Se anche tu pensi di trovarti in questa situazione, niente paura. Infatti, l'INPS prevede la facoltà di passare dall'Assegno sociale al trattamento pensionistico di vecchiaia, garantendo comunque gli arretrati per il periodo passato.
Quando è possibile effettuare questo passaggio?
L'assegno sociale (quello che molti ancora chiamano “ pensione sociale”) è una prestazione economica minima di natura assistenziale che, su richiesta all'INPS, viene garantita alle persone che non hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia e che, alla soglia di una certa età (ossia, al compimento dei 67 anni di età) si trovano in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori ai limiti previsti annualmente dalla legge.
Per il 2024, l'ammontare dell'Assegno è pari a 534,41 euro per 13 mensilità.
Però dall'Assegno sociale si deve distinguere la pensione di vecchiaia: ossia, il trattamento pensionistico (una prestazione economica) erogato, su richiesta, a favore dei lavoratori che hanno raggiunto determinati requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legge.
Per i lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, il diritto alla pensione di vecchiaia si configura in presenza del requisito anagrafico di 67 anni (da adeguare alla speranza di vita dal 1° gennaio 2027) e di un'anzianità contributiva minima di 20 anni, a condizione che l'importo della pensione risulti pari all'importo dell'Assegno sociale.
D'altro canto, dal 1° gennaio 2019, questi lavoratori possono ottenere la pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 71 anni (sempre da adeguare alla speranza di vita dal 1° gennaio 2027), con cinque anni di contributi effettivi (obbligatori, volontari, da riscatto, ma con esclusione della contribuzione figurativa) e indipendentemente dall'importo della pensione raggiunto.
Quindi, è possibile passare alla pensione di vecchiaia senza perdere gli arretrati?
In pratica, quando si raggiungono i 67 anni di età e non sono stati versati i necessari contributi per ottenere il trattamento pensionistico di vecchiaia, l'Assegno sociale è la soluzione per avere almeno un sostegno mensile.
Tuttavia può accadere che, mentre si gode dell'Assegno sociale, si raggiungano anche le condizioni necessarie per la pensione di vecchiaia, ma si presenti la domanda di pensione soltanto dopo diversi anni dalla maturazione dei requisiti.
In questi casi, l'interessato ha diritto alle rate di pensione arretrate dal perfezionamento dei requisiti necessari?
Come detto, l'INPS risponde positivamente, prevedendo la possibilità per il contribuente di recuperare anche gli arretrati maturati. Ovviamente, tali arretrati devono essere calcolati al netto di quanto percepito come Assegno sociale dal momento in cui l'interessato ha conseguito le condizioni per avere la pensione.
In particolare, per chi ha il primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996 (ossia, per coloro che sono privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995), c'è la possibilità di presentare una domanda di pensione di vecchiaia, mentre si riceve l'Assegno sociale.
In tale ipotesi, l'interessato può percorrere due strade.
In primo luogo, egli può proporre una domanda normale, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione.
Nel secondo luogo, è possibile presentare domanda, chiedendo che la decorrenza parta dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è perfezionato il diritto alla pensione di vecchiaia come contributiva pura (ossia, dal compimento dei 71 anni).
Proprio in questo ultimo caso sono garantiti gli arretrati, quando la pensione di vecchiaia è pari ad una somma più alta dell'Assegno sociale. Chiaramente, come già precisato, gli arretrati saranno riconosciuti al netto di quanto percepito a titolo di Assegno sociale dai 71 anni in poi.