AUTORE:
Sara Foschi
ANNO ACCADEMICO: 2014
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Bologna
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
In un’ottica multidisciplinare e comparatistica il presente lavoro costituisce un punto di riferimento diretto all’apertura del sistema europeo verso l’innovazione nel settore delle biotecnologie. Dopo un’attenta disamina dell’istituto brevettuale e dei requisiti che le invenzioni devono possedere per poter ottenere la protezione accordata dal diritto industriale, viene affrontata la complessa tematica relativa ai limiti europei imposti ai diversi sistemi brevettuali nazionali in materia di biotecnologie che utilizzano materiale genetico umano. Se infatti, da un lato con la Direttiva n. 44/98 C.E. sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche il Consiglio Europeo ha mostrato una grande apertura verso questi strumenti di sviluppo economico, medico e sociale, dall’altro l’ambito della brevettabilità dei trovati biotecnologici risulta essere ancora fortemente limitato quando si tratta di invenzioni che sfruttano le potenzialità degli embrioni umani. Tra le ipotesi che integrano il divieto di brevettabilità per contrarietà coi principi dell’ordine pubblico e del buon costume, infatti, l’art. 6, comma 2, della Direttiva 44/98 C.E. annovera quelle scoperte che implicano lo sfruttamento commerciale dell’embrione umano. Nella stessa Direttiva, però, è chiaro l’intento di ammettere la tutela brevettuale per le invenzioni tratte dallo stesso materiale, che abbiano utilità diagnostiche o terapeutiche per gli stessi embrioni. Vengono, quindi, analizzati tutti gli aspetti controversi generati dalla possibilità di riconoscere il brevetto nell’ambito delle scoperte scientifiche biotecnologiche. Questa analisi viene preceduta anche dall’esame delle questioni sollevate dinanzi alla Corte di Giustizia che hanno minato l’entrata in vigore della Direttiva stessa. Il successivo tentativo dell’Olanda di ottenerne la dichiarazione di illegittimità, subito dopo la sua entrata in vigore e le difficoltà che sono insorte nel nostro Paese durante l’iter per l’adeguamento alla normativa sovranazionale. Dal punto di vista scientifico si procede alla descrizione delle varie fasi di sviluppo dell’embrione e delle diverse tipologie di cellule staminali, affrontando anche il quadro europeo relativo alla ricerca su tale materiale genetico. Per quanto concerne il punto di vista etico-giuridico viene, invece, affrontato il dibattito sulla personalità giuridica dell’embrione nei vari Paesi dell’Unione europea con particolare attenzione ai principi sottesi alla sua tutela. Fondamentale importanza viene riconosciuta all’aspetto economico della tutela brevettuale riguardante scoperte scientifiche, intesa come incentivo alla ricerca. Sono poi trattati diversi casi giurisprudenziali relativi alla richiesta di brevetto per invenzioni biotecnologiche che presuppongono la distruzione di embrioni umani o l’utilizzo di cellule totipotenti derivanti da ovociti non fecondati. La Corte di Giustizia si è mostrata sempre incline al riconoscimento di una tutela dell’embrione quanto più larga possibile anche se tale interpretazione genera inevitabilmente contrasti con quelle che sono le vere finalità della Direttiva n. 44/98. Lo scopo della presente tesi di laurea è dunque rappresentato dal bilanciamento tra gli interessi costituzionali che entrano in gioco quando si tratta di riconoscere il brevetto ad invenzioni biotecnologiche che presuppongono la distruzione o lo sfruttamento di embrioni umani e di tutti quei materiali genetici che possano esservi equiparati quanto a dignità.