubblica amministrazione per il danno da ritardo. La Costituzione, così come la legge n. 241/1990, contengono una serie di norme volte a garantire la piena efficienza, il buon andamento, l’imparzialità della pubblica amministrazione. Sorgono, in capo a quest’ultima, una serie di obblighi, tra cui il cd. “dovere di provvedere”. Questo aspetto è legato alla necessità di garantire il rispetto e quindi la certezza dei tempi procedurali. Ciò sulla base della considerazione per cui il tempo è ormai considerato un bene che merita di essere tutelato dall’ordinamento. Questo assunto comporta che ciascun cittadino ha il diritto di ottenere una risposta dalla pubblica amministrazione, sia essa positiva o negativa. L’eventuale mancanza o semplice ritardo producono delle conseguenze, che possono essere pregiudizievoli per il privato, il quale merita quindi di essere tutelato attraverso forme di risarcimento.
Il tema del ritardo è stato, inoltre, oggetto di attenzione anche sotto il profilo della lotta alla corruzione. Infatti, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha previsto l’applicazione di specifiche regole nei confronti degli enti pubblici, proprio al fine di evitare che i ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi potessero in qualche modo costituire terreno fertile per fenomeni corruttivi. Infine, si farà un cenno ad una recente pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato a proposito della natura della responsabilità per i danni da ritardo.
Strutturalmente, l’elaborato è articolato in due capitoli.
Nel primo capitolo, verranno esaminati gli aspetti generali della responsabilità della pubblica amministrazione. A partire dalle fonti normative su cui poggia tale responsabilità e che per lo più si rinvengono nella nostra carta costituzionale, si passa poi ad affrontare il problema della risarcibilità degli interessi legittimi. A lungo, infatti, si è ritenuto che solo la lesione della situazione giuridica del diritto soggettivo potesse essere oggetto di risarcimento, ma grazie ad un importante sentenza delle Sezioni Unite alla fine degli anni novanta si aprì la strada alla risarcibilità degli interessi legittimi, purchè meritevoli di tutela. Altra questione che verrà affrontata nel primo capitolo riguarda la natura della responsabilità della pubblica amministrazione. Il nostro ordinamento prevede diverse forme di responsabilità e si è a lungo discusso se essa rientrasse nell’alveo della responsabilità extracontrattuale, contrattuale o addirittura precontrattuale.
Nel secondo capitolo, invece, verrà affrontato il tema della responsabilità dalla pubblica amministrazione per il danno da ritardo. La Costituzione, così come la legge n. 241/1990, contengono una serie di norme volte a garantire la piena efficienza, il buon andamento, l’imparzialità della pubblica amministrazione. Sorgono, in capo a quest’ultima, una serie di obblighi, tra cui il cd. “dovere di provvedere”. Questo aspetto è legato alla necessità di garantire il rispetto e quindi la certezza dei tempi procedurali. Ciò sulla base della considerazione per cui il tempo è ormai considerato un bene che merita di essere tutelato dall’ordinamento. Questo assunto comporta che ciascun cittadino ha il diritto di ottenere una risposta dalla pubblica amministrazione, sia essa positiva o negativa. L’eventuale mancanza o semplice ritardo producono delle conseguenze, che possono essere pregiudizievoli per il privato, il quale merita quindi di essere tutelato attraverso forme di risarcimento.
Il tema del ritardo è stato, inoltre, oggetto di attenzione anche sotto il profilo della lotta alla corruzione. Infatti, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha previsto l’applicazione di specifiche regole nei confronti degli enti pubblici, proprio al fine di evitare che i ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi potessero in qualche modo costituire terreno fertile per fenomeni corruttivi. Infine, si farà un cenno ad una recente pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato a proposito della natura della responsabilità per i danni da ritardo.