AUTORE:
Davide Barbato
ANNO ACCADEMICO: 2023
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Salerno
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Venti di mutazione relazionale iniziano a spirare, con crescente velocità, tra gli attori del c.d. mercato.
Nella società-sistema contemporanea sembrerebbe non potersi più contemplare una asettica valutazione economica secondo schemi di impostazione neoclassica o tantomeno afferenti ad altre teorie che hanno avuto sfortuna nella prova d’esame con la realtà.
Il protagonista assoluto della rivoluzione copernicana, positiva o negativa a seconda delle opinioni, forse meramente personali, è senza dubbio l’ingresso del trentennale player chiamato internet.
Il sistema economico pone un dilemma identitario assumendo una forma metamorfica poiché vittima di una crasi forzata con il mondo digitale. Esigenze socio-evolutive hanno imposto una riconsiderazione sia dei soggetti interni al mercato che del mercato stesso.
L’art. 41 Cost. con andamento sinusoidale prevede assetti di libertà di iniziativa economica; il primo comma sancisce, infatti, che “L’iniziativa economica privata è libera”. Questa disposizione viene normativamente subordinata con carattere avversativo dal comma secondo in relazione ai criteri di utilità sociale e dal rischio di danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Analizzando il comma terzo invece, assume rilievo il carattere coordinativo tra le iniziative private e pubbliche che devono essere interpretate attraverso la lente delle finalità sociali e ambientali.
In seguito, si vedrà come (sul punto la stragrande maggioranza della dottrina sembrerebbe concorde) la c.d. costituzione economica rilevi ben poco ai fini della regolazione antitrust e anticoncorrenziale in quanto la disciplina appena citata è frutto di una elaborazione legislativa e giurisprudenziale europea.
Il mercato unico europeo (descritto come as one of the EU’s biggest assets) necessita per un corretto bilanciamento e una armonizzazione di fondo di standard de facto, possibili e ammissibili solo se costituiti in seno agli organi europei deputati e di una considerazione, soprattutto in ambito digitale, paneuropea.
Il consolidamento delle piattaforme online, e in special modo dei gatekeepers, ha provocato un cambio di paradigma nel contesto legislativo, normativo ed economico. Il progresso e lo sviluppo tecno-digitale hanno rivoluzionato il modo di pensare il mercato ed il modo di fare mercato. La nuova struttura di quest’ultimo deve confrontarsi con i diritti fondamentali individuali; la protezione di essi deve orientare, con assoluta priorità, le logiche legislative, politiche ed economiche. L’ecosistema digitale si muove dinamicamente nel sistema-società e si condivide, a tal proposito, l’immaginario di una normativa armonizzata - con contenuti di principio che riescano a limitare efficacemente lo strapotere di alcune imprese che operano in esso - che non appesantisca tout court un già frammentario e complesso scenario.
I valori e i princìpi della società online devono ricercarsi in una trasformazione digitale sicura, ma anche nel ruolo centrale della tutela della persona.
Il decennio digitale si avvia verso il suo tramonto, che è lo stesso momento in cui bisogna iniziare a tirare le somme di ciò che è stato fatto e di cosa è necessario fare. All’interno del preambolo della “Dichiarazione dei diritti e dei princìpi digitali per il decennio digitale” si può notare, come si è sottolineato, al punto 2, che “la trasformazione digitale interessa ogni aspetto della vita delle persone” agganciandosi, in questo modo, ai diritti fondamentali e inderogabili dei trattati istitutivi dell’Unione Europea e della “unione di valori” sancita all’art. 2 del TUE, nonché dei princìpi costituzionali della generalità delle costituzioni nazionali.
Nella società-sistema contemporanea sembrerebbe non potersi più contemplare una asettica valutazione economica secondo schemi di impostazione neoclassica o tantomeno afferenti ad altre teorie che hanno avuto sfortuna nella prova d’esame con la realtà.
Il protagonista assoluto della rivoluzione copernicana, positiva o negativa a seconda delle opinioni, forse meramente personali, è senza dubbio l’ingresso del trentennale player chiamato internet.
Il sistema economico pone un dilemma identitario assumendo una forma metamorfica poiché vittima di una crasi forzata con il mondo digitale. Esigenze socio-evolutive hanno imposto una riconsiderazione sia dei soggetti interni al mercato che del mercato stesso.
L’art. 41 Cost. con andamento sinusoidale prevede assetti di libertà di iniziativa economica; il primo comma sancisce, infatti, che “L’iniziativa economica privata è libera”. Questa disposizione viene normativamente subordinata con carattere avversativo dal comma secondo in relazione ai criteri di utilità sociale e dal rischio di danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Analizzando il comma terzo invece, assume rilievo il carattere coordinativo tra le iniziative private e pubbliche che devono essere interpretate attraverso la lente delle finalità sociali e ambientali.
In seguito, si vedrà come (sul punto la stragrande maggioranza della dottrina sembrerebbe concorde) la c.d. costituzione economica rilevi ben poco ai fini della regolazione antitrust e anticoncorrenziale in quanto la disciplina appena citata è frutto di una elaborazione legislativa e giurisprudenziale europea.
Il mercato unico europeo (descritto come as one of the EU’s biggest assets) necessita per un corretto bilanciamento e una armonizzazione di fondo di standard de facto, possibili e ammissibili solo se costituiti in seno agli organi europei deputati e di una considerazione, soprattutto in ambito digitale, paneuropea.
Il consolidamento delle piattaforme online, e in special modo dei gatekeepers, ha provocato un cambio di paradigma nel contesto legislativo, normativo ed economico. Il progresso e lo sviluppo tecno-digitale hanno rivoluzionato il modo di pensare il mercato ed il modo di fare mercato. La nuova struttura di quest’ultimo deve confrontarsi con i diritti fondamentali individuali; la protezione di essi deve orientare, con assoluta priorità, le logiche legislative, politiche ed economiche. L’ecosistema digitale si muove dinamicamente nel sistema-società e si condivide, a tal proposito, l’immaginario di una normativa armonizzata - con contenuti di principio che riescano a limitare efficacemente lo strapotere di alcune imprese che operano in esso - che non appesantisca tout court un già frammentario e complesso scenario.
I valori e i princìpi della società online devono ricercarsi in una trasformazione digitale sicura, ma anche nel ruolo centrale della tutela della persona.
Il decennio digitale si avvia verso il suo tramonto, che è lo stesso momento in cui bisogna iniziare a tirare le somme di ciò che è stato fatto e di cosa è necessario fare. All’interno del preambolo della “Dichiarazione dei diritti e dei princìpi digitali per il decennio digitale” si può notare, come si è sottolineato, al punto 2, che “la trasformazione digitale interessa ogni aspetto della vita delle persone” agganciandosi, in questo modo, ai diritti fondamentali e inderogabili dei trattati istitutivi dell’Unione Europea e della “unione di valori” sancita all’art. 2 del TUE, nonché dei princìpi costituzionali della generalità delle costituzioni nazionali.