Nel corso del tempo, numerose ordinanze hanno esaminato vari aspetti di questo obbligo. Recentemente, la
Corte di Cassazione ha emesso l’
ordinanza n. 30179/2024, che rappresenta un'evoluzione significativa nel diritto di famiglia italiano, garantendo che
i figli adulti, ma non ancora indipendenti, possano continuare a ricevere supporto economico dai genitori anche in caso di trasferimento per studio o lavoro.
La vicenda
Il caso specifico riguarda un padre che ha richiesto al
tribunale la
revoca dell'assegno di mantenimento destinato alle sue figlie maggiorenni. Le figlie si erano trasferite a Milano per proseguire gli studi universitari e iniziare lavori a tempo determinato. Il padre sosteneva che le figlie avevano acquisito una maggiore indipendenza economica e, quindi,
non necessitavano più del suo supporto.
In
primo grado, il tribunale ha
respinto la richiesta del padre, confermando l'obbligo di mantenimento. La decisione si basava sul fatto che le figlie, nonostante il trasferimento a Milano, avevano ancora bisogno di supporto economico per completare gli studi e sviluppare la loro carriera professionale.
Tuttavia, il padre ha presentato
ricorso in appello, ottenendo un esito diverso: la corte d'appello ha annullato la decisione di primo grado,
interrompendo i pagamenti dell'assegno. La corte d'appello ha ritenuto che le circostanze fossero cambiate sufficientemente, valutando l'indipendenza economica delle figlie e la natura temporanea delle loro esperienze lavorative.
Non soddisfatta di questa decisione, la madre ha portato il caso alla Corte di Cassazione. Con l'ordinanza n. 30179/2024, la Cassazione ha ribaltato la sentenza di appello, confermando il diritto delle figlie all'assegno di mantenimento. La Corte ha sottolineato che il trasferimento per studio o lavoro non preclude automaticamente il diritto al mantenimento. In questo caso, le figlie non avevano ancora raggiunto l'autosufficienza economica, pur essendosi trasferite in un’altra città e avendo cominciato a lavorare.
Precedenti legali rilevanti
Per rafforzare la sua decisione, la Corte di Cassazione ha fatto riferimento a precedenti importanti. La sentenza della Cassazione n. 5088/2018 ha ribadito che il diritto al mantenimento dipende dalla necessità economica del figlio e dal ruolo del genitore come punto di riferimento.
Inoltre, la sentenza della Cassazione n. 12952/2016 ha sottolineato l'importanza di valutare la condizione economica del figlio e il suo impegno nella ricerca di autonomia finanziaria.
Implicazioni della sentenza
La decisione della Cassazione ha diverse implicazioni importanti per le famiglie italiane. Innanzitutto, garantisce che il sostegno economico ai figli maggiorenni, non autonomi economicamente, continui anche in caso di trasferimento per motivi di studio o lavoro.
Inoltre, la sentenza enfatizza l'importanza di una valutazione individuale da parte del giudice, che deve considerare fattori come l'età dei figli, la loro situazione economica, l'impegno nella ricerca di lavoro e le competenze professionali acquisite dopo i 18 anni.
Questo approccio personalizzato assicura che il diritto al mantenimento sia applicato in modo equo e coerente con le esigenze di entrambe le parti.