Ripercorriamo la vicenda. Il 3 ottobre scorso era apparso dal nulla un nuovo testamento non olografo firmato Silvio Berlusconi e proveniente dalla Colombia.
Più precisamente, in quei dati, l'imprenditore torinese Marco Di Nunzio - amico di Berlusconi, candidato nel 2013 alla presidenza della Regione Lombardia con la lista "Movimento Bunga Bunga” e ora residente in Colombia - aveva depositato a Napoli, presso uno studio notarile, il nuovo testamento di Berlusconi.
Il documento sarebbe stato stipulato circa due anni prima, il 21 settembre 2021, in uno studio notarile di Barrio Espinal, in Colombia.
Secondo il testamento colombiano l'imprenditore torinese, quale nuovo erede di Berlusconi, avrebbe diritto al 2% delle azioni di Fininvest, ad una somma pari a 26 milioni di euro, a tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, nelle Antille, nonché alla nave Principessa VaiVia ed altre imbarcazioni.
A dare il via alle indagini a carico di Di Nunzio è stata una segnalazione dell'allora ambasciatore italiano a Bogotá.
A confermare le indagini ci hanno pensato proprio gli avvocati della famiglia Berlusconi, che in una lettera inviata qualche giorno fa alla trasmissione Report, in onda su Raitre, scrivono: “quali legali degli eredi del dottor Berlusconi … riteniamo l'asserito testamento di cui chiedete conto assolutamente non veritiero e che innanzi alla Procura di Milano è pendente un procedimento penale che farà sicuramente luce sulla vicenda”.
La situazione per Di Nunzio non si prospetta per nulla rosea, in quanto la Procura di Milano lo ha iscritto ufficialmente nel registro degli indagati per falsità in testamento (art. 491 del codice penale).
Secondo il codice penale, infatti, falsificare un testamento è reato quando viene fatto «al fine di recare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno». E, sotto questo aspetto, probabilmente Di Nunzio otterrebbe vantaggi di milioni di euro, se il testamento venisse dichiarato valido.
Cosa rischia Di Nunzio?
L'imprenditore torinese, se dichiarato autore della falsificazione, rischierebbe una condanna penale dai 2 ai 6 anni di reclusione. Per di più, in caso di condanna, il responsabile del testamento farlocco potrebbe subire anche una sanzione civilistica ed essere dichiarato indegno a succedere.
Ciò cosa significa? La conseguenza è che la persona indegna viene esclusa dalla successione ereditaria anche se erede a diverso titolo. Infine, l'indegno sarà obbligato a restituire tutto quanto eventualmente percepito a partire dall'apertura della successione.
La questione si fa sempre più intricata. Per ora, Di Nunzio non sembra essersi fatto intimorire dalla magistratura. Infatti l'imprenditore ha fatto sapere, attraverso il suo avvocato, che andrà avanti nella sua battaglia per l'eredità e che presto chiederà il sequestro delle azioni Fininvest a lui spettanti.