Una cattiva abitudine che ha portato l’Assofido-Codacons a presentare recentemente alla Procura della Repubblica un esposto sull’ennesimo episodio di abbandono di un animale domestico. In particolare, si tratta di due gatti abbandonati, a metà agosto, da una donna in un parcheggio a Carpineti.
Fortunatamente, una volontaria ha recuperati i due animali (che erano in buone condizioni) e li ha poi consegnati all’associazione "Aiut-Appennin Emilia Romagna - ricerca e soccorso Ets" di Castelnovo Monti.
Alcune persone, che avevano notato l’accaduto, hanno allertato i Carabinieri forestali. Dopo una serie di controlli, le Forze dell’Ordine individuavano la signora “autrice del fatto” e la denunciavano per abbandono di animali.
Ora la donna rischia addirittura il carcere. Infatti, l’art. 727 c.p. punisce la condotta di chi abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività. La pena prevista è l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Questo perché il legislatore considera gli animali non come “oggetto giuridico”, ma come “soggetti” di diritto che meritano tutela: cioè, sono essere senzienti, capaci di provare dolore anche per carenza di attenzioni e se abbandonati.
Peraltro, la legge difende non solo gli animali domestici (cani, gatti etc.), ma anche tutti quelli che sono abituati a vivere in cattività (ad esempio, le pecore vissute sempre in allevamento).
Come ha precisato la Cassazione (sent. n. 6609 del 2020), l’abbandono consiste nel distacco volontario dall’animale: quindi, il reato scatta quando la persona, che ha la custodia dell’animale, decide volontariamente di disfarsene e di lasciarlo in un luogo dove non riceverà alcuna cura. La Suprema Corte ha anche sottolineato che il reato si configura a prescindere da ciò che accade dopo l’abbandono (ad esempio, le sofferenze o la morte dell’animale).
Nella vicenda in esame, la donna rischia serie conseguenze penali poiché, con il proprio comportamento, ha consapevolmente determinato l’interruzione della relazione di custodia e di cura con i due gattini, venendo meno ai propri doveri.
Devi anche sapere che l’art. 727 c.p. punisce anche l’abbandono nel senso di trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione verso l’animale. Infatti, è punito il soggetto che detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze: cioè, commette il reato di abbandono anche colui che ha la custodia di un animale, ma lo tiene in condizioni che non sono adatte alle sue esigenze e che gli provocano gravi sofferenze. Il caso tipico è quello, ad esempio, di un cane di grossa taglia che è costretto a vivere in un balcone molto piccolo. Anche in questo caso, si rischia: la pena stabilita è l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Poi, occorre anche sottolineare che il reato di abbandono di animali è procedibile d’ufficio. Quindi, il fatto potrà essere denunciato alle Forze dell’Ordine da chiunque ti veda. Proprio come accaduto alla signora di Carpineti.
Ora sai anche tu quali sono le conseguenze penali che possono derivare dall’abbandono di un animale domestico o dalla sua detenzione in condizioni non adeguate.