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Cambio di residenza, se non lo hai comunicato a lavoro rischi una serie di sanzioni e tanti problemi: ecco quali

Cambio di residenza, se non lo hai comunicato a lavoro rischi una serie di sanzioni e tanti problemi: ecco quali
Tra gli oneri del lavoratore, vige anche quello di comunicare eventuali cambi di residenza. Vediamone le ragioni e le conseguenze in caso di inadempimento
Un contratto di lavoro comporta diritti e doveri a carico sia del datore di lavoro che del lavoratore dipendente. Quest’ultimo, in particolare, quando cambia il proprio indirizzo di residenza, è tenuto a comunicarlo tempestivamente al datore di lavoro.
Varie sono le ragioni alla base di questo obbligo. Infatti, per l’azienda è cruciale essere costantemente aggiornata circa i dati anagrafici dei propri dipendenti.
L’importanza di tale obbligo è stata sancita, a più riprese, anche dalla giurisprudenza di legittimità. La Corte di Cassazione, in varie sentenze, ha evidenziato la necessità che il lavoratore informi l’azienda circa il suo nuovo indirizzo di residenza.

Vediamo, quindi, i motivi principali per cui la residenza è un dato così rilevante nei rapporti di lavoro e le possibili conseguenze di un mancato aggiornamento.

Prima di tutto, va evidenziato che l’indirizzo di residenza del dipendente rappresenta un dato fondamentale per la corretta stipula del contratto di lavoro. Oltre ai dati dell’azienda, come ad esempio la ragione sociale, la partita IVA e l’indirizzo della sede legale, nel contratto devono essere inseriti anche i dati personali del lavoratore, tra cui la data di nascita, il codice fiscale e, appunto, la residenza.
Tutte queste informazioni sono infatti necessarie per la corretta esecuzione del contratto.
In ordine poi all’indirizzo di residenza, varie sono le ragioni per cui lo stesso è così importante.

La prima ragione riguarda la necessità di effettuare comunicazioni ufficiali. Infatti, nei casi in cui il datore di lavoro debba fare delle comunicazioni ai propri dipendenti, è fondamentale conoscere il loro indirizzo di residenza. Sebbene tali comunicazioni possano anche avvenire mediante consegna a mano, nei casi in cui questa sia impossibile, allora dovranno avvenire con metodi alternativi, tra cui la raccomandata con ricevuta di ritorno o la posta elettronica certificata, qualora il lavoratore ne sia in possesso (non vi è alcun obbligo in tal senso).
 
Un’altra motivazione per cui la conoscenza dell’indirizzo di residenza è fondamentale attiene ai controlli medici. Sapere, infatti, dove il lavoratore risiede è rilevante ai fini dello svolgimento delle visite fiscali durante le assenze per malattia, sebbene il lavoratore possa indicare un altro indirizzo all’interno del certificato medico.
Ancora, l’indirizzo di residenza incide sul calcolo delle imposte. Infatti, le addizionali regionali e comunali, trattenute in busta paga, sono calcolate in base all’indirizzo di residenza del dipendente e non a quello dell’azienda. Un cambio di residenza può quindi influire sulle addizionali Irpef comunali e regionali. Tuttavia, la modifica sarà operativa solo a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Tanto premesso, è chiaro quanto sia importante comunicare all’azienda i propri cambi di residenza.
 
In alcuni casi, questa comunicazione è non solo raccomandata, ma obbligatoria. Tale obbligo infatti può essere contenuto direttamente all’interno del Contratto collettivo di riferimento.
In caso di inottemperanza da parte del lavoratore, che omette di informare il datore di lavoro del nuovo indirizzo, possono verificarsi diverse conseguenze:
  • secondo la sentenza n. 22295/2017 della Corte di Cassazione, se il lavoratore non comunica il cambio di residenza, tutte le comunicazioni inviate al vecchio indirizzo sono comunque considerate legalmente valide;
  • la sentenza n. 15891/2018 della Cassazione specifica che, una volta inviata una comunicazione al vecchio indirizzo, i termini per impugnare eventuali decisioni del datore di lavoro, come ad esempio un licenziamento, iniziano a decorrere dal momento della spedizione, anche se il lavoratore non ha aggiornato l’indirizzo;
  • infine, non rispettare l’obbligo di comunicare il nuovo indirizzo può portare a sanzioni disciplinari, che saranno ovviamente commisurate alla gravità del mancato adempimento.


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