AUTORE:
Sonia Rossari
ANNO ACCADEMICO: 2018
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente elaborato tratta dei poteri istruttori officiosi del Giudice del lavoro disciplinati espressamente all'interno del Libro II, Titolo IV c.p.c., inserito nel codice di procedura civile ad opera della Riforma 11 agosto 1973, n. 533.
Inizialmente viene analizzata la disciplina in un'ottica storica, in particolare, dalle origini alla Riforma del processo del lavoro del 1973, chiudendo con una breve disamina della normativa speciale prevista per l’impugnazione dei licenziamenti in regime di tutela reale di cui alla L. n. 92/2012.
L’analisi si concentra poi sull'articolo 421 c.p.c., non prima di aver preso in considerazione le iniziative istruttorie officiose attribuite al Giudice nel processo ordinario: in questa sede vengono primariamente esaminati i principi generali della materia – che, in quanto tali, sono vincolanti anche per il Giudice del lavoro – dopodiché viene approfondita la disciplina dei singoli mezzi istruttori disponibili ex officio dal Giudice ordinario.
Successivamente, nella parte centrale dell’elaborato, viene in primo luogo trattata la questione della qualificazione dei poteri istruttori attribuiti al Giudice del lavoro in termini di potere o di dovere, esaminando poi, di conseguenza, i limiti che il Giudice del lavoro deve rispettare nell'esercizio delle iniziative istruttorie attribuitogli dalla legge, facendo particolare attenzione al secondo comma dell’articolo 421 c.p.c. che, per la sua formulazione in termini generali del principio inquisitorio, ha dato adito a discussioni dottrinali e giurisprudenziali. In questa sede vengono anche ripresi alcuni dei principi generali già esaminati con riguardo al Giudice ordinario e vengono analizzati tenendo presente le peculiarità che caratterizzano il ruolo del Giudice nel processo del lavoro.
In seguito l’analisi si incentra sulle singole prove che il Giudice del lavoro può disporre d’ufficio. La tesi si conclude con l’esame della disciplina delle iniziative istruttorie del Giudice del lavoro in appello: anche in questa sede vengono necessariamente fatti dei collegamenti con la relativa disciplina del processo ordinario, concentrando l’attenzione sul secondo comma dell’articolo 437 c.p.c., quindi, sul divieto di nuove prove e sulle relative eccezioni, nonché, sulla questione della discrezionalità del Collegio nell'ammettere i nuovi mezzi di prova che, come si vedrà, potranno essere assunti solamente se indispensabili ai fini della decisione della causa.
Inizialmente viene analizzata la disciplina in un'ottica storica, in particolare, dalle origini alla Riforma del processo del lavoro del 1973, chiudendo con una breve disamina della normativa speciale prevista per l’impugnazione dei licenziamenti in regime di tutela reale di cui alla L. n. 92/2012.
L’analisi si concentra poi sull'articolo 421 c.p.c., non prima di aver preso in considerazione le iniziative istruttorie officiose attribuite al Giudice nel processo ordinario: in questa sede vengono primariamente esaminati i principi generali della materia – che, in quanto tali, sono vincolanti anche per il Giudice del lavoro – dopodiché viene approfondita la disciplina dei singoli mezzi istruttori disponibili ex officio dal Giudice ordinario.
Successivamente, nella parte centrale dell’elaborato, viene in primo luogo trattata la questione della qualificazione dei poteri istruttori attribuiti al Giudice del lavoro in termini di potere o di dovere, esaminando poi, di conseguenza, i limiti che il Giudice del lavoro deve rispettare nell'esercizio delle iniziative istruttorie attribuitogli dalla legge, facendo particolare attenzione al secondo comma dell’articolo 421 c.p.c. che, per la sua formulazione in termini generali del principio inquisitorio, ha dato adito a discussioni dottrinali e giurisprudenziali. In questa sede vengono anche ripresi alcuni dei principi generali già esaminati con riguardo al Giudice ordinario e vengono analizzati tenendo presente le peculiarità che caratterizzano il ruolo del Giudice nel processo del lavoro.
In seguito l’analisi si incentra sulle singole prove che il Giudice del lavoro può disporre d’ufficio. La tesi si conclude con l’esame della disciplina delle iniziative istruttorie del Giudice del lavoro in appello: anche in questa sede vengono necessariamente fatti dei collegamenti con la relativa disciplina del processo ordinario, concentrando l’attenzione sul secondo comma dell’articolo 437 c.p.c., quindi, sul divieto di nuove prove e sulle relative eccezioni, nonché, sulla questione della discrezionalità del Collegio nell'ammettere i nuovi mezzi di prova che, come si vedrà, potranno essere assunti solamente se indispensabili ai fini della decisione della causa.