AUTORE:
Claudio Ziparo
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Laurea liv. I
ATENEO: Universitą degli Studi di Catanzaro Magna Grecia
FACOLTÀ: Scienze Economiche e Aziendali
ABSTRACT
"Tutti sono a favore della “trasparenza”, ma troppa popolarità rischia di privare il termine di un significato preciso".
Quanto asserito da Jakob Söderman, primo mediatore europeo ed autore di numerosi saggi, costituisce il punto di partenza e, al contempo, la sintesi del presente elaborato, il cui fine è ripercorrere il cammino giuridico del principio di trasparenza della pubblica amministrazione.
Verranno esaminati la strettissima correlazione tra tale principio e la fiducia riposta dai cittadini nell’azione amministrativa e, di riflesso, negli amministratori, nonché il trinomio trasparenza-pubblicità-accesso, evidenziando come la trasparenza sia mezzo e fine dell’azione amministrativa e, pertanto, non possa esaurirsi nella sola fase procedimentale, ma accompagni necessariamente l’operato amministrativo in ogni sua fase.
Il principio di trasparenza è, infatti, momento essenziale di partecipazione dei privati cittadini alla vita pubblica e sociale dell’ente ed ha lo scopo di rendere conoscibili e, ancor più, comprensibili dal singolo cittadino secondo diligenza media le sue attività, sì da poter effettivamente svolgere un controllo sull’operato dell’ente, in linea con i dettami costituzionali. Specularmente, si valuterà anche il valore dello stesso “dato” quale informazione open, a totale disposizione di chiunque alimenti un interesse nel consultarlo.
La gestione e la combinazione dei dati detenuti presso le singole amministrazioni, come anche aggregati in banche dati solo parzialmente elaborate, consentono infatti di contemperare due necessità distinte e contrapposte: il crescente fabbisogno di conoscenza e la garanzia alla riservatezza.
Se da un lato il singolo, partendo da dati accessibili, è in grado di costruire diversi modelli conoscitivi e interpretativi, in virtù delle molteplici combinazioni a cui gli stessi si prestano, dall’altro emerge la necessità di garantire la riservatezza dei controinteressati, di pari grado rispetto alla suscettibilità del dato in sé di rivelare informazioni sensibili del titolare.
Si stratta di due diritti contrapposti, ma che allo stesso tempo incontrano nel diritto di accesso limiti e possibilità. Resta da chiedersi, in conclusione, quale sia il reale grado di openness alle informazioni finora posto in essere dalla pubblica amministrazione e, di converso, se i cittadini italiani siano “pronti” all’apertura totale, sapendone cogliere l’immenso potenziale.
Come si evincerà, infatti, il contesto socioculturale di un popolo gioca un ruolo cruciale nell’interpretazione ed interazione dello stesso con i diversi concetti che, pur fungendo da corollario all’azione amministrativa, rischiano di rimanere privi di un vero significato e di un’applicazione altrettanto certa.
Quanto asserito da Jakob Söderman, primo mediatore europeo ed autore di numerosi saggi, costituisce il punto di partenza e, al contempo, la sintesi del presente elaborato, il cui fine è ripercorrere il cammino giuridico del principio di trasparenza della pubblica amministrazione.
Verranno esaminati la strettissima correlazione tra tale principio e la fiducia riposta dai cittadini nell’azione amministrativa e, di riflesso, negli amministratori, nonché il trinomio trasparenza-pubblicità-accesso, evidenziando come la trasparenza sia mezzo e fine dell’azione amministrativa e, pertanto, non possa esaurirsi nella sola fase procedimentale, ma accompagni necessariamente l’operato amministrativo in ogni sua fase.
Il principio di trasparenza è, infatti, momento essenziale di partecipazione dei privati cittadini alla vita pubblica e sociale dell’ente ed ha lo scopo di rendere conoscibili e, ancor più, comprensibili dal singolo cittadino secondo diligenza media le sue attività, sì da poter effettivamente svolgere un controllo sull’operato dell’ente, in linea con i dettami costituzionali. Specularmente, si valuterà anche il valore dello stesso “dato” quale informazione open, a totale disposizione di chiunque alimenti un interesse nel consultarlo.
La gestione e la combinazione dei dati detenuti presso le singole amministrazioni, come anche aggregati in banche dati solo parzialmente elaborate, consentono infatti di contemperare due necessità distinte e contrapposte: il crescente fabbisogno di conoscenza e la garanzia alla riservatezza.
Se da un lato il singolo, partendo da dati accessibili, è in grado di costruire diversi modelli conoscitivi e interpretativi, in virtù delle molteplici combinazioni a cui gli stessi si prestano, dall’altro emerge la necessità di garantire la riservatezza dei controinteressati, di pari grado rispetto alla suscettibilità del dato in sé di rivelare informazioni sensibili del titolare.
Si stratta di due diritti contrapposti, ma che allo stesso tempo incontrano nel diritto di accesso limiti e possibilità. Resta da chiedersi, in conclusione, quale sia il reale grado di openness alle informazioni finora posto in essere dalla pubblica amministrazione e, di converso, se i cittadini italiani siano “pronti” all’apertura totale, sapendone cogliere l’immenso potenziale.
Come si evincerà, infatti, il contesto socioculturale di un popolo gioca un ruolo cruciale nell’interpretazione ed interazione dello stesso con i diversi concetti che, pur fungendo da corollario all’azione amministrativa, rischiano di rimanere privi di un vero significato e di un’applicazione altrettanto certa.