AUTORE:
Alessandra Mastandrea
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Telematica
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro di tesi intende analizzare la centralità delle piccole e medie imprese (Pmi) e delle Startup innovative nell’ambito del sistema produttivo italiano, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese che continuano a rimanere di dimensioni contenute anche a causa di un sistema di finanziamenti talvolta inadatto a sorreggere le esigenze delle realtà imprenditoriali esistenti e nascenti.
Purtroppo in Italia le realtà imprenditoriali ad alto contenuto di innovazione spesso si trovano a fronteggiare problemi che ne rendono difficile la loro stessa sopravvivenza: la mancanza di garanzie e di requisiti sufficienti per accedere al credito bancario, infatti, costituisce un'importante barriera per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a supportare la nascita e lo sviluppo di questa tipologia di imprese.
Attraverso questo studio, si vuole dimostrare come queste debolezze strutturali si possano fronteggiare grazie ai nuovi strumenti di finanziamento alternativi, emersi proprio in risposta alle esigenze delle imprese e sempre più rivolti all’utilizzo delle tecnologie disponibili per ovviare ai problemi di un sistema economico che ha finito per evidenziare tutte le proprie fragilità.
La trattazione si snoda su quattro capitoli principali tra loro interconnessi.
Nel primo capitolo viene analizzato in via generale il fenomeno del finanziamento delle Pmi e delle Startup innovative italiane a partire da una descrizione preliminare delle caratteristiche principali delle imprese oggetto del presente studio, per poi inquadrarne i motivi che ne spiegano la centralità e l’importanza rispetto al tessuto economico-produttivo italiano. Attraverso l’analisi delle criticità e delle contraddizioni inerenti agli strumenti di finanziamento, si rende evidente la necessità di alcuni interventi correttivi, a partire dalle politiche industriali di sostegno adottate dai policy makers.
Nel secondo capitolo vengono analizzati gli strumenti di agevolazione e finanza a cui tradizionalmente hanno fatto ricorso le Pmi e le Startup innovative, dopo aver preliminarmente spiegato la struttura finanziaria che sorregge questa tipologia di aziende e le modalità in cui si iscrivono le fonti di finanziamento all’interno del ciclo economico di vita di un’impresa. Il finanziamento tradizionale avviene da sempre attraverso il ricorso al mercato del capitale di debito secondo tre diversi canali, ovvero l’utilizzo del credito commerciale, l’autofinanziamento ed, infine, il credito bancario, che nel tempo ha mostrato dei limiti importanti soprattutto rispetto allo sviluppo di imprese giovani e innovative.
Per questo motivo, nel terzo capitolo vengono analizzate le nuove modalità di finanziamento, alternative rispetto ai canali tradizionali, nate appunto per apporre un argine alle debolezze strutturali di un sistema finanziario fin troppo sbilanciato verso l’utilizzo dell’indebitamento bancario: lo sviluppo del mercato del capitale di rischio, che, in Italia, rispetto alle altre realtà economico-finanziarie europee e mondiali risulta ancora poco utilizzato, è l’obiettivo verso cui fisiologicamente si tende per ovviare alle criticità emerse negli ultimi anni. I principali strumenti analizzati sono il venture capital, il mercato del private equity, l’utilizzo dei mini-bond, l’intervento dei Business Angels ed il ricorso al Crowdfunding, esempio lampante di come le piattaforme tecnologiche stiano intervenendo in senso positivo anche sui modelli di business.
Nel quarto capitolo, viene approfondito lo studio del crowdfunding e del suo ruolo emergente fra gli strumenti finanziari di reperimento di liquidità per avviare imprese o progetti ad alto contenuto innovativo e tecnologico, basandosi sui principi cardine della moderna sharing economy, in cui la condivisione e la cooperazione fra gli individui giocano un ruolo importante.
Purtroppo in Italia le realtà imprenditoriali ad alto contenuto di innovazione spesso si trovano a fronteggiare problemi che ne rendono difficile la loro stessa sopravvivenza: la mancanza di garanzie e di requisiti sufficienti per accedere al credito bancario, infatti, costituisce un'importante barriera per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a supportare la nascita e lo sviluppo di questa tipologia di imprese.
Attraverso questo studio, si vuole dimostrare come queste debolezze strutturali si possano fronteggiare grazie ai nuovi strumenti di finanziamento alternativi, emersi proprio in risposta alle esigenze delle imprese e sempre più rivolti all’utilizzo delle tecnologie disponibili per ovviare ai problemi di un sistema economico che ha finito per evidenziare tutte le proprie fragilità.
La trattazione si snoda su quattro capitoli principali tra loro interconnessi.
Nel primo capitolo viene analizzato in via generale il fenomeno del finanziamento delle Pmi e delle Startup innovative italiane a partire da una descrizione preliminare delle caratteristiche principali delle imprese oggetto del presente studio, per poi inquadrarne i motivi che ne spiegano la centralità e l’importanza rispetto al tessuto economico-produttivo italiano. Attraverso l’analisi delle criticità e delle contraddizioni inerenti agli strumenti di finanziamento, si rende evidente la necessità di alcuni interventi correttivi, a partire dalle politiche industriali di sostegno adottate dai policy makers.
Nel secondo capitolo vengono analizzati gli strumenti di agevolazione e finanza a cui tradizionalmente hanno fatto ricorso le Pmi e le Startup innovative, dopo aver preliminarmente spiegato la struttura finanziaria che sorregge questa tipologia di aziende e le modalità in cui si iscrivono le fonti di finanziamento all’interno del ciclo economico di vita di un’impresa. Il finanziamento tradizionale avviene da sempre attraverso il ricorso al mercato del capitale di debito secondo tre diversi canali, ovvero l’utilizzo del credito commerciale, l’autofinanziamento ed, infine, il credito bancario, che nel tempo ha mostrato dei limiti importanti soprattutto rispetto allo sviluppo di imprese giovani e innovative.
Per questo motivo, nel terzo capitolo vengono analizzate le nuove modalità di finanziamento, alternative rispetto ai canali tradizionali, nate appunto per apporre un argine alle debolezze strutturali di un sistema finanziario fin troppo sbilanciato verso l’utilizzo dell’indebitamento bancario: lo sviluppo del mercato del capitale di rischio, che, in Italia, rispetto alle altre realtà economico-finanziarie europee e mondiali risulta ancora poco utilizzato, è l’obiettivo verso cui fisiologicamente si tende per ovviare alle criticità emerse negli ultimi anni. I principali strumenti analizzati sono il venture capital, il mercato del private equity, l’utilizzo dei mini-bond, l’intervento dei Business Angels ed il ricorso al Crowdfunding, esempio lampante di come le piattaforme tecnologiche stiano intervenendo in senso positivo anche sui modelli di business.
Nel quarto capitolo, viene approfondito lo studio del crowdfunding e del suo ruolo emergente fra gli strumenti finanziari di reperimento di liquidità per avviare imprese o progetti ad alto contenuto innovativo e tecnologico, basandosi sui principi cardine della moderna sharing economy, in cui la condivisione e la cooperazione fra gli individui giocano un ruolo importante.