I beneficiari del bonus mobili 2025 devono ripartire l’agevolazione in dieci rate annuali di pari importo. In altre parole, ogni anno, attraverso la dichiarazione dei redditi, sarà possibile detrarre il 10% dell’ammontare complessivo.
Nel corso del tempo, il plafond destinato al bonus è stato progressivamente ridotto. Per gli acquisti del 2023, il limite massimo su cui calcolare la detrazione è stato fissato a 8.000 euro, mentre per il 2024 e il 2025 il tetto è sceso a 5.000 euro. A titolo di confronto, per il 2021 il limite era di 16.000 euro e per il 2022 ammontava a 10.000 euro.
Il massimale di spesa si applica a ogni singola unità immobiliare oggetto di ristrutturazione. Pertanto, chi realizza interventi su più immobili può beneficiare dell’agevolazione più volte.
Il bonus mobili 2025 copre l’acquisto di:
- forni con classe energetica minima A;
- lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie con classe minima E;
- altri elettrodomestici, quali asciugatrici, stufe elettriche, microonde, apparecchi per il riscaldamento o il condizionamento, ventilatori, radiatori elettrici e piastre di cottura elettriche.
La detrazione per l’acquisto di elettrodomestici privi di etichetta energetica è ammessa solo nel caso in cui tale etichetta non sia obbligatoria per la specifica categoria di prodotto.
Sono invece esclusi dal bonus mobili gli acquisti di pavimenti, parquet, tende, porte e altri complementi di arredo. Inoltre, è necessario che i mobili e gli elettrodomestici siano nuovi: sono esclusi gli acquisti di beni usati tramite mercati o piattaforme online.
Il bonus copre anche le spese di trasporto e montaggio e vi rientrano altresì gli acquisti effettuati all’estero.
Oltre al bonus mobili legato alla ristrutturazione, il governo Meloni ha introdotto per il 2025 un bonus elettrodomestici indipendente dai lavori edilizi, con un “click day” previsto per febbraio.
Il pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili, quali bonifici, carte di credito o di debito, mentre sono esclusi contanti e assegni. È ammessa la detrazione anche per acquisti effettuati tramite finanziamento a rate, purché la società finanziatrice utilizzi modalità di pagamento tracciabili e il contribuente conservi la documentazione del saldo.
I documenti necessari comprendono:
- la prova del pagamento (ricevuta di bonifico, documentazione delle transazioni con carte, o l’addebito sul conto corrente);
- le fatture d’acquisto che specifichino natura, qualità e quantità dei beni o servizi acquistati.