AUTORE:
Elia Monticolo
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Padova
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La tesi analizza l’istituto del parto anonimo, che consente alla madre di non essere nominata al momento della nascita e di non riconoscere il figlio, con l’obiettivo di tutelarne la riservatezza in presenza di condizioni sociali, personali o psicologiche particolarmente difficili.
Dopo un inquadramento introduttivo sul valore giuridico e identitario della conoscenza delle proprie origini, l’elaborato ripercorre lo sviluppo storico dell’istituto, dalle prassi medievali (ruota degli esposti, brefotrofi) fino all’evoluzione nor mativa che ha condotto all’attuale disciplina.
Particolare attenzione è dedicata alle disposizioni del d.P.R. 396/2000, della legge 184/1983, Legge sull'adozione (in particolare l’art. 28, comma 7) e del Codice della privacy.
Ampio spazio è riservato al bilanciamento tra diritto all’anonimato della madre e diritto del figlio a conoscere le proprie origini biologiche, con analisi critica delle principali sentenze della Corte Costituzionale (nn. 425/2005 e 278/2013), della Corte europea dei diritti dell’uomo (caso Godelli c. Italia) e della Corte di Cassazione (Sez. Unite n. 1946/2017).
Viene approfondito il procedimento di interpello introdotto dalla giurisprudenza, che consente al figlio adottato di richiedere al giudice l’intermediazione con la madre biologica per verificare una possibile revoca dell’anonimato. Seguono riflessioni sui limiti applicativi, sulle proposte di riforma e su casi particolari (madre coniugata, decesso o incapacità della madre, presenza di fratelli, PMA, fecondazione eterologa).
Chiude il lavoro un confronto con altri ordinamenti europei, tra cui Germania e Francia, che adottano modelli radicalmente diversi sul rapporto tra maternità, anonimato e status filiationis. La tesi si propone di offrire uno strumento organico e aggiornato per comprendere i profili sostanziali e processuali di un istituto che solleva interrogativi etici e giuridici profondi, nel costante tentativo di bilanciare diritti fondamentali tra loro confliggenti.
Dopo un inquadramento introduttivo sul valore giuridico e identitario della conoscenza delle proprie origini, l’elaborato ripercorre lo sviluppo storico dell’istituto, dalle prassi medievali (ruota degli esposti, brefotrofi) fino all’evoluzione nor mativa che ha condotto all’attuale disciplina.
Particolare attenzione è dedicata alle disposizioni del d.P.R. 396/2000, della legge 184/1983, Legge sull'adozione (in particolare l’art. 28, comma 7) e del Codice della privacy.
Ampio spazio è riservato al bilanciamento tra diritto all’anonimato della madre e diritto del figlio a conoscere le proprie origini biologiche, con analisi critica delle principali sentenze della Corte Costituzionale (nn. 425/2005 e 278/2013), della Corte europea dei diritti dell’uomo (caso Godelli c. Italia) e della Corte di Cassazione (Sez. Unite n. 1946/2017).
Viene approfondito il procedimento di interpello introdotto dalla giurisprudenza, che consente al figlio adottato di richiedere al giudice l’intermediazione con la madre biologica per verificare una possibile revoca dell’anonimato. Seguono riflessioni sui limiti applicativi, sulle proposte di riforma e su casi particolari (madre coniugata, decesso o incapacità della madre, presenza di fratelli, PMA, fecondazione eterologa).
Chiude il lavoro un confronto con altri ordinamenti europei, tra cui Germania e Francia, che adottano modelli radicalmente diversi sul rapporto tra maternità, anonimato e status filiationis. La tesi si propone di offrire uno strumento organico e aggiornato per comprendere i profili sostanziali e processuali di un istituto che solleva interrogativi etici e giuridici profondi, nel costante tentativo di bilanciare diritti fondamentali tra loro confliggenti.