Il provvedimento del Governo non riguarda solo il “Superbonus”, bensì tutti i bonus edilizi, comprendendo quindi anche il bonus “Barriere architettoniche”.
Più nel dettaglio, il d.l. 39/2024 ha previsto in primo luogo l’obbligo di ripartizione, in un arco temporale di 10 anni, per entrambi i bonus. Ciò comporterà un inevitabile prolungamento dei tempi tecnici necessari affinché le imprese edili e i privati possano recuperare i crediti d’imposta maturati.
Altra novità introdotta con il d.l. citato riguarda il divieto di cessione delle singole annualità delle detrazioni maturate per i lavori effettuati. Infatti la nuova misura prevede che, per coloro i quali non siano riusciti, nel termine del 4 aprile, a trovare dei soggetti intenzionati ad acquistare le somme maturate a seguito degli interventi di ristrutturazione effettuati, l’unica possibilità sarà quella di utilizzare tali somme detraendone l’ammontare dalle successive dichiarazioni dei redditi. Pertanto, tali soggetti non potranno più monetizzarle cedendole ad altri, ma potranno soltanto beneficiare di detrazioni fiscali, spalmate anno per anno.
Un’ulteriore restrizione riguarda l’entità del bonus ristrutturazione. Il Governo infatti ha previsto una sorta di “bonus ristrutturazione slim”, che sarà operativo dal 2028 in poi. Esso in particolare garantirà una detrazione pari al 30%, di gran lunga inferiore a quella del 50% prevista fino ad oggi.
Le novità però non riguardano solo i bonus edilizi, ma discendono anche dall’approvazione del nuovo decreto Agricoltura. Lo stesso, infatti, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 maggio, introdurrà nuove agevolazioni per gli agricoltori e metterà un freno all’installazione di pannelli solari sui terreni agricoli.
Per avere il testo completo del decreto tuttavia bisognerà attendere ancora, in quanto il Capo dello Stato ha rinviato il testo alle Camere per un nuovo esame, esprimendo alcune perplessità in ordine ad alcune parti del decreto Agricoltura. In particolare, l’attenzione si è appuntata sul previsto passaggio del corpo dei Carabinieri Ambientali dal Ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura.
Un altro punto oggetto di contestazione e perplessità è quello che concerne il già citato divieto di installazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli.
La ratio del divieto, infatti, risiede nell’esigenza di preservare le attività agricole e i terreni produttivi. Tuttavia, sono previste alcune deroghe al divieto in esame: infatti è consentita l’installazione degli impianti la cui attivazione è stata effettuata con l’impiego di risorse del PNRR, nonché con riferimento ai progetti agrivoltaici.
Oltre a questi passaggi critici che hanno reso necessario un ulteriore esame da parte delle Camere, il decreto Agricoltura introduce comunque dei benefici nei confronti delle imprese agricole.
L’obiettivo del legislatore, infatti, è di garantire innanzitutto maggiore sostegno al lavoro agricolo, rendendolo quindi più vantaggioso, ridurre al contempo le condotte di concorrenza sleale tra imprese agricole e razionalizzare le spese impiegate nello svolgimento delle attività produttive del settore agricolo, in modo da rendere le stesse più efficienti. Fondamentale in tal senso è indubbiamente il programmato potenziamento del c.d. SIAN, ovvero il Sistema informatico agricolo nazionale, per consentire la diffusione più rapida di informazioni nel settore.
Il miglioramento del settore agricolo, inoltre, passa attraverso la realizzazione di maggiori interventi di controllo nei settori agroalimentare e faunistico-venatorio, nonché nella necessità, sotto il profilo sanitario, di intervenire per bloccare la diffusione di varie malattie, tra le quali le più importanti sono la peste suina africana e la brucellosi.
Infine, i vantaggi per il settore agricolo comprendono anche benefici di natura fiscale. Infatti, il decreto prevede che le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che nel 2023 hanno subito un calo di fatturato del 20% rispetto a quello dichiarato nell’anno, possono beneficiare della sospensione, per un anno, dell’obbligo di pagare la parte capitale della rata dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale in scadenza nel 2024.