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Pensioni 2025, aumentano gli assegni e gli incentivi per chi continua a lavorare: ecco le novità del ministro Giorgetti

Pensioni 2025, aumentano gli assegni e gli incentivi per chi continua a lavorare: ecco le novità del ministro Giorgetti
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato il Psb, un documento che prevede interventi anche sulle pensioni
Il Piano strutturale di bilancio (Psb) servirà ad attestare all'Unione Europea l'impegno dell’Italia nel ridurre il debito e il deficit attraverso tagli alla spesa pubblica e una gestione più razionale delle uscite, in linea con le nuove normative dell'Unione Europea, approvate da tutti i 27 Paesi membri.
Nel Psb si evidenzia soprattutto il tema delle pensioni, un argomento particolarmente caro al partito di Giorgetti - la Lega - e al suo leader Matteo Salvini. Anche se le condizioni attuali non consentono una riforma profonda - come Quota 41 per sostituire la Legge Fornero - sono previsti alcuni aggiustamenti al sistema pensionistico.
L’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del nuovo Psb si basa su recenti aggiornamenti dei dati contabili forniti dall'Istat.
Adeguamenti e incentivi per le pensioni
Il Governo potrebbe decidere di adeguare all'inflazione tutte le pensioni, comprese quelle più alte, per evitare ulteriori problemi giudiziari: in passato sono stati presentati due ricorsi contro le precedenti misure che avevano ridotto le perequazioni.
Oltre a un possibile aumento degli assegni pensionistici, si prevedono incentivi per chi sceglie di rimanere nel mondo del lavoro nonostante abbia raggiunto l'età pensionabile. Si parla di un sistema simile al Bonus Maroni, che incoraggerebbe i lavoratori a posticipare il ritiro e si aggiungerebbe alla fine dell’obbligo di pensionamento a 67 anni per i dipendenti pubblici.
Questi provvedimenti contribuirebbero a ridurre l'impatto dell’imminente pensionamento di milioni di lavoratori, appartenenti alla generazione più numerosa nella storia italiana.
Le sfide del Psb nel contesto economico europeo
Il ministro Giorgetti, parlando delle sfide legate al nuovo contesto economico europeo, ha sottolineato come le regole introdotte dagli accordi tra i 27 Paesi membri dell'Unione Europea siano complesse non solo dal punto di vista tecnico, ma anche comunicativo. Il ministro ha altresì evidenziato che le nuove normative non risolvono completamente la questione della politica fiscale a livello europeo e della zona euro.
Giorgetti ha poi spiegato che gli Stati membri con alti livelli di debito pubblico, come l’Italia, dovranno adottare misure di riduzione del deficit, ma queste restrizioni di bilancio potrebbero limitare gli investimenti in settori strategici come l'innovazione tecnologica e la transizione ecologica. Le principali economie globali stanno affrontando queste sfide con massicci investimenti pubblici, creando un divario tra l'Unione Europea e altre potenze economiche.
Nonostante le difficoltà, Giorgetti ha concluso affermando che le nuove regole europee rappresentano, comunque, un miglioramento rispetto al precedente Patto di stabilità e crescita (Psc), grazie a una maggiore flessibilità nella gestione del bilancio e a una migliore integrazione tra le politiche economiche dei vari Paesi europei.


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