Cass. civ. n. 42090/2021
In tema di udienza disciplinata dall'art. 23, comma 8 bis, del d.l. n. 137 del 2020, conv., con modif., dalla l. n. 176 del 2020, la parte intimata e non costituita, che non si sia avvalsa della facoltà di proporre istanza di discussione orale, non può depositare memoria ex art. 378 c.p.c. (Cassa con rinvio, CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE ROMA, 31/03/2021).
Cass. civ. n. 19172/2019
Il successore a titolo universale può partecipare al giudizio pendente dinanzi alla Corte di cassazione mediante un atto d'intervento che dev'essere notificato alla controparte per assicurare il rispetto del contraddittorio, non essendo sufficiente il mero deposito dell'atto in cancelleria, stante l'esigenza di assicurare una forma simile a quella del ricorso e del controricorso, fermo restando che la nullità derivante dall'omissione della suddetta notificazione è sanata se le controparti costituite accettano il contraddittorio senza sollevare eccezioni.
Cass. civ. n. 27140/2017
Nel giudizio davanti la Corte di Cassazione, è irricevibile la memoria difensiva presentata in prossimità dell'udienza, con la quale la parte che non ha depositato il controricorso spiega, per la prima volta, le ragioni di resistenza al ricorso, perché, in assenza di controricorso, la parte intimata non può presentare memorie.
Cass. civ. n. 19988/2017
In tema di giudizio di cassazione, il rispetto del termine per il deposito delle memorie scritte di parte deve essere verificato con riguardo al momento in cui le stesse pervengono in cancelleria, e non a quello in cui sono spedite, non essendo applicabili le modalità di spedizione previste, in via eccezionale, solo per il ricorso e il controricorso, atteso che non sono ancora operative, per il giudizio di legittimità, le norme relative al cd. processo telematico e che, pertanto, deve essere assicurato il diritto della controparte di prenderne visione entro un tempo ragionevole.
Cass. civ. n. 26332/2016
Nel giudizio di cassazione non sono ammissibili scritti difensivi con la deduzione di nuove censure, depositati dal ricorrente in aggiunta a quelli di cui all’art. 378 c.p.c., avendo tali memorie, comunque denominate, solo la funzione di illustrare e chiarire le ragioni giustificatrici dei motivi già debitamente enunciati in ricorso.
Cass. civ. n. 3780/2015
I vizi di genericità o indeterminatezza dei motivi del ricorso per cassazione non possono essere sanati da integrazioni, aggiunte o chiarimenti contenuti nella memoria di cui all'art. 378 cod. proc. civ., la cui funzione è quella di illustrare e chiarire le ragioni giustificatrici dei motivi già debitamente enunciati nel ricorso e non già di integrare quelli originariamente inammissibili.
Cass. civ. n. 12111/2014
L'istanza volta ad ottenere la distrazione delle spese del giudizio di cassazione in favore del difensore dichiaratosi antistatario, può essere formulata anche in sede di memoria illustrativa ex art. 378 cod. proc. civ.
Cass. civ. n. 27964/2011
Nel giudizio di cassazione, non sono ammissibili scritti difensivi consegnati dalle parti al cancelliere nel giorno fissato per l'udienza e prima dell'inizio della stessa, denominati "note di udienza", non potendo essere né equiparati a memorie di parte ex art. 378 c.p.c., perché depositati oltre il termine previsto da quest'ultima norma, né assimilati alle osservazioni sulle conclusioni del P.G., di cui all'ultimo comma dell'art. 379 c.p.c., in quanto consegnati prima della chiamata della causa e, quindi, precedenti all'esposizione delle conclusioni del p.g..
Cass. civ. n. 12381/2009
Nel giudizio di cassazione è inammissibile il deposito di memorie ex art. 378 c.p.c., prima dell'udienza di discussione, da parte dell'intimato che si sia costituito oltre il termine fissato nell'art. 370, primo comma, c.p.c. e non abbia concretamente partecipato alla discussione orale, costituendo tale partecipazione condizione indefettibile ai fini della sanatoria dell'attività processuale irritualmente compiuta nel lasso di tempo intercorso tra la scadenza del termine per la proposizione del controricorso e l'udienza predetta.
Cass. civ. n. 14710/2006
Nel giudizio civile di legittimità, con le memorie di cui all'art. 378 c.p.c., possono essere sollevate questioni nuove rilevabili d'ufficio a condizione che il rilievo ex officio sia già possibile sulla base degli atti interni del processo, quali la sentenza o le specifiche autosufficienti deduzioni contenute nel ricorso o controricorso (sulla base del suddetto principio, nella specie, la S.C. ha ritenuto non ammissibile la deduzione, con memoria, del giudicato esterno in ordine alla sussistenza di un trasferimento d'azienda ex art. 2112 c.c.)
Cass. civ. n. 14277/2006
La mancanza di una o più pagine nel ricorso per cassazione comporta la inammissibilità di questo nel caso e nei limiti in cui tale mancanza impedisca la completa conversione delle ragioni addotte dal ricorrente a sostegno dell'impugnazione, senza che a tale mancanza possa sopperirsi con altri atti e, in particolare, con la memoria depositata ai sensi dell'art. 378 c.p.c., che non può essere utilizzata al fine di ampliare od integrare il contenuto degli originari motivi di impugnazione e neppure per specificare motivi dedotti in maniera vaga e indeterminata.
Cass. civ. n. 19530/2005
Ai fini dell'osservanza del termine previsto dall'art. 378 c.p.c., in base al quale, nel giudizio di cassazione, le parti possono presentare memorie non oltre cinque giorni prima dell'udienza di discussione, non possono computarsi, come giorni utili, né il giorno dell'udienza, che — trattandosi di termine a ritroso — costituisce il dies a quo e non è, pertanto, calcolabile, ai sensi dell'art. 155, comma primo, c.p.c., né il giorno dell'effettivo deposito, se esso ricade nel periodo di sospensione feriale, nelle ipotesi in cui essa si applica (in applicazione di tale principio, la Corte ha ritenuto tardiva una memoria depositata il giorno 15 settembre per l'udienza del giorno 20 successivo).
Cass. civ. n. 13768/2005
Il difetto della procura del convenuto, come i vizi della sentenza e in genere quelli degli atti processuali — che ne costituiscono l'antecedente logico e cronologico — possono essere fatti valere solo attraverso le impugnazioni, con la conseguenza che è inammissibile l'eccezione di nullità della procura utilizzata dal convenuto per costituirsi in primo grado, sollevata in sede di legittimità con la memoria depositata ex art. 378 c.p.c.
Cass. civ. n. 11597/2004
Nel giudizio civile di legittimità, la deduzione relativa alla inammissibilità del ricorso incidentale per vizio della procura, rilasciata senza indicare la qualifica attributiva del potere di rappresentanza legale della persona giuridica istante, deve essere svolta nel controricorso al ricorso incidentale, e non con la memoria di cui all'art. 378 c.p.c.
Cass. civ. n. 9069/2003
Gli effetti di una pronuncia di illegittimità costituzionale, sopravvenuta in corso di causa, non possono essere dedotti per la prima volta con la memoria difensiva per il giudizio di cassazione, depositata ai sensi dell'art. 378 c.p.c., atteso che in tale giudizio l'individuazione delle censure avviene attraverso i motivi contenuti nel ricorso e sulla base di questi (nella fattispecie, le Sezioni Unite, in relazione alla questione della tempestività della proposizione di un reclamo al Consiglio nazionale forense in materia elettorale, hanno ritenuto che non potesse essere invocata per la prima volta nella memoria difensiva presentata per l'udienza di discussione la sentenza della Corte costituzionale n. 477 del 2002, che ha dichiarato l'illegittimità del combinato disposto dell'art. 149 c.p.c. e dell'art. 4, terzo comma, della legge 20 novembre 1982, n. 890, nella parte in cui prevede che la notificazione si perfeziona, per il notificante, alla data di ricezione dell'atto da parte del destinatario anziché a quella, antecedente, di consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario).
Cass. civ. n. 8917/2003
Nel giudizio di legittimità, le memorie di cui all'art. 378 c.p.c. sono destinate esclusivamente ad illustrare censure già compiutamente formulate nell'atto di impugnazione, onde non valgono a sanare la radicale carenza di specificità del motivo di ricorso per cassazione.
Cass. civ. n. 3400/1998
Il riconoscimento, anche nel procedimento per regolamento di competenza, della facoltà di tutte le parti di illustrare con memorie le tesi difensive in precedenza svolte (facoltà prevista nel rito camerale innanzi alla Corte di cassazione dall'art. 375, ultimo comma, c.p.c., nel termine di cui all'art. 378) comporta la necessità che, in questo procedimento, qualsiasi memoria sia presentata in cancelleria non oltre cinque giorni prima dell'udienza. Decorso il termine, la parte resta priva della facoltà di svolgere ogni ulteriore attività difensiva, con la conseguente irrilevanza dell'eventuale sostituzione dei difensori verificatasi dopo il decorso di quello stesso termine (nella specie, il ricorrente aveva comunicato la sostituzione del proprio difensore il giorno stesso dell'udienza).
Cass. civ. n. 1926/1998
Nel giudizio di legittimità, ai fini del computo del termine di cinque giorni prima dell'udienza, concesso alle parti dall'art. 378 c.p.c. per la presentazione di memorie, il giorno dell'udienza assume il valore del momento iniziale e resta fuori del periodo utile mentre il quinto giorno costituisce il momento terminale, e deve essere computato in base al principio generale di cui agli artt. 155 c.p.c. e 2963 c.c., secondo cui del dies a quo non si tiene conto e si considera invece il dies ad quem.
Cass. civ. n. 10797/1997
La sostituzione dell'originario disposto normativo di cui all'art. 190 c.p.c. (che prevedeva, per la comunicazione delle comparse conclusionali e delle memorie di replica, i termini di dieci e cinque giorni «liberi» prima dell'udienza di discussione) per effetto della novella di cui all'art. 24 della L. n. 353 del 1990 (che non contiene più menzione alcuna di termini «liberi») ha fatto venir meno il fondamento normativo della tesi secondo la quale i cinque giorni previsti dall'art. 378 c.p.c. per il deposito delle memorie in sede di giudizio di legittimità dovessero intendersi come «liberi» (in armonia, appunto, con le abrogate disposizioni concernenti il deposito di memorie e comparse nel giudizio di merito), con la conseguenza che la norma citata non può che essere, oggi, interpretata alla luce del criterio generale di cui all'art. 155 c.p.c., secondo il quale non vanno conteggiati il giorno e l'ora iniziali, computandosi, viceversa, quelli finali.
Cass. civ. n. 5575/1997
La nullità della sentenza d'appello (derivante nella specie dall'essere stata emessa nonostante il decesso, in corso di causa, dell'unico procuratore delle parti) non può essere rilevata d'ufficio in sede di legittimità né essere ivi utilmente dedotta con le memorie presentate ai sensi dell'art. 378 c.p.c. (che hanno funzione meramente illustrativa di quanto esplicitato in ricorso) ma può essere dichiarata solo in quanto abbia formato oggetto di specifico motivo di censura, dovendo essere fatta valere, conformemente al principio di cui all'art. 161, comma primo, c.p.c. nei limiti e secondo le regole proprie del ricorso per cassazione.
Cass. civ. n. 4445/1997
Nel giudizio di legittimità, con le memorie di cui all'art. 378 c.p.c., destinate esclusivamente ad illustrare ed a chiarire i motivi della impugnazione ovvero alla confutazione delle tesi avversarie, non possono essere dedotte nuove censure né venire sollevate questioni nuove, che non siano rilevabili d'ufficio, e neppure può venir specificato, integrato o ampliato il contenuto dei motivi originari del ricorso.
Cass. civ. n. 710/1995
La memoria difensiva non rientra tra gli atti mediante i quali può essere effettuata la costituzione nel giudizio di cassazione.
Cass. civ. n. 522/1991
La responsabilità aggravata, ai sensi dell'art. 96 primo comma c.p.c., per il pretestuoso esperimento del ricorso per cassazione od anche del ricorso per regolamento di giurisdizione (responsabilità configurabile pure quando la contesa non investa posizioni di diritto soggettivo, in relazione agli oneri che il resistente deve assumere per contrastare la temeraria iniziativa avversaria), può essere affermata solo in presenza di una domanda risarcitoria formulata con il controricorso, non quindi con la memoria di cui all'art. 378 c.p.c. o nel corso della discussione orale, in considerazione dell'esigenza di tutelare il diritto di difesa del destinatario della domanda stessa, con un congruo termine per esercitare la facoltà di replica.
Cass. civ. n. 4524/1990
Anche per il termine previsto dall'art. 378 c.p.c., per il deposito delle memorie difensive nel giudizio di cassazione, trova applicazione la sospensione nel periodo feriale a norma della L. n. 742 del 1969.
Cass. civ. n. 1173/1990
La domanda di risarcimento dei danni, ai sensi dell'art. 96 c.p.c., per responsabilità processuale aggravata, che venga proposta in relazione all'esperimento da parte dell'avversario di regolamento preventivo di giurisdizione a meri fini dilatori, deve ritenersi ammissibile, ancorché formulata solo all'udienza di discussione, tenendo conto che all'uopo non è previsto un termine preclusivo, che resta rispettato il principio del contraddittorio (indipendentemente dal fatto che la controparte non compaia a detta udienza), e che, inoltre, la piena cognizione degli elementi su cui fondare l'indicata domanda può verificarsi solo nella fase conclusiva del procedimento.
Cass. civ. n. 112/1986
Poiché nel procedimento civile in cassazione non è consentito proporre motivi aggiunti o formulare per la prima volta censure per le memorie di cui all'art. 378 c.p.c. — la funzione delle quali è soltanto quella di chiarire le ragioni giustificative dei motivi già debitamente svolti nel ricorso — non è sufficiente ad evitare la sanzione di inammissibilità del ricorso stesso il rinvio, in esso contenuto, a successiva memoria per l'illustrazione dei motivi, che in esso vengono soltanto enunciati, senza alcuna specificazione, precisazione o puntualizzazione del contenuto concreto delle censure.
Cass. civ. n. 711/1984
L'inammissibilità dell'appello per la pretesa inosservanza del termine perentorio di proposizione, ove la relativa eccezione sia stata rigettata dal giudice d'appello, non può essere rilevata d'ufficio in sede di legittimità, né può essere dedotta, per la prima volta, con la memoria illustrativa di cui all'art. 378 c.p.c., ma deve essere fatta valere con i motivi di ricorso, attesa la conversione delle ragioni di nullità della sentenza in motivi di gravame.
Cass. civ. n. 1915/1978
La nullità della sentenza di secondo grado la quale, dopo aver dichiarato che il giudice ordinario ha sulla causa la giurisdizione negata dal primo giudice, pronunci nel merito senza rimettere le parti davanti al primo giudice, può essere fatta valere, a norma dell'art. 161 c.p.c., soltanto nei limiti e secondo le regole proprie del ricorso per cassazione; conseguentemente, tale questione non può formare oggetto di controllo di legittimità qualora venga dedotta per la prima volta nella memoria presentata a norma dell'art. 378 c.p.c.
Cass. civ. n. 3301/1953
Le questioni sulla legittimazione ad agire, essendo rilevabili di ufficio in ogni stato e grado, possono essere dedotte per la prima volta in una memoria davanti alla Corte di cassazione.
Cass. civ. n. 1117/1947
La nullità derivante da vizi relativi alla costituzione del giudice è rilevabile anche d'ufficio, e, come tale, in caso di ricorso per cassazione, può essere denunciata con la memoria per l'udienza, se non abbia formato oggetto di motivo di ricorso.