In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa fare in questi casi per risolvere il problema.
Quando si parla di IBAN, si fa riferimento al c.d. International Bank Account Number, ovvero un codice alfanumerico, composto da 34 caratteri tra lettere e numeri, attraverso il quale si identifica il conto corrente di un correntista.
L’IBAN permette, infatti, di effettuare operazioni economiche aventi come protagonisti operatori di ogni parte del mondo, consentendo trasferimenti di denaro in modo rapido e sicuro verso conti correnti italiani e stranieri.
L’IBAN è associato ad un singolo conto corrente, per cui - una volta inseriti determinati caratteri - il denaro sarà trasferito al soggetto titolare del conto.
Il codice alfanumerico contiene al suo interno informazioni utili per il trasferimento di denaro, come ad esempio dati sulla banca dove è aperto il conto corrente, il paese di ubicazione della stessa e altre informazioni.
Ne deriva che, in caso di inserimento di un IBAN sbagliato, il denaro viene trasferito sul conto indicato erroneamente.
È tuttavia possibile che il sistema di internet banking, mediante un controllo automatico dei dati, ravvisi la non corrispondenza tra l’Iban e il nome del beneficiario del bonifico. In questi casi, la banca procederà al blocco del bonifico e allo storno dell’importo pagato.
Nel caso in cui però il sistema bancario non ravvisi l’errore, sarà necessario un intervento diretto e anche tempestivo da parte del correntista, il quale dovrà procedere il più rapidamente possibile alla revoca del bonifico eseguito erroneamente. Infatti, sono previsti dei limiti temporali entro cui è possibile revocare un bonifico, che di solito sono inferiori rispetto al tempo medio necessario per l’accredito delle somme (ovvero 1-3 giorni lavorativi).
Pertanto, chi si avvede di aver effettuato un bonifico nei confronti di un beneficiario diverso da quello intenzionale, deve immediatamente, o comunque nel più breve tempo possibile, procedere alla revoca del bonifico per impedire che lo stesso si perfezioni.
Vediamo quindi come procedere per revocare il bonifico effettuato erroneamente. In primo luogo, bisognerà accedere alla propria area personale dell’internet banking e recarsi nella sezione dove è contenuto l’archivio dei bonifici o degli ultimi pagamenti effettuati. Selezionando quindi il pagamento erroneamente effettuato, si dovrà procedere alla sua revoca, attraverso la selezione della relativa opzione di annullamento.
Qualora però il bonifico sia già stato trasmesso alla banca, lo stesso non sarà più annullabile tramite la procedura appena descritta. In questo caso, quindi, sarà necessario mettersi in contatto direttamente con il proprio istituto di credito, per verificare se ci sono ancora i margini per intervenire e bloccare il trasferimento.
Tuttavia, potrebbe accadere che ci si avveda dell’errore troppo tardi e che, quindi, il bonifico sia già pervenuto alla banca del destinatario, con conseguente irrevocabilità dello stesso.
In questi casi, è necessario ricorrere al c.d. richiamo del bonifico, attraverso il quale, su richiesta del correntista, la banca invierà un sollecito alla banca ricevente, al fine di dare inizio al processo di restituzione del denaro trasferito.
Tale procedura, però, può risultare particolarmente complessa nei casi in cui il denaro sia già stato versato sul conto corrente del beneficiario indicato erroneamente. In questi casi, infatti, la banca ricevente, per effettuare la restituzione, dovrà chiedere l’autorizzazione del correntista. Lo stesso infatti sarà chiamato a compilare un modulo fornito dalla propria banca, mediante il quale autorizza l’istituto di credito a restituire le somme indebitamente ottenute.
Nel momento in cui però il beneficiario decida di non concedere tale autorizzazione, allora l’autore del bonifico errato dovrà necessariamente procedere dinanzi all’autorità giudiziaria per ottenere la restituzione della somma indebitamente accreditata, ai sensi dell’art. 2033 del c.c..
La norma richiamata disciplina il c.d. indebito oggettivo, ovvero tutte quelle situazioni in cui il pagamento non è dovuto, poiché manca un vincolo giuridico tra le parti che obblighi all’esecuzione della prestazione (in questo caso, il versamento della somma di denaro).
Attraverso, quindi, un’azione giudiziale, colui che effettua un pagamento non dovuto potrà riottenere quanto erroneamente versato.
La norma statuisce, inoltre, il diritto al riconoscimento degli interessi e dei frutti dal giorno del pagamento, qualora dimostri la mala fede del ricevente, o dal momento della richiesta se il ricevente fosse in buona fede.
Ovviamente, colui che intende agire in giudizio dovrà anche conoscere le informazioni anagrafiche del beneficiario.
In tal senso, rileva quanto deciso dall’ABF, ovvero l’Arbitro Bancario Finanziario, il quale, con la decisione n. 6886/2022, ha statuito che il soggetto che ha effettuato un pagamento indebito ha il diritto di ricevere tali informazioni dalla banca del correntista che ha ottenuto il pagamento.
Secondo l’ABF, quindi, la banca non può respingere la richiesta adducendo la necessità di tutelare la privacy del proprio cliente. Infatti, il diritto alla protezione dei dati personali cede il passo nel caso in cui sia necessario tutelare il diritto alla difesa.