Ciò premesso, le Sezioni Unite della Cassazione hanno abbracciato l'orientamento giurisprudenziale per il quale i proventi del gioco presenti negli apparecchi telematici, al netto del denaro restituito quale vincita agli scommettitori, appartengano di diritto alla pubblica amministrazione in quanto trattasi di denaro pubblico. Per effetto di tale qualifica, il privato concessionario gestisce in via esclusiva una attività propria della P.A. che rientra nel regime del monopolio legale e pertanto ne esercita anche i medesimi poteri di matrice pubblicistica. Alla luce di tale circostanza, le Sezioni Unite hanno confermato che il privato concessionario assume agli occhi del diritto penale la qualifica di incaricato di pubblico servizio ex art. 357 del c.p. poichè maneggia denaro pubblico in forza anche del titolo di legittimazione alla giocata che rende lecito un gioco d'azzardo. Tale qualifica è idonea a mutare, nel caso in cui il concessionario si appropri del danaro contenuto all'interno degli apparecchi, il titolo del reato dalla più tenue appropriazione indebita ex art. 646 del c.p. al più grave delitto di peculato ex art. 314 del c.p. in quanto si appropria di denaro destinato al pagamento del c.d. PREU (prelievo erariale unico) essendo tale somma di appartenenza della P.A. sin dal momento della sua riscossione.
Ciò premesso, le Sezioni Unite della Cassazione hanno abbracciato l'orientamento giurisprudenziale per il quale i proventi del gioco presenti negli apparecchi telematici, al netto del denaro restituito quale vincita agli scommettitori, appartengano di diritto alla pubblica amministrazione in quanto trattasi di denaro pubblico. Per effetto di tale qualifica, il privato concessionario gestisce in via esclusiva una attività propria della P.A. che rientra nel regime del monopolio legale e pertanto ne esercita anche i medesimi poteri di matrice pubblicistica. Alla luce di tale circostanza, le Sezioni Unite hanno confermato che il privato concessionario assume agli occhi del diritto penale la qualifica di incaricato di pubblico servizio ex art. 357 del c.p. poichè maneggia denaro pubblico in forza anche del titolo di legittimazione alla giocata che rende lecito un gioco d'azzardo. Tale qualifica è idonea a mutare, nel caso in cui il concessionario si appropri del danaro contenuto all'interno degli apparecchi, il titolo del reato dalla più tenue appropriazione indebita ex art. 646 del c.p. al più grave delitto di peculato ex art. 314 del c.p. in quanto si appropria di denaro destinato al pagamento del c.d. PREU (prelievo erariale unico) essendo tale somma di appartenenza della P.A. sin dal momento della sua riscossione.