Con le varie modifiche alla pensione di vecchiaia, i requisiti si sono inaspriti; infatti il requisito anagrafico è salito a 67 anni, seppur con alcune deroghe che permettono di accedervi prima e che resteranno in vigore sino alla fine del 2028.
Le deroghe permettono di andare in pensione a 60 anni o prima:
- con il regime della pensione anticipata ordinaria o precoce;
- con l'opzione donna, che rientra tra le tipologie di pensione di anzianità. È usufruibile anche dalle lavoratrici autonome che abbiamo 60 anni e 6 mesi, in quanto si aggiunge il periodo di attesa di 18 mesi; invece, per le lavoratrici dipendenti, il periodo di attesa è pari a 12 mesi e la pensione si ottiene a 59 anni (che devono essere stati compiuti entro il 31 dicembre 2023). In merito al requisito contributivo, sono necessari 35 anni di contributi versati;
- con l'isopensione e l'assegno straordinario che hanno permesso, nel triennio 2018-2020, di anticipare la pensione di 7 anni. La prima consiste in un indennizzo a sostegno del reddito. La seconda è a carico dei datori di lavoro che siano destinatari dei Fondi di solidarietà e viene stabilita attraverso un accordo collettivo aziendale.
Ci sono poi categorie di professionisti per i quali è permesso il pensionamento a 60 anni, come l'Enpacl (ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro), che permette il pensionamento con il possesso dei seguenti requisiti:
- 60 anni di età;
- 40 anni di contributi versati.
Per quanto attiene alla pensione anticipata ordinaria, questa è accessibile per chi abbia iniziato a lavorare da giovane e si ottiene con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Il regime contributivo prevede la possibilità del cumulo di contributi versati anche presso casse diverse.
È una tipologia di pensione che viene erogata direttamente dalle gestioni amministrate dall'INPS e resterà in vigore sino al 31 dicembre del 2028.
Per la pensione anticipata precoce, anche questa è ottenibile da chi sia iscritto ad una o più gestioni amministrate dall'Inps, ma i requisiti sono molto diversi. È, infatti, necessario avere 12 mesi di contributi da lavoro accreditati prima dei 19 anni di età. Quindi è possibile andare in pensione con soli 41 anni di contributi. Vedendo i requisiti si può notare che:
- l'iscrizione alla previdenza obbligatoria deve risalire a prima del 1996;
- bisogna appartenere ad una categoria debole o tutelata come gli invalidi sopra il 74%, i caregivers, gli addetti a lavori usuranti o notturni;
- è necessaria una certificazione che attesti il diritto al pensionamento;
- bisogna attendere 3 mesi dalla maturazione di tutti questi requisiti.
Infine abbiamo quota 103. Essa viene confermata annualmente e serve per tutti i dipendenti vicini alla pensione, i quali sono in esubero in azienda. Questa quota si raggiunge con i 62 anni di età e 41 anni di contributi, da maturare entro il 31 dicembre 2024.