AUTORE:
Ugo Mascetti
ANNO ACCADEMICO: 2017
TIPOLOGIA: Laurea liv. I
ATENEO: Università Telematica Guglielmo Marconi
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La presente tesi, di tipo compilativo, è stata strutturata in quattro parti.
La prima parte si pone l’obiettivo di evidenziare e richiamare i principi costituzionali che rappresentano elementi cardine nella più ampia visione del dispiegarsi delle potestà istituzionali volte alla tutela degli interessi pubblici. In tale contesto ci si è soffermati sugli elementi di connessione e di autonomia esistenti tra politica ed amministrazione ed amministrazione e legge, definendo gli spazi di manovra entro i quali deve svolgersi l’attività amministrativa. Si è poi definito l’aspetto discrezionale, sia amministrativo sia tecnico, che differenziano ulteriormente l’attività amministrativa poiché riflette, sostanzialmente, le modalità concesse dalla legge all’amministrazione affinché questa sia in grado di tradurre la generalità ed astrattezza della norma in concretezza, nell’ambito delle attività che quotidianamente si svolgono nella società civile. Un accenno è stato poi posto circa il sindacato sulla discrezionalità amministrativa, e rilievo è stato dato ai principi di imparzialità e buon andamento attraverso l’analisi dell’art. 97 della Costituzione.
La seconda parte del lavoro svolto ha riguardato, in modo particolare, gli aspetti della discrezionalità vista all’interno del procedimento amministrativo quale sede della celebrazione dell’azione amministrativa. Sono stati evidenziati i principi rilevanti nell’ambito dell’attività amministrativa, sostenendo l’importanza dell’istituzione della figura del responsabile del procedimento, con un approfondimento sull’istituto della conferenza dei servizi, quale momento di concertazione decisionale in un’ottica evolutiva dell’azione amministrativa, da circoscritta e delimitata in ambiti di competenza stretta e burocratizzata a momento di condivisione e di comparazione di interessi diversi. Non è stato omesso l’accenno alla partecipazione dei privati nel procedimento e quindi la capacità di questi di incidere nell’ambito del procedimento e del momento decisionale finale. Si è infine approfondito il coinvolgimento delle amministrazioni consultive all’interno del procedimento di formazione della volontà dell’amministrazione.
Il terzo capitolo è stato dedicato all’analisi dei contenuti della discrezionalità tecnica tentando di definire, inoltre, la connessione con l’attività del giudice amministrativo. Ci si è soffermati quindi sui motivi dell’istituzione della figura del consulente tecnico d’ufficio, delineandone i caratteri, le funzioni nell’ambito dell’istruttoria del procedimento accanto al giudice adito e le connesse responsabilità a cui è conseguentemente esposto.
Nel quarto ed ultimo capitolo sono stati posti in rilievo i vizi invalidanti dell’atto amministrativo. Dopo aver definito i caratteri di efficacia, validità, esecutorietà ed esecutività degli atti amministrativi ci si è soffermati sulle diverse forme di invalidità: parziale, derivata e successiva. Successivamente si è posto l’accento sulla natura dei vizi di merito e di legittimità dell’atto amministrativo, con definizione, nel caso di vizi di legittimità, delle tre categorie: incompetenza, violazione di legge ed eccesso di potere. Esaminando il vizio di eccesso di potere si è voluto dare, infine, una rappresentazione di quelle che sono definite come le “figure sintomatiche” esaminandone le peculiarità.
La prima parte si pone l’obiettivo di evidenziare e richiamare i principi costituzionali che rappresentano elementi cardine nella più ampia visione del dispiegarsi delle potestà istituzionali volte alla tutela degli interessi pubblici. In tale contesto ci si è soffermati sugli elementi di connessione e di autonomia esistenti tra politica ed amministrazione ed amministrazione e legge, definendo gli spazi di manovra entro i quali deve svolgersi l’attività amministrativa. Si è poi definito l’aspetto discrezionale, sia amministrativo sia tecnico, che differenziano ulteriormente l’attività amministrativa poiché riflette, sostanzialmente, le modalità concesse dalla legge all’amministrazione affinché questa sia in grado di tradurre la generalità ed astrattezza della norma in concretezza, nell’ambito delle attività che quotidianamente si svolgono nella società civile. Un accenno è stato poi posto circa il sindacato sulla discrezionalità amministrativa, e rilievo è stato dato ai principi di imparzialità e buon andamento attraverso l’analisi dell’art. 97 della Costituzione.
La seconda parte del lavoro svolto ha riguardato, in modo particolare, gli aspetti della discrezionalità vista all’interno del procedimento amministrativo quale sede della celebrazione dell’azione amministrativa. Sono stati evidenziati i principi rilevanti nell’ambito dell’attività amministrativa, sostenendo l’importanza dell’istituzione della figura del responsabile del procedimento, con un approfondimento sull’istituto della conferenza dei servizi, quale momento di concertazione decisionale in un’ottica evolutiva dell’azione amministrativa, da circoscritta e delimitata in ambiti di competenza stretta e burocratizzata a momento di condivisione e di comparazione di interessi diversi. Non è stato omesso l’accenno alla partecipazione dei privati nel procedimento e quindi la capacità di questi di incidere nell’ambito del procedimento e del momento decisionale finale. Si è infine approfondito il coinvolgimento delle amministrazioni consultive all’interno del procedimento di formazione della volontà dell’amministrazione.
Il terzo capitolo è stato dedicato all’analisi dei contenuti della discrezionalità tecnica tentando di definire, inoltre, la connessione con l’attività del giudice amministrativo. Ci si è soffermati quindi sui motivi dell’istituzione della figura del consulente tecnico d’ufficio, delineandone i caratteri, le funzioni nell’ambito dell’istruttoria del procedimento accanto al giudice adito e le connesse responsabilità a cui è conseguentemente esposto.
Nel quarto ed ultimo capitolo sono stati posti in rilievo i vizi invalidanti dell’atto amministrativo. Dopo aver definito i caratteri di efficacia, validità, esecutorietà ed esecutività degli atti amministrativi ci si è soffermati sulle diverse forme di invalidità: parziale, derivata e successiva. Successivamente si è posto l’accento sulla natura dei vizi di merito e di legittimità dell’atto amministrativo, con definizione, nel caso di vizi di legittimità, delle tre categorie: incompetenza, violazione di legge ed eccesso di potere. Esaminando il vizio di eccesso di potere si è voluto dare, infine, una rappresentazione di quelle che sono definite come le “figure sintomatiche” esaminandone le peculiarità.