Invece, ora, la doccia fredda: probabilmente vi sarà un ulteriore rinvio. Perché la riforma veda la luce, infatti, pare proprio che dovremo aspettare fino al 2026.
Negli ultimi anni ci sono stati vari interventi, da parte di Governi di colore politico diverso, con l’intento di modificare il sistema delle pensioni.
Tuttavia, non si è ancora arrivati a una riforma organica, ma solo a singoli provvedimenti. Abbiamo così avuto Quota 100, Quota 102, fino alla “ultima nata” Quota 103.
In cosa consiste Quota 103?
Quest’ultima, in particolare, è stata introdotta a partire dal 2023.
Vale la pena ricordare in cosa consiste: Quota 103 consente al lavoratore di andare in pensione anticipata con almeno 62 anni di età anagrafica e almeno 41 anni di contributi (62 + 41, appunto 103).
Quota 103 è stata originariamente pensata come misura temporanea, ma si è deciso di estenderla anche al corrente anno e potrebbe essere ulteriormente prorogata anche per il 2025.
Verso Quota 104?
C’è, però, un’altra ipotesi in cantiere: si pensa infatti di istituire Quota 104, ovvero la misura che permetterebbe di andare in pensione anticipata con 63 anni di età e 41 di contributi.
Su questa ipotesi non ci sarebbe tuttavia l’accordo delle forze politiche: infatti, in precedenza Quota 104 aveva trovato l’opposizione della Lega.
Ipotesi Quota 41?
La Lega, sostiene, viceversa, la c.d. “Quota 41” secca: vale a dire andare in pensione con 41 anni di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica.
Sembra difficile, però, che si riesca a giungere all’approvazione di Quota 41, da sempre considerata troppo costosa per lo Stato. Quindi il compromesso potrebbe essere trovato proprio nel continuare con Quota 103 anche per l’anno prossimo.
E sul fronte della pensione di vecchiaia, cambia qualcosa?
Quest’anno non sono previste variazioni su questo versante: quindi anche per il 2024 occorre un’età anagrafica di 67 anni.
APE Sociale
Ricordiamo, poi, che anche per il 2024 è possibile usufruire dell’APE Sociale, ovvero di un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato, erogata dall’Inps e destinata ai soggetti che abbiano un’età di almeno 63 anni e 5 mesi e si trovino in una delle situazioni previste dalla legge (disoccupazione, assistenza a un familiare convivente disabile grave, riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, svolgimento delle professioni definite “gravose” in apposito elenco).
Staremo, dunque, a vedere quali saranno le mosse del Governo sul fronte della riforma delle pensioni. Intanto la spesa pensionistica continua a crescere, come ha reso noto l’INPS in base ai dati del 2023.