Le opportunità per andare in
pensione anticipatamente rispetto ai requisiti standard sono generalmente temporanee. Un esempio è la cosiddetta "pensione con opzione quota 103", disponibile solo fino al 31 dicembre 2024 per chi risponde ai requisiti richiesti. Tuttavia, esiste la
possibilità di accedere, in maniera permanente, a pensioni con requisiti ridotti per chi rientra nel sistema contributivo puro.
Coloro che non hanno contributi accreditati prima del 1996 possono usufruire dei vantaggi previsti per il pensionamento anticipato. Anche chi ha versamenti prima del 1996 può comunque accedere alle pensioni agevolate, ma solo optando per il calcolo dei contributi presso la gestione separata dell'INPS.
Chi sceglie l'opzione contributiva Dini (art. 1, comma 23 della Legge 335/1995) - che prevede solo un ricalcolo della pensione con il sistema interamente contributivo o il riscatto della laurea con riduzione dei costi - non può, però, accedere a queste pensioni agevolate. Anche se questa opzione può risultare utile in alcune situazioni, non offre il vantaggio dei requisiti ridotti.
Chi può accedere alla pensione anticipata contributiva
Chi è soggetto al calcolo completamente contributivo - ad eccezione di chi opta per l'opzione Dini - può accedere alla pensione anticipata se soddisfa i seguenti requisiti:
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42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
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un'età minima di 64 anni;
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almeno 20 anni di contributi (esclusi quelli figurativi);
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un periodo di attesa di 3 mesi;
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un assegno pensionistico di almeno 3 volte l'assegno sociale, pari a 1.603,23 euro mensili per il 2024.
Per le
donne con figli, i requisiti per l'importo dell'assegno sono più flessibili: è sufficiente un assegno pari a 2,8 volte l'assegno sociale per chi ha un figlio e 2,6 volte per chi ne ha più di uno. Tuttavia, raggiungere l'importo minimo dell'assegno richiesto è spesso un ostacolo, poiché
richiede un numero consistente di contributi.
Dal 2024 si applica anche un limite massimo per l'importo della pensione, fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia. Questo tetto è fissato a 5 volte il trattamento minimo, ovvero 2.993,05 euro, considerando che il trattamento minimo per il 2024 è di 598,61 euro.
Chi può ottenere la pensione di vecchiaia contributiva
Chi non ha contributi versati prima del 31 dicembre 1995 oppure opta per il calcolo contributivo presso la gestione separata, può ottenere la pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi. Questa opzione è particolarmente vantaggiosa per chi, senza questa possibilità, non potrebbe accedere alla pensione perché non riesce a raggiungere l'importo minimo dell'assegno sociale, fissato a 534,41 euro mensili.
Tuttavia, questo tipo di pensione non si può richiedere a 67 anni, come avviene per la pensione ordinaria: bisogna attendere fino ai 71 anni.
Età per le pensioni contributive
I requisiti anagrafici per accedere alle pensioni contributive rimarranno invariati almeno fino al 31 dicembre 2028. Per la pensione di vecchiaia si tratta di 67 anni o 71 anni, mentre per la pensione anticipata è necessario aver compiuto almeno 64 anni e attendere un periodo di 3 mesi.
Dopo il 2028, è possibile che questi requisiti vengano rivisti in base all'aspettativa di vita media, che può subire variazioni. Tuttavia, gli effetti della pandemia di COVID-19 hanno reso difficile prevedere a breve termine un aumento dell'età pensionabile, perché la speranza di vita media si è ridotta. Ad ogni modo è l'ISTAT, l'istituto di statistica italiano, il responsabile della verifica di eventuali cambiamenti legati alla speranza di vita.
Calcolo della pensione contributiva: come funziona
Come abbiamo detto, chi ha versato contributi prima del 1996 può comunque accedere alla pensione agevolata, ma deve scegliere il calcolo presso la gestione separata. Per beneficiare di questa opzione, è necessario:
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aver maturato almeno 15 anni di contributi complessivi;
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aver effettuato almeno un versamento, ma meno di 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995;
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aver versato almeno 5 anni di contributi dal 1996 in poi;
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avere almeno un mese di contributi accreditati presso la gestione separata.
Alcuni dubbi permangono su chi soddisfa questi requisiti prima dell’
entrata in vigore della
Legge Fornero (31 dicembre 2011). Al momento, l’INPS non ha ancora fornito direttive chiare su questo punto.