Redditi esenti e soggetti a tassazione definitiva: quando si è fuori dall’obbligo
Sebbene nel nostro ordinamento viga il principio, ex art. 1 delle disp. accert. imp. redditi, secondo cui “ogni soggetto passivo deve dichiarare annualmente i redditi posseduti anche se non ne consegue alcun debito d'imposta”, per alcune categorie di redditi non è necessario presentare alcuna dichiarazione. Se, nel corso dell’anno, il contribuente ha percepito esclusivamente somme già tassate alla fonte o esenti per legge, potrebbe essere esonerato dall’obbligo di compilare il Modello 730 o il Modello Redditi.
Esempi tipici di redditi esenti sono gli interessi bancari o i rendimenti su titoli di Stato (come BOT e CCT), le indennità INAIL per infortuni gravi, le pensioni privilegiate o sociali, come borse di studio esenti, i compensi sportivi dilettantistici entro i limiti stabiliti e le rendite soggette a imposta sostitutiva, ad eccezione della cedolare secca.
Quando la sola casa non obbliga al 730
Con riferimento, invece, ai contribuenti che risultino proprietari solo della casa in cui vivono, magari con una cantina o un box, nella maggior parte dei casi gli stessi non dovranno fare nulla. Il reddito dell’abitazione principale è, infatti, escluso dalla base imponibile e, in assenza di altre entrate, non c’è alcun obbligo dichiarativo. Tuttavia, in caso di possesso di altri immobili – soprattutto se affittati – le cose cambiano.
Soglie di reddito: limiti oltre i quali la dichiarazione diventa necessaria
Oltre alla tipologia di reddito percepito, rilevano anche gli importi. Di seguito, a titolo meramente esemplificativo, indichiamo alcuni casi di importi esonerati:
- reddito complessivo annuo entro 3.000 euro, escludendo la prima casa;
- un solo datore di lavoro o ente pensionistico, che abbia già effettuato tutti i conguagli fiscali;
- pensione sotto i 7.500 euro, combinata con terreni (fino a 185,92 euro) e abitazione principale;
- redditi fondiari minimi, inferiori a 185,92 euro all’anno;
- dipendente con redditi erogati da più datori, ma con conguaglio unico realizzato dall’ultimo sostituto.
Attività occasionali e redditi misti: cosa cambia?
Se hai ricevuto compensi da prestazioni autonome occasionali, la situazione cambia. Questi redditi, soggetti a ritenuta del 20%, devono essere dichiarati se superano determinati limiti o si sommano ad altri redditi che fanno decadere l’esonero. Inoltre, se superi i 5.000 euro annui, scatta anche l’obbligo di iscrizione presso la Gestione Separata INPS e di versamento dei contributi previdenziali.
Abitazione principale
Generalmente, il reddito dell’abitazione principale non è considerato ai fini del calcolo dell’ammontare del reddito totale. Tuttavia, non sempre è così: per molte soglie (come i 3.000 euro), la casa di residenza non si considera nel reddito complessivo. Tuttavia, in altri casi – come per i redditi fondiari minimi – il suo valore va incluso nel conteggio. Inoltre, alcuni pensionati devono comunque comunicare questi dati all’INPS attraverso il modello RED, anche se non sono tenuti a presentare il 730.
Conviene fare il 730 anche se non obbligatorio?
In certi casi, sì. Anche chi è esonerato può scegliere di presentare la dichiarazione per:
- recuperare spese detraibili (sanitarie, scolastiche, mutui, ristrutturazioni);
- ottenere rimborsi per imposte trattenute in eccesso;
- regolarizzare situazioni che richiedono aggiornamenti nei dati anagrafici o familiari.
Chi non presenta la dichiarazione, pur essendovi obbligato, rischia pesanti conseguenze. L’omissione è un illecito amministrativo che comporta sanzioni pecuniarie. Se l’imposta evasa supera i 50.000 euro annui, si configura un vero e proprio reato perseguibile penalmente.
Inoltre, l’Agenzia delle Entrate dispone di tempi più lunghi per effettuare controlli in questi casi, ovvero fino a sette anni. Il Fisco può anche avvalersi di un importante strumento, il “redditometro”, il quale gli permette di confrontare le spese effettivamente sostenute con i redditi dichiarati (un approfondimento circa il funzionamento di questo strumento è disponibile in questo articolo).
Se il contribuente non riesce a dimostrare la legittima provenienza delle somme spese, scattano accertamenti e sanzioni.
Come sapere se si è obbligati
La prima cosa da fare è analizzare i propri redditi, le fonti e le modalità di percezione. Ad ogni modo, il consiglio è confrontare la propria posizione con le istruzioni ministeriali più aggiornate e, in caso di dubbio, rivolgersi a un CAF o a un professionista fiscale.