La disposizione in esame esprime in positivo il
principio di legalità delle misure cautelari, secondo il quale la
libertà personale può essere limitata tramite misure cautelari solamente nei casi previsti dalla legge.
Alla norma in oggetto ed alla garanzia che se ne ricava sotto il profilo della riserva di legge fa subito riscontro la disposizione di cui all'art.
279, norma generale attributiva della competenza funzionale, nella quale si riflette la garanzia della
riserva di giurisdizione in ordine al medesimo settore.
In tal modo viene data attuazione alla scelta della legge delega di riservare all'organo giurisdizionale la titolarità esclusiva dei poteri in materia di restrizioni della libertà personale, riconoscendo al
pubblico ministero unicamente il potere di fermo degli indiziati (art.
384).
La
libertà personale rappresenta il diritto fondamentale più importante, e consiste essenzialmente nel diritto della persona a non subire coercizioni, restrizioni fisiche ed arresti. Esso si traduce dunque
in primis in una tutela avverso gli abusi dell'Autorità e, specularmente, costituisce l'indispensabile condizione per poter godere dell'autonomia ed indipendenza necessarie per esercitare gli altri diritti fondamentali.
Il procedimento è minuziosamente disciplinato dal codice di procedura penale (artt.
380 e ss.) con riferimento all'
arresto ed al
fermo. Ad ogni modo, l'articolo
13 Cost. richiede il rispetto della personalità e dignità della personalità, con il divieto assoluto di compiere atti arbitrari di violenza o di coercizione.
Per quanto concerne più nello specifico le
misure cautelari, esse si dividono in
personali, il cui presupposto principale è l'esistenza di gravi indizi di colpevolezza (oltre al pericolo di fuga, di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato), e
reali, che determinano l'indisponibilità di cose o beni, per esigenze probatorie o di pubblica sicurezza.
Presupposti per l'applicazione delle misure cautelari reali sono il
periculum in mora ed il
fumus di reato. Il primo concetto descrive la necessità di verificare se la disponibilità del bene possa compromettere le esigenze investigative, mentre il secondo richiede la verosomiglianza degli accadimenti, così come descritti nel provvedimento.