Quindi, può avere delle ripercussioni legali anche la moda dilagante nelle discoteche di modificare frasi di canzoni con bestemmie.
A tal riguardo, proprio una serata in una discoteca di Tortoreto sta attirando l’attenzione di molti. Su un social network (TikTok), sta girando il video della serata in cui un gruppo di giovani ha cambiato alcuni versi della canzone “Italodisco” dei The Kolors con le bestemmie, con il dj che abbassa il volume e dice di non aver capito.
Il titolare della discoteca, dal canto suo, sostiene di non essersi accorto dell’accaduto in quel momento, prendendo le distanze dall’episodio.
Si tratta di una condotta che è sicuramente illegale e, quindi, non tollerata dall’ordinamento. Però, le bestemmie sono reato?
Fino al 1999, bestemmiare era un reato. Attualmente, l’imprecazione rivolta ad una divinità non configura un reato, ma costituisce un illecito amministrativo. In particolare, l’art. 724 c.p. punisce il soggetto che pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la divinità. Il bestemmiatore va incontro ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 51 a 309 euro.
Per essere sanzionata, la bestemmia deve essere pronunciata pubblicamente: cioè, seguendo quanto detto dalla Cassazione (sent. n. 7979 de 1992), la blasfemia deve avvenire in un luogo pubblico (ad esempio, strada o piazza) o in un luogo aperto al pubblico (come, ad esempio, bar, cinema, discoteca), alla presenza di almeno due persone.
Però, anche se bestemmiare non è reato, devi sapere che l’imprecazione può avere conseguenze penali quando si traduce in un’offesa rivolta contro i fedeli, i ministri di culto o le cose destinate al culto religioso.
L’art. 403 c.p. punisce colui che pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio rivolto a chi la professa. In tal caso, si va incontro alla pena della multa da 1.000 a 5.000 euro. Addirittura, la pena della multa aumenta da 2.000 a 6.000 euro quando il vilipendio riguarda un ministro del culto.
Con il termine “vilipendio” si fa riferimento a manifestazioni di disprezzo verbale, oltraggiose, le quali abbiano lo scopo di denigrare valori eticamente e socialmente rilevanti (nel nostro caso la religione).
In pratica, il reato c’è quando si offende la persona non in quanto tale, ma in quanto fedele o ministro di culto.
Ancora, l’art. 404 c.p. punisce il comportamento di chi, in un luogo destinato al culto (ad esempio, una chiesa) o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, offende una confessione religiosa mediante vilipendio, con espressioni ingiuriose, su cose che sono oggetto di culto (come, per esempio, le reliquie) o che sono consacrate al culto o che sono destinate necessariamente all’esercizio del culto (ad esempio, i paramenti). È prevista la pena della multa che va da 1.000 a 5.000 euro.
Quindi, anche tu adesso sei consapevole dei rischi che potresti correre dicendo frasi che offendono la fede religiosa di una persona.