Il decreto contiene alcune importanti modifiche, soprattutto relative al Concordato preventivo a favore dei lavoratori titolari di partita IVA.
Le attenzioni dell'esecutivo riguardano specialmente l'accesso alla misura, nonché l'introduzione di una flat tax per i contribuenti. L'obiettivo della maggioranza, infatti, è incentivare l'utilizzo della misura: le modifiche vanno proprio in tal senso, ovvero aumentare il numero di adesioni per evitare che i soggetti richiedenti siano pochi, dovendo così subire le critiche da parte delle opposizioni.
Innanzitutto, il decreto correttivo della riforma fiscale prevede alcune novità relative al Concordato preventivo biennale (c.d. CPB).
Il Concordato preventivo Biennale (c.d. CPB) è un “accordo” tra Fisco e contribuente, attraverso il quale quest’ultimo, per un biennio (nel caso di specie 2024-2025), pagherà le tasse prendendo come parametro quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate e non gli effettivi guadagni ottenuti.
L’obiettivo del CPB è permettere, alle imprese che si trovino in situazioni di difficoltà economica, di negoziare un accordo con i creditori (il Fisco) per ottenere una ristrutturazione dei propri debiti, evitando così di dover addivenire a procedure fallimentari.
La modifica riguarda coloro che sceglieranno di utilizzare il metodo storico per l'acconto di novembre. Per tali soggetti, infatti, è prevista l'applicazione di una flat tax sul differenziale tra il reddito concordato nel 2024 e quello concordato nel 2023, con la finalità di rendere più allettante il ricorso alla nuova misura.
L'accesso al concordato preventivo biennale risulta particolarmente vantaggioso per tutti i contribuenti in regime di valutazione tramite gli ISA, ovvero gli indici sintetici di affidabilità fiscale. Tramite il CPB, infatti, i contribuenti interessati non dovranno sottostare a tali controlli.
Differentemente, i lavoratori in regime forfettario potranno accedere a un concordato preventivo soltanto annuale.
Una ulteriore modifica del decreto correttivo comporta l'impossibilità di usufruire di questa tassazione per i contribuenti in regime forfettario che vi abbiano già aderito nel 2024.
Le esclusioni dal concordato preventivo riguardano anche società ed enti che, nel 2024, siano state interessate da operazioni di fusione, scissione e conferimento, nonché società di persone e associazioni per le quali siano avvenute modifiche della struttura societaria.
Un'ulteriore novità concerne le modalità di calcolo del secondo acconto. I contribuenti che ricorreranno al metodo di calcolo storico, per il secondo calcolo che scade alla fine del mese di novembre, potranno pagare le tasse allo Stato con l'applicazione di una flat tax sul differenziale tra il reddito del 2024 e quello del 2023. Tale percentuale sarà fissa e oscillerà tra una soglia del 15% per gran parte dei contribuenti, una del 12% per i lavoratori in regime forfettario, fino al 4% per le nuove attività.
I benefici che presenta il concordato preventivo dipendono soprattutto dai rischi derivanti dall'utilizzo degli indici di affidabilità fiscale, i cc.dd. ISA, ovvero dei parametri attraverso i quali il Fisco può provvedere a monitorare i contribuenti che producono e dichiarano un reddito da lavoro autonomo oppure redditi di impresa.
Mediante gli ISA, poi, il Fisco ha la possibilità di assegnare a ciascun contribuente un voto numerico. Se il voto è inferiore a 8, allora si tratterà di contribuenti potenzialmente a rischio evasione e, come tali, ritenuti inaffidabili.
Qualora, però, i contribuenti decidano di accedere al concordato preventivo biennale ed annuale, non dovranno sottostare a questo tipo di controlli. La misura, inoltre, è accessibile anche ai contribuenti che hanno ricevuto in passato delle valutazioni negative e sono stati, quindi, giudicati inaffidabili.
Allo stato attuale, secondo le stime del Governo, i contribuenti a cui vengono applicati gli indici sintetici di affidabilità fiscale sono circa 2,5 milioni, mentre sono 1,7 milioni quelli che hanno aderito al regime forfettario.
L'obiettivo del Governo è ridurre questi numeri, agevolando e rendendo più allettante l'accesso al concordato preventivo, sia biennale che annuale.