Brocardi.it - L'avvocato in un click! CHI SIAMO   CONSULENZA LEGALE

Articolo 768 Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262)

[Aggiornato al 26/11/2024]

Alienazione della porzione ereditaria

Dispositivo dell'art. 768 Codice Civile

Il coerede che ha alienato la sua porzione o una parte di essa non è più ammesso a impugnare la divisione per dolo [1439 c.c.] o violenza [1434 c.c.], se l'alienazione è seguita quando il dolo era stato scoperto o la violenza era cessata(1).

Il coerede non perde il diritto di proporre l'impugnazione, se la vendita è limitata a oggetti di facile deterioramento o di valore minimo in rapporto alla quota.

Note

(1) E', invece, possibile l'azione di rescissione o la richiesta di risarcimento del danno, ove sussistano i relativi presupposti (v. art. 768 del c.c.).

Ratio Legis

L'esclusione dell'impugnazione per dolo o violenza si giustifica in considerazione del fatto che l'alienazione della quota con la consapevolezza del vizio che inficia l'atto di divisione equivale ad una tacita conferma del negozio invalido (v. art. 1444 del c.c.). A ciò si aggiunge l'esigenza di salvaguardare, per quanto possibile, la divisione già compiuta. Analoga necessità non si ravvisa in relazione ai beni di facile deterioramento in quanto, a fronte dell'impossibilità di restituire tali beni, non è configurabile una nuova divisione.

Spiegazione dell'art. 768 Codice Civile

Questa disposizione riproduce l’art. #1043# del vecchio codice del 1865, con l'aggiunta del comma 2. Si stabilisce che l’alienazione della quota o di parte di essa (salvo quanto è previsto nel capoverso) avvenuta dopo scoperto il dolo o cessata la violenza, importa decadenza dal diritto di impugnare la divisione. Infatti il coerede, di massima, deve, per effetto dell'accoglimento dell’impugnativa, rimettere in massa quanto gli era pervenuto dalla prima divisione, cosa che nella prevista ipotesi non potrebbe più fare per fatto proprio; mentre, se l’alienazione è avvenuta prima, restano integri i suoi diritti.

Relazione al Codice Civile

(Relazione del Ministro Guardasigilli Dino Grandi al Codice Civile del 4 aprile 1942)

Tesi di laurea correlate all'articolo

Hai un dubbio o un problema su questo argomento?

Scrivi alla nostra redazione giuridica

e ricevi la tua risposta entro 5 giorni a soli 29,90 €

Nel caso si necessiti di allegare documentazione o altro materiale informativo relativo al quesito posto, basterà seguire le indicazioni che verranno fornite via email una volta effettuato il pagamento.

SEI UN AVVOCATO?
AFFIDA A NOI LE TUE RICERCHE!

Sei un professionista e necessiti di una ricerca giuridica su questo articolo? Un cliente ti ha chiesto un parere su questo argomento o devi redigere un atto riguardante la materia?
Inviaci la tua richiesta e ottieni in tempi brevissimi quanto ti serve per lo svolgimento della tua attività professionale!

Consulenze legali
relative all'articolo 768 Codice Civile

Seguono tutti i quesiti posti dagli utenti del sito che hanno ricevuto una risposta da parte della redazione giuridica di Brocardi.it usufruendo del servizio di consulenza legale. Si precisa che l'elenco non è completo, poiché non risultano pubblicati i pareri legali resi a tutti quei clienti che, per varie ragioni, hanno espressamente richiesto la riservatezza.

Antonio chiede
lunedģ 25/10/2010

“Cosa disciplina la legge n. 55/2006?”

Consulenza legale i 01/11/2010

La l. n. 55/2006 disciplina l'istituto del patto di famiglia, previsto e disciplinato nei nuovi articoli da 768 bis a 768 octies nel codice civile. Il patto di famiglia è uno strumento contrattuale attraverso il quale l'imprenditore può designare in anticipo chi, fra i più stretti famigliari, debba succedergli quale titolare dell'azienda (o della propria partecipazione sociale) senza attendere l'apertura della successione. L'istituto riveste interesse soprattutto per le imprese a ristretta compagine e a matrice familiare, spesso esposte a rischio di conflitti tra gli eredi del titolare.
Il patto di famiglia è un contratto formale, plurilaterale, intuitu personae, ad efficacia reale: esso trasferisce la titolarità dell'azienda o delle partecipazioni a titolo gratuito e con effetti immediati. Il negozio deve essere inderogabilmente stipulato per atto pubblico notarile, a pena di nullità.
Al patto di famiglia devono partecipare, oltre al disponente e al discendente beneficiario, anche il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la successione nel patrimonio dell'imprenditore.