AUTORE:
Marta Biotti
ANNO ACCADEMICO: 2018
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Commerciale Luigi Bocconi di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La provenienza donativa di un bene immobile comporta tutt’oggi numerose difficoltà dal punto di vista della sua commerciabilità.
La ragione di esse trova le sue radici nel tipo di tutela (quasi assoluta) che l’ordinamento garantisce al legittimario; quest’ultimo, infatti, attraverso il vittorioso esperimento delle azioni di riduzione e di restituzione, ha la possibilità di tutelare pienamente il suo diritto intangibile alla quota di legittima, ottenendo dapprima la riduzione della donazione e, successivamente, la restituzione materiale dell’immobile donato dal de cuius e trasferito dal donatario ad un soggetto terzo.
Nel 2001 la soppressione dell’imposta sulle successioni e donazioni ha portato ad un consistente aumento nell’utilizzo del contratto di donazione, tale da portare alcuni studiosi ad avvertire la necessità di un bilanciamento tra l’interesse del legittimario e quello inerente alla circolazione dei beni provenienti da una donazione.
Il legislatore è intervenuto a rinnovare completamente la materia con la L. 80/2005, attraverso la modifica degli artt. 261 c.c. e 263 c.c.
Nonostante l’indubbia portata innovativa della riforma, che ha causato una netta riduzione del rigore rispetto alla disciplina precedente, il problema non si è ancora risolto completamente.
Negli ultimi anni, gli operatori del diritto hanno tentato di sviluppare diverse proposte per superare i suddetti ostacoli, alcune di dubbia legalità ed altre più facilmente considerabili.
La seguente trattazione si occuperà di analizzare a fondo il problema, la sua evoluzione storica e le soluzioni prospettate dalla più attenta dottrina, con particolare attenzione allo scioglimento della donazione per mutuo consenso, un rimedio tanto diffuso quanto discusso.
La ragione di esse trova le sue radici nel tipo di tutela (quasi assoluta) che l’ordinamento garantisce al legittimario; quest’ultimo, infatti, attraverso il vittorioso esperimento delle azioni di riduzione e di restituzione, ha la possibilità di tutelare pienamente il suo diritto intangibile alla quota di legittima, ottenendo dapprima la riduzione della donazione e, successivamente, la restituzione materiale dell’immobile donato dal de cuius e trasferito dal donatario ad un soggetto terzo.
Nel 2001 la soppressione dell’imposta sulle successioni e donazioni ha portato ad un consistente aumento nell’utilizzo del contratto di donazione, tale da portare alcuni studiosi ad avvertire la necessità di un bilanciamento tra l’interesse del legittimario e quello inerente alla circolazione dei beni provenienti da una donazione.
Il legislatore è intervenuto a rinnovare completamente la materia con la L. 80/2005, attraverso la modifica degli artt. 261 c.c. e 263 c.c.
Nonostante l’indubbia portata innovativa della riforma, che ha causato una netta riduzione del rigore rispetto alla disciplina precedente, il problema non si è ancora risolto completamente.
Negli ultimi anni, gli operatori del diritto hanno tentato di sviluppare diverse proposte per superare i suddetti ostacoli, alcune di dubbia legalità ed altre più facilmente considerabili.
La seguente trattazione si occuperà di analizzare a fondo il problema, la sua evoluzione storica e le soluzioni prospettate dalla più attenta dottrina, con particolare attenzione allo scioglimento della donazione per mutuo consenso, un rimedio tanto diffuso quanto discusso.