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Articolo 76 Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262)

[Aggiornato al 26/11/2024]

Computo dei gradi

Dispositivo dell'art. 76 Codice Civile

Nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite .

Nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, sempre restando escluso lo stipite.


Brocardi

Computatio civilis
Tot sunt gradus quot generationes, dempto stipite

Spiegazione dell'art. 76 Codice Civile

Il metodo di computo del grado ex art. 76 c.c. si ottiene calcolando le varie generazioni escluso lo stipite, pari al numero di rapporti tra generante e generato – oppure, alternativamente ma necessariamente, si perverrà al medesimo risultato numerico contando singolarmente le persone che si incontrano salendo al parente comune, togliendone una.
Due esempi: il rapporto di parentela fra nonno e nipote è di secondo grado, contandosi tre generazioni (nonno, figlio e nipote); i figli dello zio paterno (sia esso fratello o cognato del padre del defunto non rileva) sono parenti di 4° grado (si contino: defunto, padre, stipite comune dei nonni, figlio/a di questi ultimi che a sua volta è padre/madre dei cugini).

Relazione al Codice Civile

(Relazione del Ministro Guardasigilli Dino Grandi al Codice Civile del 4 aprile 1942)

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Consulenze legali
relative all'articolo 76 Codice Civile

Seguono tutti i quesiti posti dagli utenti del sito che hanno ricevuto una risposta da parte della redazione giuridica di Brocardi.it usufruendo del servizio di consulenza legale. Si precisa che l'elenco non è completo, poiché non risultano pubblicati i pareri legali resi a tutti quei clienti che, per varie ragioni, hanno espressamente richiesto la riservatezza.

Maria T. C. chiede
domenica 09/09/2018 - Sardegna
“Alla morte di un cugino rimangano in vita:
- una zia sorella di sua madre, ( parente terzo grado)
- due nipoti figli di un fratello di sua madre (parenti quarto grado)
- una nipote figlia di una sorella di sua madre, unilaterale da parte di madre, nata in un
precedente matrimonio della nonna, poi risposatasi con il nonno del cuius.
Quest'ultima cugina nata nel 1953, figlia della zia unilaterale è stata adottata nei primi giorni di vita, in quanto abbandonata dai genitori naturali. In quel periodo era molto più semplice il procedimento dell'adozione.
Chiedo gentilmente come deve essere divisa l'eredità del cugino ed eventualmente le quote e se rientra dell'asse ereditario la cugina adottata della zia unilaterale.
Secondo l'art. 572 del codice civile, l'unica erede dovrebbe essere la zia perché è la parente più vicina. Sono stata delegata dalla zia del de cuius per la successione e i commercialisti interpellati hanno dei pareri discordi.
Ringrazio per l'attenzione

Consulenza legale i 12/09/2018
Sia la conclusione a cui si giunge nel testo del quesito sia il calcolo dei gradi di parentela risultano corretti.
Cerchiamo adesso di individuare, però, sulla base di quali norme del codice civile può affermarsi che tali considerazioni sono esatte.

La prima norma da prendere in esame è l’art. 565 del c.c., il quale individua i soggetti in favore dei quali si apre la successione legittima, disponendo che prima di devolversi allo Stato, il patrimonio ereditario si trasmette in favore del coniuge, dei discendenti, degli ascendenti e degli altri parenti.
L’assenza, nel caso che ci riguarda, di coniuge, discendenti e ascendenti, comporta la necessità di stabilire chi debba farsi rientrare nella categoria degli altri parenti, ciò di cui si occupa espressamente il successivo art. 572 del c.c., ai sensi del quale, in assenza dei soggetti ivi espressamente indicati (tutti parenti entro il terzo grado), l’eredità si devolve in favore del parente o dei parenti prossimi, per tali intendendosi i parenti dal terzo al sesto grado, senza distinzioni di linea.

Si tenga presente che “gli altri parenti” vengono esclusi tutte le volte in cui vi sia il coniuge a succedere (in tal senso si argomenta dall’art. 583 del c.c.) e nei casi in cui vi siano i presupposti perché possa operare l’istituto della rappresentazione; quest’ultimo istituto, in particolare, trova applicazione nella linea retta a favore dei discendenti dei figli, anche adottivi, e nella linea collaterale a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto (così art. 468 c.c.).

Nel caso di specie il de cuius non ha nè coniuge, nè figli, nè fratelli o sorelle e neppure ascendenti; dovendosi anche escludere l’operatività dell’istituto della rappresentazione (possibile solo, si ripete, in favore dei discendenti dei figli o dei fratelli e sorelle del defunto stesso), l’eredità non può che devolversi in favore del parente prossimo in grado, ossia la zia, sorella della madre del defunto stesso, parente in terzo grado.
Gli altri soggetti a cui si fa cenno nel quesito, invece, sono tutti da qualificare come parenti di quarto grado, e ciò secondo il sistema di computo dei gradi fissato dall’art. 76 c.c.
Stabilisce tale norma, infatti, che nella linea collaterale (gli zii sono indubbiamente parenti in linea collaterale) i gradi si computano salendo da uno dei parenti fino ad arrivare allo stipite comune e da questo discendendo di nuovo all’altro parente di cui si vuole stabilire il grado, restando escluso lo stipite comune.
Applicando tale sistema di calcolo al caso che ci riguarda, avremo che dal de cuius occorrerà risalire fino ai genitori della madre per poi ridiscendere alla zia ancora in vita (parente in terzo grado) ed ai figli degli zii defunti (parenti in quarto grado).

Solo per completezza e perché se ne fa cenno nel quesito (quando si parla della nipote adottata figlia della zia unilaterale), si ritiene opportuno chiarire che la distinzione tra parentela unilaterale e bilaterale è irrilevante all'interno dell’ordine successorio fissato dall’art. 572 c.c. e che la parentela sorge sia se la filiazione è avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso di figlio adottivo, ad esclusione degli adottati maggiori di età (art. 74 del c.c.).
Con questo vuol dirsi che, nel caso in cui tutti i parenti fossero stati di quarto grado, anche la figlia adottiva della zia unilaterale avrebbe avuto diritto ad una quota di eredità insieme agli altri eredi di pari grado.

Rita chiede
mercoledì 09/07/2014 - Sicilia
“Mario Bianchi, morendo, non lascia nè moglie, nè figli, nè sorelle e fratelli, nè testamento. I genitori di Mario sono morti, i nonni paterni e materni sono entrambi morti. I figli della nonna materna sono tutti morti. La nonna paterna ha contratto due matrimoni: dal primo, col sig. Bianchi, sono nati il padre di Mario e un'altra figlia (ora entrambi morti). Dal secondo matrimonio col sig.Rossi ebbe tre figli, di cui uno è morto e gli altri due sono viventi. Il quesito è questo: ai due figli nati dal secondo matrimonio col sig. Rossi, toccherebbero una parte dell'eredità del sig. Mario Bianchi ?”
Consulenza legale i 22/07/2014
La successione legittima opera nei confronti di coniuge, figli, fratelli, ascendenti e parenti entro il sesto grado.
Nel caso di specie il dubbio riguarda evidentemente la possibilità di considerare come parenti, e quindi eredi legittimi, i figli del secondo matrimonio della nonna paterna.
La parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio sia adottivo (art. 74 del c.c.).
Sono parenti in linea retta le persone di cui l'una discende dall'altra; in linea collaterale quelle che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra (art. 75 del c.c.).
La situazione esposta vede il padre del defunto avere dei fratelli uterini di cognome Rossi, (che hanno in comune la madre), figli di secondo letto della nonna di Mario Bianchi.
I fratelli "unilaterali" sono parenti ma, ai sensi dell'art. 570 del c.c. ereditano solo la metà rispetto ai fratelli "germani" (che hanno in comune entrambi i genitori).
Alla luce di tutte queste osservazioni, si deve concludere che questi "prozii unilaterali" del defunto Mario Bianchi siano suoi parenti, in quando discendenti da un comune stipite (la nonna di Mario nonché madre dei fratelli Rossi). In particolare, sono parenti di terzo grado e quindi successibili in base all'art. 572 del c.c.
In assenza di altri soggetti che possono succedere, ad essi andrà l'eredità di Mario Bianchi, qualora la volessero accettare.

Lucia chiede
giovedì 09/01/2014 - Lombardia
“Il figlio del fratello di mia nonna che grado di parentela ha con me??”
Consulenza legale i 06/02/2014
Si tratta di un parente di quinto grado, in quanto ai sensi dell'art. 76 del c.c. si computano quante sono le generazioni: Tizio - Genitore di Tizio - Nonna di Tizio - Genitore della nonna di Tizio - Fratello della nonna di Tizio - Figlio del fratello della nonna di Tizio.

Paolo chiede
lunedì 04/07/2011 - Veneto
“Due cugini di "primo grado" sono parenti tra loro in che grado?
grazie”

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