(1) Il concordato omologato può essere annullato dal tribunale, su istanza del curatore o di qualunque creditore, in contraddittorio con il debitore, quando si scopre che è stato dolosamente esagerato il passivo, ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell'attivo (2). Non è ammessa alcuna altra azione di nullità (3). Si procede a norma dell'articolo 137 [15].
La sentenza che annulla il concordato riapre la procedura di fallimento ed è provvisoriamente esecutiva. Essa è reclamabile ai sensi dell'articolo 18.
Il ricorso per l'annullamento deve proporsi nel termine di sei mesi dalla scoperta del dolo e, in ogni caso, non oltre due anni dalla scadenza del termine fissato per l'ultimo adempimento previsto nel concordato (4).
Note
La sottrazione o dissimulazione dell'attivo si può attuare in diversi modi, sia occultando i beni, materialmente o formalmente (es. prestanomi), sia omettendo di denunciare crediti o simulando atti di costituzione di diritti di prelazione.
Spetta all'istante, creditore o curatore, provare la tempestività della sua domanda, oltre che il dolo del fallito.