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Responsabilitą da reato degli enti -

Responsabilitą amministrativa degli enti ex d.lgs. 231/01 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

TESI MOLTO VENDUTA
AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Cattolica del Sacro Cuore di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
L’elaborato di tesi in discussione mira ad affrontare il tema della responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato, introdotta nel nostro ordinamento per il tramite del D. lgs. 8 giugno 2001, n. 231, affrontando, con particolare riguardo, le ipotesi di responsabilità per violazione della normativa sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’ingresso nel nostro ordinamento di una simile forma di responsabilità per le persone giuridiche rappresenta una delle più importanti riforme poste in essere dal legislatore italiano negli ultimi decenni; sulla base di questa considerazione la prima parte dell’elaborato si concentrerà sul decreto legislativo, e in particolare: sui principi generali, sulla ratio legislativa e sulle principali disposizioni di una forma di responsabilità per lungo tempo avversata dalla nostra tradizione giuridica. Il capitolo si concluderà con un esame dell’apparato sanzionatorio, la previsione del quale ha creato non poche problematiche, per la difficoltà di configurare sanzioni a carico di enti compatibili con il principio di colpevolezza e con il principio di rieducazione del condannato, fissati dall’articolo 27 Cost. Nel secondo capitolo si valuterà l’importanza dei modelli organizzativi previsti dal decreto con il fine della prevenzione dalla commissione di reati. Dopo una breve parentesi su come i compliance programs americani abbiano influenzato la normativa sui modelli organizzativi, l’esame verterà sulla struttura e sul funzionamento degli stessi, nonché sul sistema disciplinare. Sin da ora occorre sottolineare che nonostante l’adozione di questi modelli non sia un obbligo imposto per legge, si configura sicuramente come una possibilità da cogliere per le persone giuridiche: infatti l’esistenza e l’effettiva attuazione del modello costituiscono causa esimente da responsabilità, se il reato è commesso da un soggetto di vertice, o una vera e propria prova di non colpevolezza per l’ente, nel caso in cui il reato fosse posto in essere da un soggetto in posizione subordinata. Fondamentale sarà anche tracciare il rapporto attualmente esistente fra il modello di gestione e controllo delineato dal D.lgs. 231/2001 e le attività richieste dall’art. 30 del d.lgs. 81/2008 Nel terzo capitolo si procederà ad esaminare le norme principali che affrontano la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, partendo dalla materia così come inquadrata nel disegno costituzionale e nel codice civile. L’obiettivo di una “sicurezza partecipata”, nella quale un ruolo attivo alla sicurezza viene svolto dagli stessi lavoratori, è stato il punto cardine dell’art. 9 dello statuto dei lavoratori, nonché uno dei principi ispiratori del D.lgs. 8 aprile 2008, n. 81. La prevenzione è il leitmotiv che ha ispirato il suddetto decreto, questa la si coglie principalmente nella necessità che le imprese effettuino una valutazione di tutti i rischi individuabili nell’organizzazione, e successivamente redigano il Documento di valutazione dei rischi, al fine di non andare incontro a forme di responsabilità amministrativa. In ultima analisi verrà affrontato il complicato istituto della delega di funzioni, individuando le attività delegabili e quelle non delegabili da parte del datore di lavoro. Nel quarto, ed ultimo, paragrafo è stato affrontato un caso giurisprudenziale che, probabilmente più di ogni altro, ha dimostrato l’importanza del D.lgs. 231/2001 nel nostro ordinamento: il caso ThyssenKrupp. Dopo una breve esposizione della vicenda storica, culminata con il riconoscimento della responsabilità ex art. 25-septies del d.lgs. 231/2001, la trattazione si concentrerà sui punti focali della sentenza, e in particolare, sulla compatibilità dei criteri di interesse o vantaggio nei reati colposi e sull’elusione fraudolenta del modello. L’elaborato andrà a concludersi con una breve accenno al dolo eventuale e all’accoglimento della formula di Frank posto in essere dalla nostra giurisprudenza mediante la sentenza, pronunciante dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, del 24 aprile 2014, n. 38343.

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