Il testamento olografo, dunque, non ha bisogno di altre formalità: non sono necessari né i testimoni né il notaio.
Anche la data del testamento olografo deve essere scritta a mano; lo stesso art. 602 c.c. precisa che essa “deve contenere l'indicazione del giorno, mese e anno”.
La data è di fondamentale importanza: ad esempio, per stabilire l’eventuale incapacità di intendere e di volere del de cuius, che porterebbe all'annullamento del testamento.
Ma che succede se la data inesatta è frutto di un semplice errore materiale?
È possibile una rettifica?
La risposta va ricercata nella giurisprudenza della Corte di Cassazione, in particolare in questa pronuncia: l'ordinanza n. 37228 del 29 novembre 2021.
Nella motivazione di tale provvedimento, in particolare, i Giudici di Piazza Cavour hanno affermato che “l'indicazione erronea della data nel testamento olografo, dovuta, cioè ad errore materiale del testatore per distrazione, ignoranza od altra causa, anche se concretantesi in una data impossibile, non voluta, però, come tale, dal testatore, può essere rettificata dal giudice, avvalendosi di altri elementi intrinseci della scheda testamentaria, così da rispettare il requisito essenziale della autografia dell'atto”.
Spetta al giudice del merito stabilire se si tratta di un mero errore materiale del testatore. Sempre al giudice del merito spetta verificare se il testatore abbia indicato intenzionalmente una data impossibile (evenienza che invece renderebbe annullabile il testamento, perché equivalente a data inesistente).
Per tali ragioni, se il testatore dimentica, ad esempio, di separare con il punto il mese dall'anno, la rettifica è sicuramente ammissibile.
Il caso concreto sul quale si è dovuta pronunciare la Cassazione riguardava proprio la successione testamentaria di un soggetto che aveva redatto un testamento olografo e lo aveva datato in modo impreciso, non separando con alcun segno grafico il mese e l’anno.
Il Tribunale, a cui alcuni eredi si erano rivolti per impugnare il testamento, aveva dunque dichiarato la validità del testamento del defunto.
Contro tale sentenza era poi stato proposto appello, ma la Corte d'appello lo aveva rigettato, sicché la causa era giunta in Cassazione, alla quale era stata prospettata l’invalidità del testamento per mancata indicazione della data ai sensi dell'art. 602 c.c. Ritenendo tale censura inammissibile, la Suprema Corte ha dunque affermato i principi che abbiamo appena illustrato.