AUTORE:
Gian Mario Pinelli
ANNO ACCADEMICO: 2019
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea (vecchio ordinamento)
ATENEO: Universitą degli Studi della Campania
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro abbraccia trasversalmente tre distinte materie: Diritto pubblico, diritto ecclesiastico e storia delle costituzioni moderne. Ha ad oggetto uno dei più grandi intellettuali del novecento; un uomo piuttosto atipico, poliedrico, dotato di una formazione che potremmo definire “irregolare”: Don Giuseppe Dossetti. Prima di iniziare questo lavoro non conoscevo Dossetti, ma, nel corso della ricerca, don Giuseppe ha conquistato la mia attenzione di studente appassionato di storia giuridica e dei sistemi politici; ha fatto sorgere in me un fermo interrogativo: come mai un uomo che ha combattuto durante la resistenza, ha scritto la Costituzione e l’ha difesa strenuamente possa essere finito nel dimenticatoio? Le risposte sono molteplici, nessuna delle quali esaustiva a rispondere all'interrogativo posto. Può darsi che l’abbandono della vita politica di don Giuseppe abbia alimentato, nell'opinione pubblica, la convinzione che non avesse più niente da dire, avesse esaurito ogni idea sul processo di ricostruzione del nuovo stato. Può darsi che le dimissioni da vicesegretario della DC fossero state interpretate come una sorta di tradimento da parte di coloro che credevano in lui. O semplicemente, molti di noi, in primis i giovani, non hanno più fiducia nella Costituzione Repubblicana del 48, di cui Dossetti fu uno dei padri fondatori. L’elaborato si presenta diviso in tre parti. Nella prima parte abbiamo cercato di ricostruire analiticamente i percorsi esistenziali e formativi di Dossetti. Nella seconda parte abbiamo cercato di capire quale significato assumono i concetti di stato e partito, concetti centrali in tutto il pensiero politico del '900, nella riflessione dossettiana. Non poteva di certo mancare una profonda analisi sul lungo e travagliato iter di redazione degli articoli 7 e 8 della Costituzione, aventi ad oggetto i rapporti tra Stato e Chiesa e l’accoglimento nel testo costituzionale dei patti lateranensi del '29. A questo lungo lavoro di contemperamento e bilanciamento è legata l’immagine storica di Dossetti, come costituente e grande statista. Nella terza ed ultima parte, abbiamo operato un’analisi comparativa tra quelle che possono essere pacificamente definite le due grandi declinazioni del cattolicesimo politico: Dossetti e De Gasperi. Si è trattato di un lungo lavoro di esegesi e ricerca, alla fine del quale siamo giunti ad una conclusione piuttosto ovvia e prevedibile; sono state due personalità estremamente diverse ma egualmente dotate di una levatura politica che, ancora oggi, farebbe bene al nostro Paese.