Ma vediamo quali sono le conseguenze, sul piano civile e su quello penale, del reato commesso da un minore degli anni 18.
Per quanto riguarda la responsabilità penale, il punto centrale è capire se il minore sia un soggetto imputabile o no: cioè, se il minore sia capace di intendere e volere nel momento della realizzazione del reato.
È l’età del ragazzo a fare la differenza, in quanto potrebbero aprirsi due strade differenti.
Infatti, la legge considera i minorenni, che non hanno ancora compiuto 14 anni, come non imputabili: ossia, privi del grado di maturità necessario per comprendere le proprie azioni.
Per questo, non potranno essere sottoposti ad alcun procedimento penale.
Diverso è il ragionamento per il ragazzino che ha già compiuto 14 anni, ma è ancora minore di 18. In questo caso, potrà essere processato, ma dinanzi a un tribunale diverso da quello degli “adulti”: il Tribunale per i minorenni.
Inoltre, il nostro ordinamento prevede, per questa tipologia di minori, delle regole differenti e un processo sicuramente più "soft".
Infatti, raramente un minorenne va in carcere, a meno che non abbia commesso un reato estremamente grave o che sia recidivo. E, anche in caso di condanna, il ragazzo potrà comunque ottenere uno sconto di pena.
Inoltre, il minorenne può anche ottenere dal giudice il perdono giudiziale, in modo da evitare la condanna.
Infine, al minore è data la possibilità di passare a un rito alternativo, chiamato “messa alla prova”, con cui, se il minore darà la prova di buona condotta e di aver superato un percorso di risocializzazione, il reato sarà estinto.
Quindi, facciamo un esempio per chiarirci le idee: se due fratelli, Marco di 12 anni e Gabriele di 17 anni commettessero entrambi un furto, verrebbe punito soltanto Gabriele in quanto, tra i due, considerato l’unico imputabile e capace di intendere e di volere.
Un minorenne che commette un furto può essere arrestato?
Anche in questo caso, dura lex, sed lex: anche i minori possono essere arrestati se vengono sorpresi nel momento in cui commettono il furto: la c.d. flagranza di reato.
Più precisamente, nell'esempio che abbiamo fatto del furto, l’arresto è previsto solo quando sia stato commesso furto aggravato. Ad esempio, se il minore tenta di forzare una porta con un piede di porco oppure se il giovane ladro porta con sé un coltellino svizzero mentre sta commettendo il furto.
Anche in questi casi, la legge è più clemente con il ragazzo. Infatti, l’arresto del minore deve avvenire senza l’uso delle manette, a meno che non siano assolutamente necessarie per motivi di sicurezza.
E il genitore risponde del furto del figlio minore?
Come ci ricorda l’art. 27 della Costituzione, la responsabilità penale è personale: quindi, un genitore non potrà mai rispondere per i reati commessi dal figlio minorenne, almeno per quanto riguarda la sanzione penale.
Diverso discorso vale per il lato civile della faccenda. In questo caso, i genitori, essendo responsabili del minore, dovranno risarcire tutti i danni (civili) per il reato commesso dal figlio minorenne.