AUTORE:
Martina Donetti
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Milano - Bicocca
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro illustra ed analizza i princìpi costituzionali del giusto processo e l’influenza che questi hanno sull’ottenimento di un provvedimento giurisdizionale che possa dirsi altrettanto “giusto”.
L’ambito d’indagine riguarda il processo civile che, in considerazione dell’argomento trattato, si presenta legato in maniera indissolubile a riflessioni che interessano non solo il diritto processuale, ma anche il diritto costituzionale.
In particolare, l’attenzione viene posta sulle ultime riforme legislative intervenute in materia, allo scopo di confrontarle, in primo luogo, con le disposizioni sovrannazionali dalle quali esse traggono origine e, in secondo luogo, con il previgente ordinamento, con il fine ultimo di analizzare le divergenze tra i due sistemi e le conseguenti e significative novità introdotte.
Il punto di partenza del presente lavoro è proprio l’espressione “giusto processo” e, più specificatamente, il concetto che ne sta alla base, tematica questa che è rimasta per lungo tempo al centro dei dibattiti giurisprudenziali e dottrinali successivi all’introduzione del comma 2°, art. 111, della Costituzione - operata dalla rif. Cost. n° 2/1999 - nel quale tale principio è stato annoverato. Invero, l’analisi delle riflessioni poste in essere dai giuristi e dagli studiosi del diritto è stata lo stimolo per approfondire la più generale questione della giustizia procedurale e, assieme a questa, anche gli spunti legislativi che la garanzia costituzionale del giusto processo ha offerto al legislatore nell’adozione di nuove norme volte a punire, con la più grave sanzione della nullità, tutte quelle sentenze che vengano rese in assenza del rispetto dei princìpi di cui all’art. 111 Cost. Ed è proprio a tale proposito che si è parlato della nullità delle cosiddette decisioni “a sorpresa”, emanate da un giudice che non si curi di rispettare il contraddittorio tra le parti, ovvero quello che probabilmente costituisce il pilastro fondamentale dei valori del giusto processo.
L’elaborato è articolato in tre capitoli: nel primo, dopo un breve excursus sul valore e sui diversi significati attribuiti alla garanzia del giusto processo, il principio in questione viene esaminato prima nel contesto sovrannazionale, con particolare attenzione alla tutela offerta in materia dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e, poi, in quello nazionale, nell’ambito del quale vengono esposte ed analizzate specificatamente tutte le garanzie introdotte nel comma 2°, art. 111, Cost. che, insieme, costituiscono i princìpi del giusto processo.
Nel secondo capitolo viene invece esaminata la sentenza civile, in tutti i suoi aspetti, partendo dal procedimento di formazione fino a giungere al contenuto della stessa, per trattare poi più specificatamente della motivazione, del dispositivo e delle possibili soluzioni utilizzabili al fine di dirimere un eventuale contrasto tra questi due. Fatto questo, nel medesimo capitolo, l’elaborato tratta il tema della giusta decisione e della facoltà di impugnazione concessa alle parti in caso di emanazione di una sentenza ingiusta.
Il terzo capitolo, infine, esamina le implicazioni che la garanzia costituzionale del giusto processo pone in relazione alle sentenze della terza via, curando nel dettaglio la portata innovatrice della riforma n° 69/2009 ed analizzando la variopinta polifonia interpretativa di giurisprudenza e dottrina protrattasi per lungo tempo ed arginata definitivamente dal legislatore della citata riforma, attraverso l’esplicita previsione della sanzione di nullità.
La stesura di questo elaborato ha permesso di prendere gradualmente coscienza della rilevanza del principio del giusto processo e della costante ricerca del metodo più efficace per l’emanazione di una giusta decisione che si è compiuta e si sta tuttora compiendo attraverso innumerevoli dibattiti giurisprudenziali e dottrinali, protagonisti di un’evoluzione che ancora lunga strada dovrà percorrere negli anni a venire.
Il tema sviluppato in questo scritto può quindi considerarsi emblematico dello sforzo interpretativo posto in essere da giuristi e studiosi del diritto nella ricerca della soluzione più coerente possibile con princìpi del giusto processo, navigando in un sistema ermeneutico che, spesso, si rivela imperfetto ed oscuro.
L’ambito d’indagine riguarda il processo civile che, in considerazione dell’argomento trattato, si presenta legato in maniera indissolubile a riflessioni che interessano non solo il diritto processuale, ma anche il diritto costituzionale.
In particolare, l’attenzione viene posta sulle ultime riforme legislative intervenute in materia, allo scopo di confrontarle, in primo luogo, con le disposizioni sovrannazionali dalle quali esse traggono origine e, in secondo luogo, con il previgente ordinamento, con il fine ultimo di analizzare le divergenze tra i due sistemi e le conseguenti e significative novità introdotte.
Il punto di partenza del presente lavoro è proprio l’espressione “giusto processo” e, più specificatamente, il concetto che ne sta alla base, tematica questa che è rimasta per lungo tempo al centro dei dibattiti giurisprudenziali e dottrinali successivi all’introduzione del comma 2°, art. 111, della Costituzione - operata dalla rif. Cost. n° 2/1999 - nel quale tale principio è stato annoverato. Invero, l’analisi delle riflessioni poste in essere dai giuristi e dagli studiosi del diritto è stata lo stimolo per approfondire la più generale questione della giustizia procedurale e, assieme a questa, anche gli spunti legislativi che la garanzia costituzionale del giusto processo ha offerto al legislatore nell’adozione di nuove norme volte a punire, con la più grave sanzione della nullità, tutte quelle sentenze che vengano rese in assenza del rispetto dei princìpi di cui all’art. 111 Cost. Ed è proprio a tale proposito che si è parlato della nullità delle cosiddette decisioni “a sorpresa”, emanate da un giudice che non si curi di rispettare il contraddittorio tra le parti, ovvero quello che probabilmente costituisce il pilastro fondamentale dei valori del giusto processo.
L’elaborato è articolato in tre capitoli: nel primo, dopo un breve excursus sul valore e sui diversi significati attribuiti alla garanzia del giusto processo, il principio in questione viene esaminato prima nel contesto sovrannazionale, con particolare attenzione alla tutela offerta in materia dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e, poi, in quello nazionale, nell’ambito del quale vengono esposte ed analizzate specificatamente tutte le garanzie introdotte nel comma 2°, art. 111, Cost. che, insieme, costituiscono i princìpi del giusto processo.
Nel secondo capitolo viene invece esaminata la sentenza civile, in tutti i suoi aspetti, partendo dal procedimento di formazione fino a giungere al contenuto della stessa, per trattare poi più specificatamente della motivazione, del dispositivo e delle possibili soluzioni utilizzabili al fine di dirimere un eventuale contrasto tra questi due. Fatto questo, nel medesimo capitolo, l’elaborato tratta il tema della giusta decisione e della facoltà di impugnazione concessa alle parti in caso di emanazione di una sentenza ingiusta.
Il terzo capitolo, infine, esamina le implicazioni che la garanzia costituzionale del giusto processo pone in relazione alle sentenze della terza via, curando nel dettaglio la portata innovatrice della riforma n° 69/2009 ed analizzando la variopinta polifonia interpretativa di giurisprudenza e dottrina protrattasi per lungo tempo ed arginata definitivamente dal legislatore della citata riforma, attraverso l’esplicita previsione della sanzione di nullità.
La stesura di questo elaborato ha permesso di prendere gradualmente coscienza della rilevanza del principio del giusto processo e della costante ricerca del metodo più efficace per l’emanazione di una giusta decisione che si è compiuta e si sta tuttora compiendo attraverso innumerevoli dibattiti giurisprudenziali e dottrinali, protagonisti di un’evoluzione che ancora lunga strada dovrà percorrere negli anni a venire.
Il tema sviluppato in questo scritto può quindi considerarsi emblematico dello sforzo interpretativo posto in essere da giuristi e studiosi del diritto nella ricerca della soluzione più coerente possibile con princìpi del giusto processo, navigando in un sistema ermeneutico che, spesso, si rivela imperfetto ed oscuro.