AUTORE:
Giuseppe Logrieco
ANNO ACCADEMICO: 2019
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Bari
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro si occupa di analizzare l’Arbitro Bancario Finanziario, la sua nascita, natura giuridica, il suo particolare procedimento e il suo istituto nel complesso. Partendo dalle ADR, la ricerca definisce i cosiddetti metodi stragiudiziali di risoluzione delle controversie come un utile rimedio alla lungaggine e onerosità dei processi ordinari. L’Italia è il paese che più degli altri a livello europeo ha violato e viola l’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), il quale fa si che il soggetto debba essere informato, nel più breve tempo possibile, in lingua comprensibile e in modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa formulata a suo carico; di disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie a preparare la sua difesa; di difendersi personalmente o avere l’assistenza di un difensore di sua scelta e, se non ha i mezzi, da un avvocato d’ufficio; di farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua usata; lo stesso articolo definisce come: “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti…”. Le Alternative Dispute Resolution costituiscono un ottimo espediente per evitare il processo, risparmiare tempo e denaro nonché evitare un’eventuale condanna giudiziaria. L’analisi prosegue poi concentrandosi sull’Arbitro Bancario Finanziario, dettando previamente le fondamentali norme sulla trasparenza bancaria e buona fede tra intermediario e cliente, citando le disposizioni del 2003, le modifiche ad opera della Banca d’Italia nel 2009: per trasparenza s’intende la chiarezza del rapporto ottenuta mediante un complesso di informazioni offerte al contraente perché possa conoscere e valutare l’operazione economica al momento della conclusione, e, una volta concluso il contratto, controllare il comportamento della controparte; la conformità del contratto al contenuto tipico determinato in base alla denominazione e ai criteri specifici qualificativi dettati dalla Banca d’Italia. L’analisi si sposta sui profili giuridici dell’istituto dell’ABF, analizzando la sua natura storica, il suo ambito di applicazione, le sue fonti a livello nazionale e comunitario; ancora approfondisce la struttura e funzionamento dell’organo giudicante e delle segreterie tecniche competenti e del Collegio di coordinamento. Infine, si concentra maggiormente sul procedimento davanti all’Arbitro, la disciplina è inquadrabile sia come tutela stragiudiziale di tipo rimediale sia come strumento di composizione del conflitto, fondato sul dovere di cooperazione, sia pur solo per lo stesso intermediario, e su una norma di chiusura dell’istruttoria a mezzi di prova che non siano documentati. La sua natura non è giurisdizionale, né di arbitro vero e proprio , come ribadito dalla Corte Costituzionale, nonostante ciò ci si approccia attraverso una prospettiva processualistica al relativo procedimento, ricorrendo ove necessario e possibile all’applicazione di principi e disposizioni del diritto processuale civile (quali quello della domanda, di imparzialità, del dispositivo e del contraddittorio). Il testo poi si occupa di chiarire determinati aspetti particolari dello stesso processo, quali “contumacia dell’intermediario”, onere della prova e allegazione dei fatti, ma soprattutto riguardo la natura e gli effetti della sanzione reputazionale e della decisione dell’Arbitro Bancario Finanziario, insieme a tutte le modifiche del 2018 maggiormente rilevanti che hanno portato all’affiancamento della disciplina alla direttiva 2013/11/UE. Per concludere, nel terzo ed ultimo capitolo si introduce l’Arbitro per le Controversie Finanziarie, un nuovo sistema di risoluzione stragiudiziale in vigore dal 9 gennaio 2017 e attivo presso la Consob, che prende spunto dalla disciplina dell’ABF, pur essendo per alcuni aspetti completamente differente. L’ACF sin dalla sua istituzione collabora a definire e promuovere forme di cooperazione tra gli ADR di altre giurisdizioni e ad individuare possibili integrazioni delle rispettive piattaforme, oltre a fornire il proprio contributo nell’ambito di iniziative di comunicazione per la conoscenza dello strumento , cercando di supportare il cosiddetto public enforcement della regolazione finanziaria, garantire efficienza e competitività del sistema finanziario, aumento di fiducia per i risparmiatori nei confronti dei prestatori di servizi e la riduzione dei rischi legali e reputazionali a beneficio della stabilità degli intermediari . Segue quindi un’analisi della sua natura storica e del suo quadro giuridico, della composizione del collegio, delle condizioni di procedibilità (soggettive e oggettive) e della procedura ACF nel suo complesso.