In questo decreto, tra i tanti provvedimenti che vanno a “tagliare”, c’è anche qualche notizia buona, ed è quella che riconosce nella busta paga dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, e dei dipendenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, circa 1000 euro in più all’anno.
Dunque, sono queste due le categorie fortunate di dipendenti pubblici che riceveranno questo premio extra.
Ma perché a loro spetta questo bonus ed ad altri dipendenti pubblici invece no?
Un motivo c’è, ed è il seguente: lo sforzo organizzativo e professionale richiesto in conseguenza dell’attuazione della riforma dell’amministrazione fiscale, prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della riforma fiscale, in un contesto caratterizzato da forti carenze di organico.
In pratica, si vuole dare un riconoscimento a questi lavoratori dipendenti per il maggiore impegno richiesto loro per l’attuazione del PNRR e della riforma fiscale.
Un premio che vuole essere una sorta di incentivo per l’attuazione del piano anti-evasione previsto dal Governo Meloni, e per l’invio di quei 3 milioni di lettere ai contribuenti per promuovere l’adempimento spontaneo, una misura prevista solo per quest’anno.
In attesa del rinnovo contrattuale, previsto nel 2025 per i lavoratori del Fisco, il governo decide di premiare i lavoratori impiegati in uno dei settori più cruciali del pubblico impiego, specialmente in questo periodo.
Il decreto superbonus, dunque, prevede un incremento dei fondi risorse decentrate per la contrattazione integrativa del personale non dirigenziale di:
- 38 milioni di euro per l’Agenzia delle Entrate;
- 13 milioni di euro per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Questi incrementi, si legge nella relazione tecnica al provvedimento, determinano un aumento del trattamento economico accessorio lordo dipendente del personale delle aree individuate del 15 per cento.
Resta l’interrogativo su dove il Governo pensa di recuperare queste risorse che, come abbiamo detto sopra, ammontano a circa 51 milioni di euro.
Il dubbio è confermato anche dalla considerazione che già sono state impegnate risorse provenienti dal Fondo per l’attuazione della delega fiscale, per ridurre l’aliquota del secondo scaglione dell’Irpef, dal 25% al 23% con un bonus fino a 260 euro per i lavoratori con stipendio superiore a 15mila euro all’anno.
Vedremo se la coperta è corta...