Nuovo anno significa nuovi buoni propositi, nuovi progetti, tante idee e promesse di cambiare qualcosa che non ci piace o di raggiungere finalmente qualcosa che desideriamo. Molto spesso, già dopo poche settimane, ci rendiamo conto che, alla fine, il nuovo anno non sarà poi così diverso dal precedente.
Filosofia a parte, però, l'arrivo del nuovo anno può avere anche dei risvolti più concreti, ad esempio dal punto di vista giuridico.
Quando si tratta di legge, diritti, crediti e debiti, si sa, lo scorrere del tempo è fondamentale, in particolare per quanto riguarda l'istituto della
prescrizione.
La prescrizione, lo ricordiamo, è una modalità di estinzione del diritto, che si verifica qualora il titolare non lo abbia esercitato entro un certo termine, previsto dalla legge.
In particolare, rileva per i diritti di credito, perché, dopo un certo periodo, a seconda del tipo di credito, il titolare del diritto non può più richiederne il pagamento al debitore.
Scopriamo un po' insieme, quindi, quali diritti andranno in
prescrizione nel 2024.
In primo luogo, ricordiamo che la disciplina della prescrizione è contenuta nel Codice Civile e, in particolare, negli artt.
2934 e ss. del Codice Civile.
La prescrizione ordinaria è di 10 anni, ma la legge individua diritti che si prescrivono in 5 anni o in termini più brevi.
Vi sono, inoltre, quelle che si definiscono
prescrizioni presuntive, relative a debiti che si considerano estinti, sino a prova contraria.
Se hai un debito e vorresti non pagarlo, chiaramente hai interesse affinché decorra il
termine di prescrizione, ma se, invece, hai un credito, allora ti conviene interrompere il decorso del termine, in modo che questo si azzeri e riparta daccapo.
Per fare ciò, è necessario un
atto interruttivo, come una diffida o un sollecito di pagamento, da notificare tramite raccomandata a/r o tramite pec.
Detto ciò, ex art.
2946 del Codice Civile, nel 2024 si estingueranno i crediti del
2014 soggetti all'ordinaria
prescrizione decennale.
In particolare, si tratta di crediti derivanti da contratti e fatture, e in ogni caso crediti non soggetti alla prescrizione breve, come ad esempio:
-
fatture non pagate;
-
finanziamenti, prestiti e mutui;
-
tasse e imposte, quali Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta di bollo etc.;
-
ticket sanitari;
-
sentenze di condanna al pagamento e decreti ingiuntivi;
-
spese condominiali straordinarie.
Naturalmente, occorrerà verificare il mese in cui tali crediti andranno in prescrizione e calcolare il decorso del termine assicurandosi che non siano intervenuti atti interruttivi.
Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, nel caso di richiesta di pagamento oltre il termine, andrà presentato ricorso eccependo l'intervenuta prescrizione.
L'art.
2948 del Codice Civile, invece, disciplina i crediti soggetti a
prescrizione quinquennale.
Di conseguenza, nel 2024 andranno in prescrizione, sempre che non sia intervenuto atto interruttivo, i crediti risalenti al 2018 e al 2019.
In particolare, si prescriveranno:
-
bollette del telefono;
-
canone di locazione;
-
spese condominiali ordinarie;
-
omessa dichiarazione dei redditi;
-
multe stradali;
-
indennità di fine lavoro e TFR;
-
interessi bancari;
-
danni derivanti da fatti illeciti;
-
annualità di rendite perpetue o vitalizie;
-
utili dei soci in azienda;
-
abbonamenti come, ad esempio, servizi di streaming;
-
titoli di Stato emessi al portatore;
-
alimenti e assegno di mantenimento;
-
tasse e imposte dovute agli enti locali, quali Imu, Tari, Icp, Tosap, Dpa, tassa di soggiorno, Ipt;
-
contributi dovuti all’Inps e Inail;
-
cartelle esattoriali relative ai tributi che si prescrivono in 5 anni;
-
interessi sulle imposte con prescrizione quinquennale;
-
alcuni crediti derivanti dal rapporto di lavoro come stipendi, differenze retributive, tredicesima, quattordicesima, indennità sostituiva di preavviso.
Spesso si ha difficoltà a capire da quale momento effettuare il calcolo della decorrenza del termine.
Ad esempio, per quanto riguarda i crediti da lavoro la decorrenza parte dalla cessazione del rapporto di lavoro, mentre, per i pagamenti periodici o dilazionati, la prescrizione si calcola per ogni rata o pagamento.
Per quanto riguarda
tributi,
imposte e
sanzioni amministrative i termini iniziano a decorrere
dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era atteso il pagamento. Di conseguenza, per tale ultima categoria si ha la certezza che, il 1° gennaio 2024, si prescriverà quanto dovuto nell’anno
2018.
Andrà poi calcolata la prescrizione dei crediti soggetti a prescrizione quinquennale e risalenti al 2019, che si prescriveranno altresì nel 2024.
Ex art.
2956 del Codice Civile sono soggetti a
prescrizione triennale, e quindi si prescriveranno nel 2024, i seguenti crediti relativi al
2021:
-
pagamenti delle prestazioni di lavoro per periodi superiori a 1 mese;
-
compenso delle opere e rimborso delle spese ai professionisti;
-
compenso dei notai;
-
compenso degli insegnanti per lezioni impartite per tempo superiore al mese.
Si prescrive altresì in 3 anni il bollo auto, ma con decorrenza dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Quindi, il 1° gennaio 2024, si prescrive il bollo auto che doveva essere pagato nel 2020.
Nel 2024, inoltre, si prescriveranno altresì le bollette di luce, acqua e gas emesse nel 2022, con decorrenza dall'ultimo giorno utile per il pagamento, essendo soggette a prescrizione di due anni, nonché le spese condominiali dovute dall’inquilino, con decorrenza dalla richiesta del locatore.
Ma esistono anche prescrizioni ancora più brevi. Difatti, il 2024 sarà anche l'anno in cui si prescriveranno i crediti del 2023 soggetti a prescrizione di 6 mesi, come il diritto degli albergatori per il vitto e l'alloggio che somministrano, nonché i crediti soggetti alla prescrizione di 1 anno, come:
-
compenso degli insegnanti per le lezioni impartite a giorni, mesi od ore;
-
compenso dei prestatori di lavoro per periodi inferiori al mese;
-
pensione e istruzione a convitti e case di educazione;
-
compenso degli ufficiali giudiziari;
-
prezzo dei medicinali;
-
pagamento dei commercianti per beni acquistati al dettaglio senza fini commerciali.