In materia di sosta a pagamento, le
prescrizioni dei segnali verticali prevalgono rispetto a quelli orizzontali. Lo ribadisce la
Corte di Cassazione, con l’
ordinanza n. 6398 del 5 marzo 2019. Si tratta di un principio consolidato, che trova il proprio fondamento nell’art.
38 del C.d.S., comma 2.
Ai sensi della predetta norma, la segnaletica stradale si divide nei seguenti gruppi:
a) segnali verticali;
b) segnali orizzontali;
c) segnali luminosi;
d) segnali ed attrezzature complementari.
Per il secondo comma della disposizione, le prescrizioni dei segnali verticali prevalgono su quelle dei segnali orizzontali.
La Cassazione ha così respinto il
ricorso di un automobilista, che aveva impugnato in sede di legittimità la
sentenza emessa in grado di
appello dal
Tribunale, con cui era stata confermata la sentenza del
Giudice di Pace di rigetto dell’opposizione a
verbale di contestazione per mancata esposizione del tagliando di pagamento.
La Suprema Corte, in particolare, ha precisato che la segnaletica orizzontale di delimitazione degli stalli, all'interno delle aree di sosta a pagamento, ha una funzione soltanto integrativa rispetto ai segnali verticali.
Infatti i segnali orizzontali sono obbligatori solo quando gli stalli siano disposti a spina di pesce o a pettine.
Nel caso di specie, peraltro. era stata rilevata la presenza di idonea segnaletica verticale, recante l'indicazione degli orari di sosta e delle tariffe; il Tribunale aveva correttamente ritenuto che ciò fosse sufficiente a segnalare che il parcheggio era a pagamento, non rilevando l'assenza di delimitazione degli stalli con le apposite strisce, poiché si trattava di stalli paralleli all'asse stradale per i quali l'art. 149 Reg. att. C.d.S., comma 2, non prevede l'obbligo di delimitazione.
La Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha respinto anche un ulteriore motivo di
impugnazione, relativo alla questione della mancanza, nella
copia del verbale notificato, dell’attestazione di conformità all’
originale.
Infatti, secondo altro principio costantemente affermato dalla giurisprudenza, nel caso in cui il verbale sia redatto mediante sistema meccanizzato o di elaborazione, il "modulo prestampato" notificato al trasgressore, pur recando unicamente l'intestazione dell'ufficio o comando cui appartiene il verbalizzante, è parificato per legge al secondo originale o alla copia autenticata del verbale ed è, al pari di questo, assistito da fede privilegiata.