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Pensione, migliaia di pensionati rischiano la revoca e la restituzione delle somme percepite, ultimatum INPS: cosa fare

Pensione, migliaia di pensionati rischiano la revoca e la restituzione delle somme percepite, ultimatum INPS: cosa fare
Migliaia di pensionati italiani rischiano di vedere revocata definitivamente la propria pensione e di dover restituire somme già percepite negli anni passati. Ma non tutto è perduto: chi sa cosa fare può ancora evitare questo drammatico scenario
La categoria più esposta a questo rischio comprende tutti coloro che percepiscono prestazioni pensionistiche legate al reddito. Il denominatore comune di questi pensionati è l'obbligo di comunicare annualmente i propri redditi all'INPS per mantenere il diritto alle prestazioni.
Il problema si concentra specificamente sui soggetti che non presentano regolarmente la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 o modello Redditi. Questi pensionati, infatti, non forniscono automaticamente all'istituto previdenziale le informazioni necessarie sulla loro situazione reddituale, rendendo impossibile per l'INPS verificare se continuano ad avere diritto alle prestazioni erogate. La mancanza di questa comunicazione scatena un meccanismo che porta prima alla sospensione e, poi, alla revoca definitiva della pensione, con la conseguente richiesta di restituzione delle somme già percepite.
La scadenza del 19 settembre
Il 19 settembre rappresenta la data limite oltre la quale non sarà più possibile evitare la revoca della pensione. Questa scadenza riguarda specificamente la comunicazione dei redditi percepiti nel 2021, anno per il quale molti pensionati non hanno ancora fornito le informazioni richieste all'INPS. L'istituto previdenziale ha già avviato le prime azioni durante l'estate, applicando sospensioni temporanee per sollecitare i pensionati inadempimenti.
Il meccanismo prevede che, trascorsi 60 giorni dalla sospensione senza che il pensionato abbia provveduto alle comunicazioni richieste, l'INPS proceda alla revoca definitiva delle prestazioni. Non si tratta solo di interrompere l'erogazione futura della pensione: l'istituto provvede anche al recupero delle somme già liquidate negli anni precedenti, per le quali i redditi del 2021 risultano determinanti per il calcolo dell'importo spettante. Questo significa che chi non rispetta la scadenza del 19 settembre rischia di trovarsi non solo senza pensione da ottobre, ma anche con un debito considerevole verso l'INPS.
Le prestazioni coinvolte e i primi segnali d'allarme
L'operazione di revoca non colpisce tutte le tipologie di pensione, ma - come abbiamo anticipato - si concentra su quelle strettamente legate alla situazione reddituale del beneficiario. Tra le prestazioni a rischio figurano l'integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale, la quattordicesima, l'importo aggiuntivo e le disposizioni relative all'incumulabilità delle pensioni ai superstiti e dell'assegno ordinario di invalidità. Restano, invece, escluse le prestazioni prettamente assistenziali, come le pensioni di invalidità civile e gli assegni sociali.
L'INPS ha già dato chiari segnali di quanto sta per accadere. Nel mese di luglio, infatti, ha iniziato ad applicare una trattenuta del 5% sull'importo mensile erogato ai pensionati che non avevano presentato la dichiarazione reddituale. Questa trattenuta, identificata come "Trattenuta per mancata comunicazione reddito art. 35, comma 10 bis, d.l. 207/2008", è apparsa sui cedolini di agosto e settembre come ultimo avvertimento prima della revoca definitiva. Chi ha notato questa dicitura sul proprio cedolino deve agire immediatamente per evitare conseguenze più gravi.
Come evitare la revoca della pensione
Per scongiurare la revoca della pensione, i pensionati interessati devono presentare urgentemente la ricostituzione reddituale richiesta dall'INPS entro il 19 settembre. Questa procedura consiste nell'invio della documentazione relativa ai redditi percepiti nel 2021, permettendo all'istituto di verificare se le prestazioni erogate sono effettivamente spettanti in base alla situazione economica del pensionato.
I soggetti tenuti a questa comunicazione sono già stati informati attraverso lettere e solleciti inviati dall'INPS nei mesi precedenti, principalmente tramite PEC o email. Chi non avesse ricevuto o conservato queste comunicazioni può recuperarle facilmente accedendo all'area riservata MyINPS sul sito dell'istituto previdenziale.
Dopo il 19 settembre - occorre sottolinearlo anche se già specificato - non sarà più possibile evitare la revoca e si dovrà affrontare non solo l'interruzione della pensione, ma anche la restituzione delle somme già percepite indebitamente. La procedura, sebbene possa sembrare complessa, rappresenta l'unica via per mantenere il diritto alla pensione ed evitare pesanti conseguenze economiche.


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