Il
Governo, anticipando i tempi, ha già avviato il confronto sulla
manovra finanziaria per il 2025, che dovrà essere approvata
entro il 20 ottobre, per rispettare le scadenze fissate per tutti i Paesi membri della Comunità Europea.
Tra le misure proposte, vi sono riduzioni di spesa per i ministeri e fondi aggiuntivi per il settore sanitario, oltre ai tagli al cuneo fiscale. Ma il punto centrale rimane il sostegno alle famiglie attraverso la
modifica dell'assegno unico.
Nonostante le risorse limitate, il Governo di Giorgia Meloni intende
aumentare il sostegno economico alle famiglie, in particolare a quelle con
figli numerosi, che affrontano spese maggiori.
Le proposte in esame sono due.
La prima ipotesi è quella di escludere l'assegno unico dal calcolo dell'Isee per le famiglie numerose, permettendo loro di usufruire di ulteriori agevolazioni.
L'altra idea sarebbe di estendere questa esenzione a tutte le famiglie, ma con modalità diverse in base al reddito.
L’obiettivo del Governo: riformare l'Isee per l'assegno unico
Attualmente, uno dei problemi del sistema riguarda il fatto che
l'assegno unico, essendo un
sussidio,
fa aumentare l'Isee delle famiglie che lo percepiscono. Ciò ha come conseguenza l’esclusione da altri benefici, che non considerano il numero di figli, ma solo il reddito.
Per risolvere questo inconveniente, il Governo propone di escludere l'assegno unico dal calcolo dell'Isee, almeno per le famiglie con più figli. In questo modo, queste famiglie potrebbero continuare a ricevere l'assegno senza vedersi penalizzate nell'accesso ad altre agevolazioni.
Chi beneficerà di queste modifiche?
L’estensione della
riforma dipenderà dalle risorse disponibili nella manovra. Se le risorse lo permetteranno, la proposta di escludere dal calcolo l’Isee potrebbe essere applicata a un numero maggiore di famiglie.
È tuttavia improbabile che l'esenzione sia estesa a tutte le famiglie. Più probabilmente, il Governo opterà per un sistema proporzionale: le famiglie con redditi più bassi riceveranno maggiori esenzioni rispetto a quelle con redditi più alti. In questo modo, l'assegno unico continuerà a seguire una logica di proporzionalità, con importi che diminuiscono all'aumentare del reddito.