Siamo già ad aprile inoltrato e proprio in questi giorni è previsto il pagamento dell'Assegno Unico, per chi ne beneficia.
L'Assegno Unico e universale per i figli a carico, per comodità abbreviato in “Assegno Unico”, è un contributo corrisposto mensilmente, e destinato ai nuclei familiari con figli a carico fino al compimento dei 21 anni, e senza limiti di età per figli disabili a carico. Possono richiederlo sia i lavoratori dipendenti, sia i lavoratori autonomi, ma anche pensionati, disoccupati e inoccupati.
Per il mese di aprile 2024, l'INPS prevede di versare gli importi sui conti correnti degli aventi diritto nei giorni 17, 18 e 19.
Qualcuno però, consultando il proprio estratto conto, potrebbe ritrovarsi di fronte a un'amara sorpresa: ovvero scoprire che gli è stata accreditata una somma molto più bassa del solito, pari all'importo minimo della misura: 57 euro, per la precisione.
Si tratta, peraltro, della somma che spetta a chi ha un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) superiore al livello massimo previsto (ossia 45.574,96 euro).
Se leggerai questo articolo tra qualche giorno, e ti sarai trovato in questa situazione, sappi che è dovuta a una tua dimenticanza.
C'è però anche una buona notizia: e cioè che puoi rimediare.
Vediamo come.
Iniziamo col dire che l'importo minimo (che attualmente, come abbiamo già detto, corrisponde a 57 euro) viene pagato non solo a chi ha un ISEE superiore alla soglia massima prevista, ma anche a chi, per scelta o per dimenticanza:
L'Assegno Unico e universale per i figli a carico, per comodità abbreviato in “Assegno Unico”, è un contributo corrisposto mensilmente, e destinato ai nuclei familiari con figli a carico fino al compimento dei 21 anni, e senza limiti di età per figli disabili a carico. Possono richiederlo sia i lavoratori dipendenti, sia i lavoratori autonomi, ma anche pensionati, disoccupati e inoccupati.
Per il mese di aprile 2024, l'INPS prevede di versare gli importi sui conti correnti degli aventi diritto nei giorni 17, 18 e 19.
Qualcuno però, consultando il proprio estratto conto, potrebbe ritrovarsi di fronte a un'amara sorpresa: ovvero scoprire che gli è stata accreditata una somma molto più bassa del solito, pari all'importo minimo della misura: 57 euro, per la precisione.
Si tratta, peraltro, della somma che spetta a chi ha un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) superiore al livello massimo previsto (ossia 45.574,96 euro).
Se leggerai questo articolo tra qualche giorno, e ti sarai trovato in questa situazione, sappi che è dovuta a una tua dimenticanza.
C'è però anche una buona notizia: e cioè che puoi rimediare.
Vediamo come.
Iniziamo col dire che l'importo minimo (che attualmente, come abbiamo già detto, corrisponde a 57 euro) viene pagato non solo a chi ha un ISEE superiore alla soglia massima prevista, ma anche a chi, per scelta o per dimenticanza:
- non ha presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e di conseguenza non ha ottenuto l'attestazione ISEE;
- non ha provveduto ad "aggiornare" tempestivamente la propria situazione reddituale e patrimoniale, fotografata appunto dall'ISEE. Cosa intendiamo dire con questo?
Come sappiamo, per il pagamento dell'Assegno Unico è stato previsto un meccanismo di rinnovo automatico.
Ciò significa che, se la domanda di Assegno Unico viene accolta, poi non deve essere ripresentata ogni anno.
C’è, però, un unico adempimento che il beneficiario dell’Assegno Unico deve preoccuparsi di compiere ogni anno: ovvero provvedere a richiedere (tra poco vedremo anche in maniera più precisa entro quale termine) una nuova attestazione ISEE, che consentirà all’INPS di verificare i requisiti reddituali e patrimoniali che servono per quantificare l’importo dell’Assegno.
Se, invece, non si dispone di un ISEE aggiornato, l’INPS erogherà il beneficio nella misura minima che abbiamo già visto.
Ma quando, in concreto, va presentato l’ISEE per poter essere considerato aggiornato?
L’ISEE ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU. Quindi, l’ISEE presentato nel 2023 aveva, appunto, validità fino al 31 dicembre 2023.
Questo non significa che al 1° gennaio di ogni anno si debba fare immediatamente un nuovo ISEE: chiaramente, la normativa vigente mette a disposizione del cittadino un certo periodo di tempo per adeguarsi.
In particolare, dunque, il nuovo ISEE va fatto entro la fine di febbraio: quindi, di regola, entro il 28 febbraio; essendo il 2024 bisestile, l’ISEE quest’anno avrebbe dovuto essere aggiornato entro il 29 febbraio.
Cosa succede se non ho aggiornato l’ISEE? Rischio di perdere qualcosa?
Calma, non tutto è perduto. Chi non ha ancora compilato la nuova DSU, e quindi ottenuto un ISEE aggiornato, ha tempo ancora fino al 30 giugno 2024.
Se, dunque, si presenta l’ISEE entro questa data, si potranno recuperare gli arretrati, vale a dire la (eventuale) differenza tra l’importo spettante con le maggiorazioni e l’importo base di 57 euro, dovuti a partire da marzo 2024, e naturalmente cominciare a percepire i “nuovi” importi, calcolati sulla base dell’ISEE.
Quindi, se ancora non hai provveduto, affrettati a richiedere il nuovo ISEE 2024.
Ricordiamo che la procedura è molto semplice: puoi richiedere il tuo ISEE comodamente da casa, utilizzando l’apposita sezione del portale INPS.
Naturalmente dovrai accedere all’area riservata utilizzando SPID, CIE o CNS, e tenere a portata di mano la documentazione occorrente (ad es., quella riguardante eventuali conti correnti, proprietà di immobili, ecc.).
Peraltro l’INPS mette a disposizione anche una versione precompilata della DSU, cioè della Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Una volta compilata e firmata la DSU - il tutto telematicamente! - la nuova attestazione ISEE arriverà nella tua casella di posta elettronica nel giro di pochissimi giorni.
In alternativa, se non hai dimestichezza con l’uso degli strumenti informatici, potrai rivolgerti per assistenza a un patronato o CAF della tua zona, per ricevere assistenza nella compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica valida ai fini dell'ISEE.